Donatella Massimilla, energica, spontanea, creativa, coinvolge l’interlocutore in ogni movimento e sensazione. E’ così che ho vissuto il mio incontro con lei nonostante ci fosse uno schermo tra di noi.
Drammaturga e regista, a capo della Compagnia CETEC che da quasi 30 anni lavora a San Vittore. Insegna ai detenuti, in particolar modo le donne a guardare dentro se stesse attraverso il teatro. La sua non è una teatroterapia, ma un’azione che porta a guardarsi dentro e ad esplicare le proprie emozioni. Lavora da 30 anni nelle carceri, in Italia e nel mondo (è stata in Messico). Romana di nascita ma milanese d’adozione. Considera Milano la sua città. E’ uno spirito indomito, libero,senza pregiudizi.
Donatella Massimilla ha scelto il carcere come luogo di elezione per esplorare la funzione catartica del teatro. Uno spazio protetto dove le detenute hanno modo di raccontarsi ed esprimere il loro desiderio di trasformazione.
Nel corso degli anni la compagnia del carcere San Vittore per cui lavora è diventato un riferimento per coloro che intendono fare teatro nei luoghi di reclusione.
Dal carcere è riuscita ad approdare nel tempio della cultura milanese, il Piccolo Teatro Grassi, dove nel novembre 2019 è andato in scena il “Decameron delle donne”,spettacolo che ha avuto un grande successo. Di recente sta curando lo spazio Alda Merini che mira in futuro ad ospitare molte realtà ed eventi culturali.
Abbiamo alla fine dell’incontro scambiato anche quattro chiacchiere con un’assistente-attrice Elena Pilan per il momento detenuta nel carcere di Bollate dove torna ancora a risiedere la sera, che ci ha raccontato la sua via al teatro con Donatella Massimilla.
Vi invitiamo alla visione di queste oltromodo interessanti quattro chiacchiere.