Una donna poliedrica che non ha mai smesso di cercare, di raggiungere obiettivi, di trasformare quello che via via non le apparteneva più in qualcosa di nuovo.
Marina Mc Morrow Modiano era già stata intervistata per Dol’s, anni fa, da Caterina della Torre. Anni dopo un po’ di cose sono cambiate e io ora la ho intervistata di nuovo , mettendola tra le Donne Eccellenti perché in lei ho visto il desiderio di esprimere la propria potenzialità in ogni aspetto di sé. E di riconoscere a accettare i propri talenti come qualcosa da condividere incessantemente. Non é questa l’eccellenza? E tutto ciò le sta permettendo, ancora oggi, di trasformare la sua ricchezza interiore in opportunità e, credetemi, non é poco.
Milanese di nascita e di vita per i suoi primi cinquanta anni ha poi deciso di andare a vivere in campagna, non per oziare guardando il cielo da una chaise longue ma per allevare cani e portare avanti una fattoria. Ma ora ha lasciato Derry Farm per ritornare a vivere a Milano e il suo splendido regno ora é in vendita, perfetto per chi vuole cambiare vita. E in questi tempi chi non vorrebbe farlo?
Sempre alla ricerca di strade nuove, Marina Mc Morrow sa lasciarsi alle spalle quello che non le appartiene più e andare oltre.
Sempre attiva nelle lotte delle donne per la parità, sempre creativa e pronta a metterci la faccia, attiva nel web con un servizio da apripista quando aveva vinto un concorso promosso dall’UE per la creazione di un progetto innovativo al femminile, oggi che é nonna non va più in piazza a manifestare ma si é messa a realizzare capi interamente a mano, pronta a creare una sua linea personale, Talitha Tricot.
Dai cani alle lotte femministe al web alla fattoria ai lavori a maglia. Ma non solo, molto e molto di più. Ascoltiamola.
*Cosa ti ha spinto ad allevare i cani e cosa ti ha spinto a smettere di farlo?
In famiglia siamo stati tutti grandi appassionati di animali e la mia scelta è stata solo una logica conseguenza: mia prozia negli anni ’30 allevava Airedaile Terrier, mio padre allevava per passione i Belga Gronandael, io ho fatto cucciolate amatoriali con i miei Pastori Tedeschi prima, poi con la mia Barboncina (tutti cani di allevamenti importanti) e il mio sogno era sempre stato quello di trasferirmi definitivamente in campagna per allevare e avere una fattoria. Quindi, quando il mio secondo marito prese la decisione di andare in pensione per ritirarsi a scrivere, prendemmo una casa con un bel terreno sopra al lago di Como dove andammo a vivere e lì iniziai la mia avventura infinta con i Border Collies da lavoro che ho sempre avuto nel cuore fin dai tempi in cui ogni estate andavo a lavorare in Uk in mezzo ai cavalli.
*E perché hai smesso?
Ho smesso perché ormai le mie due fattrici avevano già fatto abbastanza cucciolate e avrei dovuto andare a cercare altre giovani femmine per continuare, avrei dovuto crescerle e allenarci per portarle in gara e dimostrare quanto fossero meritevoli di venire riprodotte, fare costosi test per essere certa che non avessero displasie o diverse altre malattie genetiche tipiche della razza, cercare qualcuno che mi aiutasse a portare avanti azienda agricola, pecore, cani, b&b e insomma… purtroppo intanto avevo già speso troppi soldi per la costruzione della casa e non avrei potuto comunque proseguire. Allevare non è un gioco, selezionare i cani migliori per fare un certo lavoro è qualcosa di appassionante ma che richiede tanto lavoro, studi sulle linee di sangue, allenamenti e parecchio denaro.
*Tu sei stata e sei ancora un punto di riferimento per chi vuole imparare ad avere un rapporto corretto con il suo cane. Quali sono i più pericolosi errori che gli umani compiono nei confronti dei cani quando li tengono a casa con loro?
L’errore più grossolano e frequente è di scegliere razze di cui non si sa nulla e di non rispettare la loro selezione di origine, il motivo cioè per cui una razza è diventata tale. Ciò accade anche con i meticci, perché non sapendo mai bene le origini, si stravolge spesso la loro essenza e le persone si ritrovano a non saper più gestire i propri cani. Inoltre un errore gravissimo è quello di riprodurre cani senza cognizione solo perché “il mio è tanto carino” senza rendersi conto dei guai che si fanno (salute, selezione, gestione, meticci e via dicendo). Per non parlare dei numerosi errori di cattiva educazione e poco rispetto delle regole, sia da parte dei cani che, e oserei dire soprattutto, dei padroni.
*E ora hai messo in vendita Derry Farm e sei tornata a vivere in una città come Milano. Perché e perché proprio ora al tempo della pandemia, quando la vita nella natura é un sogno per molti?
Per un semplice e banale motivo di soldi: ho costruito una casa molto bella con tutto quello che sognavo, ma purtroppo, per calcoli sbagliati miei e dei miei architetti/ingegneri, il costo finale è risultato esattamente il doppio del budget preventivato e quindi, dopo aver pagato ogni conto fino all’ultimo centesimo, mi sono ritrovata purtroppo senza più un soldo e costretta a mettere in vendita quello che avevo così tanto voluto realizzare.
*Ce la descrivi?
E’ una villa bifamiliare in bioedilizia, con box, stalle, porticati vari e 12 ettari di terreni agricoli. E’ completamente immersa nel verde delle colline tortonesi, tra Liguria, Lombardia e Piemonte. La abbiamo costruita nel totale rispetto dell’ambiente. L’abitazione, di 350 mq, é formata da due appartamenti contigui a livello del terreno. È in perfetto ordine, super accessoriata e abitabile subito.
*Una meraviglia per chi vuole cambiare vita come ho fatto io, il percorso inverso di quello che hai fatto tu! Quali sono le differenze e punti di contatto, secondo te, tra la vita di città e la vita di campagna in questi tempi di Covid?
Per me la solitudine è il punto di contatto. Perché io sono fatta così, altri si sentono ovunque collegati a tutto e a tutti. Sono tornata qui a Milano il 17 gennaio del 2020, dal 21 febbraio siamo entrati in lockdown. Prima avevo già passato 7 anni in isolamento sociale, parlando solo con i miei animali e quelle rare persone che vedevo lì. Comunque in genere sono una abbastanza “orsa”, sempre stata in gradi di gestirmi abbastanza bene in solitudine. Non è una novità per me. Differenze, vabbè, lo sguardo oltre la siepe… i caprioli, i lupi, le mie pecorelle, i miei cani liberi.
*Come é cambiata la tua vita nei due passaggi?
Ma sai, Milano è la città dove sono nata, cresciuta, dove mi sono sposata, dove sono cresciuti i miei figli e dove ho vissuto e lavorato per 50 anni, non è qualcosa di sconosciuto, inoltre nel frattempo sono nate le mie nipotine che ormai non pensavo più di avere e quindi sono felice di poterle vedere qui più spesso ovviamente di quanto non succedesse in campagna. Il problema più grande l’hanno avuto i miei due cani, nati e cresciuti in campagna, che adesso devono abituarsi ad altri ritmi e altre situazioni. Soprattutto quello più vecchiotto che lavorava anche con il gregge.
*E quindi adesso hai messo in vendita quel posto meraviglioso. A che tipo di persona consiglieresti ora di andare a vivere a Derry Farm?
La Derry Farm è un luogo incantato e richiede una scelta di vita completa: è proprietà di campagna con tanto terreno che va lavorato e seguito, è stata realizzata per viverci e svolgere anche delle attività rurali. Bisogna amare molto la natura, realizzarsi circondandosi di animali e aver voglia di lavorare. Si addice bene a chi vuole scappare dalla pazza folla cittadina, a chi ha fantasia per realizzare un sogno, che sia un agriturismo, una piccola attività di b&b, un atelier artistico, una qualsiasi forma di arte o di lavoro a contatto con la natura.
* Tra le tue varie attività nel corso degli anni tu hai anche dato vita a Scriviamore. Di cosa si é trattato?
Era un progetto realizzato alla fine degli anni ’90, agli albori di internet, quando avevo vinto un concorso promosso dall’UE per la creazione di un progetto innovativo al femminile. L’idea di partenza era “dal banchetto in mezzo alla strada al banchetto in mezzo al web”: aiutare chi non “trova le parole per dirlo” a scrivere lettere d’amore. Poi come succede in rete, il sito era molto cresciuto, si era sviluppato in diverse forme, avevo delle collaborazioni con case editrici e pubblicavo brani di lettere scritte da autori famosi, citazioni, bigliettini per ogni tipo di avvenimento, festività, auguri, ricette per pranzetti romantici, luogo dove scambiarsi lettere, c’era un concorso annuale per la più bella lettera d’amore con premi e interviste radio e tv, insomma era diventato un bel sito e molto grande, ma ero sempre sola a fare tutto e non ce la facevo più a seguirlo, avrei dovuto investire qualcosa per rimodernarlo tecnicamente e trovare qualche socio, ma a quell’epoca non erano in tanti che credevano nel web e soprattutto in pochi, nel mio ambiente, a saper usare bene quella tecnologia. Inoltre al Mulino dove vivevo, la connessione era di nuovo lentissima (le prime ADSL ma funzionava tutto malissimo) e non avevo mai nessuno che mi sostenesse o condividesse spese e lavoro. E poi iniziò la mia attività con i cani e tutto non potevo fare. Il tempo è sempre tiranno.
* Già il Tempo.. ma quali aspetti di te rimangono invariati nel corso del tempo, nei tuoi cambiamenti di vita?
Credo che l’aspetto principale del mio carattere sia l’inquietudine, che mi spinge a cambiare e cercare strade nuove, lasciandomi alle spalle delusioni e dolori. A volte mi ha portato a migliorare la mia vita, altre mi ha portato sull’orlo di pericolosi precipizi.
*Tra le tante attività nuove che hai intrapreso, oggi ti dai anche da fare con Forever e con la tua attività con l’Aloe. Di cosa si tratta?
Forever è un’occasione che mi è stata regalata da un’amica per poter inizialmente integrare qualche piccolo guadagno con la vendita di ottimi prodotti naturali, che potrebbe poi diventare una vera occasione per fare del network serio e interessante lavorando in team con altre persone che abbiano voglia di aumentare un po’ le proprie entrate con un lavoro di collaborazione. È un discorso un po’ lungo, ma chi è interessato, se si lavora seriamente, può davvero migliorare il proprio tenore di vita con un lavoro che si può fare da casa scegliendo modi e tempi. Sono i lavori del futuro, ma come per tutto, bisogna impegnarsi e all’inizio non è facilissimo riuscire a superare le barriere di diffidenza dei cosiddetti “benpensanti”, perché in realtà non è un lavoro di sola vendita di prodotti. Spero di continuare a farlo e di riuscire a trovare collaboratori interessati. Anche perché i prodotti sono tutti veramente molto interessanti, io per prima ne faccio uso e li trovo veramente ottimi.
*E adesso parliamo di Talitha Tricot. Come é nata e come la stai organizzando?
Ho sempre lavorato a maglia, fin da ragazzina. Come molti altri lavori manuali e creativi, mi piacciono e mi vengono abbastanza bene. Dopo aver realizzato diversi capi per le mie nipotine, ho visto che, inizialmente da parte delle mie amiche, c’era un bell’interesse e sembravano apprezzare i miei lavori. Così, semplicemente, ho pensato di realizzare capi diversi per chi me lo richiede e chissà mai, se da cosa nasce cosa, in futuro potrei anche pensare a un brand di capi realizzati interamente a mano e fare una mia linea personale. Ma per ora va bene così, realizzo per un semplice rimborso spese piccoli lavori accurati fatti interamente a mano con filati di ottima qualità.
*Quali sono secondo te i benefici e gli effetti psicofisici del lavorare a maglia?
Beh, io mi rilasso, penso ai miei lavori, a come verranno, a fare felici le mie nipotine e le mie amiche e penso meno ai miei problemi quotidiani. E questo è un bene per la mente. Però quando diventa una specie di lavoro, richiede tutto il mio tempo libero e mi lascio indietro molte cose, tipo leggere. Perché quando la sera tolgo l’attenzione dal lavoro a maglia, ho gli occhi e la mente troppo stanchi per mettermi ancora a leggere. E questo mi manca. Senza contare che ho anche i miei cani di cui occuparmi, portarli fuori, farli camminare e correre per almeno due/tre ore al giorno, poi la casa, seppur piccina, da tenere in ordine, i miei fiori, la spesa e tutte le incombenze quotidiane. Insomma, come sempre, a me manca il tempo per fare tutto quello che vorrei.
* Cosa ami di te?
Credo di essere abbastanza aperta alla vita, alle novità, al sociale. Credo di essere abbastanza sincera. Credo di essere una persona “per bene”, nel senso buono del termine. 13- Come stai vivendo la pandemia? Con la tristezza di non poter vedere le mie nipotine tanto quanto vorrei. Per il resto, non mi sconvolge più di tanto. Aspetto il vaccino, ho solo l’ansia di come organizzare i miei cani se dovessi ammalarmi seriamente.
* Hai molto lottato per la situazione femminile. Se tu ora potessi/volessi dedicarti ancora alla situazione femminile, cosa faresti prima di tutto?
Ci sarebbe da ribaltare tutto quanto, temo che tutte le lotte femministe siano state inutili. Si salva solo il divorzio, perché stiamo perdendo colpi anche sull’aborto. Prima di tutto bisognerebbe esserci.
*Parlaci del tuo passato di lotta per le donne
Dal 1971 ho combattuto, manifestato digiunato e quant’altro per cercare di portare la lotta per i diritti delle donne, ma anche dei diritti civili di tutti, all’attenzione della sensibilità della società. Non credo sia andata molto bene, mi sembra ci sia un arretramento generale delle libertà degli individui che mi fa paura.
*Cosa non reggi in una persona-uomo o donna che sia- con cui devi convivere per un periodo continuativo?
Dipende molto dalle singole persone, non c’è un aspetto che mi disturba più di un altro. Credo piuttosto di essere io molto instabile e quindi non adatta a matrimoni o convivenze. Anche se ho avuto due matrimoni di 17 e 20 anni, in cui però non ero mai felice.
*Tu sei molto creativa. Cosa è per te la creatività?
Realizzare concretamente qualcosa che uno ha nella mente, possibilmente artisticamente, che sia un quadro, una foto, un’installazione, un testo, un lavoro manuale, una musica, un paio di scarpe. Tutto quello che si riesce a far uscire dalle gabbie del cervello attraverso la manualità.
*Razionalità e affettività come si armonizzano in te?
Litigano, non so se riusciranno mai ad andare d’accordo
*E come si gestisce in te il rapporto tra illusione e delusione ?
Ho, e ho avuto, più delusioni che illusioni.
*Tu che lavori da sempre con gli animali, come ti nutri, sei vegetariana, vegana o onnivora ?
Onnivora, con attenzione. Perché sono stata abituata a mangiare di tutto, a non rifiutare mai nulla per educazione ed è diventato il mio stile di vita. Certo, facendo attenzione alla qualità dei cibi. Adesso che sono sola mangio pochissima carne perché non ne sento proprio la necessità, ma non per altro. E quelle poche volte, cerco carni che non provengano da allevamenti intensivi, preferendo cacciagione (meglio la morte inaspettata e veloce di una vita al chiuso e di una morte lenta e dolorosa) o animali provenienti da allevamenti allo stato brado che conosco personalmente.
*Che differenza c’é in te e nella tua esperienza tra fuga e scelta?
Ogni fuga comporta una scelta attraverso un prima che non puoi più sostenere e un dopo in cui speri di sopravvivere.