Perché le donne dovranno essere le protagoniste della ripresa dell’Italia?
Uno dei settori trainanti per il rilancio del nostro Paese potrà essere il turismo sostenibile
di Isa Maggi
A uno sguardo ai dati relativi all’occupazione femminile, emerge che le donne che lavorano continuano a essere meno degli uomini e la parità di retribuzione oraria è in molti casi ancora un traguardo lontano.
Un fenomeno che si fa più allarmante al Sud dove, stando al rapporto Svimez del 2020, il tasso di occupazione femminile è di oltre 30 punti inferiore alla media europea.
Secondo l’ultimo Rapporto sull’Economia e sulla Società del Mezzogiorno, tutte le regioni italiane si stanno allontanando dal livello medio del tenore di vita europeo e solo un incremento del tasso di occupazione femminile, uno dei più bassi in Europa, potrebbe migliorare la situazione
Per colmare il ‘political divide’ tra Nord e Sud di una stessa Italia, che dal Sud continua ad attingere risorse, intelligenze, passioni e colori oltre che le stesse forze lavoro occorre tracciare un punto di partenza in una battaglia di civiltà, sociale ed economica.
Conosciamo le carenze strutturali del sistema e cosa serve per consentire di svolgere la propria attività con efficienza, senza ricadute negative sulla vita delle donne e delle famiglie ma questa volta non ci accontenteremo di più asili nido, di scuole, di spazi per i bambini, di defiscalizzazione del lavoro.
Dobbiamo metterci al tavolino e ragionare su cose concrete.
Dobbiamo rovesciare la logica delle politiche assistenziali finora qui implementate e immaginare il Sud e il potenziale delle donne del Sud e delle imprese femminili, come un grande contenitore di creatività, ingegno, innovazione dove certamente la cultura, il turismo, il paesaggio e i territori diventano i pilastri del Piano di ripresa e resilienza che il governo Draghi si sta apprestando a riscrivere.
In un contesto tanto poco incoraggiante, una luce di speranza si intravvede nel settore del turismo, che si sta rivelando sempre più redditizio e soddisfacente per il mondo femminile.
Secondo l’Oaservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere sulla base degli aggiornamenti al 30 giugno 2020, le imprese femminili del turismo e del tempo libero in Italia sono oltre 148 mila, pari al 29,5% del totale delle realtà del comparto. Le aziende in rosa sono fortemente concentrate nel segmento della ristorazione, con 56.152 attività. Buoni riscontri anche dal settore degli alloggi per vacanze e quello degli alberghi, agenzie di viaggio e di cultura. Complessivamente, in quattro anni, la crescita di queste realtà è stata dell’8,7%, con quasi 12 mila imprese in più. D’altra parte, il turismo è una delle voci di bilancio più rilevante per il nostro Paese, tra i più ricchi al mondo per la presenza di beni culturali. Siti storici, monumenti di grande valore, immensi parchi naturali e spiagge dalle acque cristalline: le opportunità sono innumerevoli. Gli aspetti da considerare per migliorare le attuali drammatiche condizioni in cui versa il turismo sono diversi. Al fine di agevolare la professionalità delle donne nel settore del turismo occorrerebbe: – definire un capitolo di sostegno economico specificamente a favore dell’imprenditoria femminile in ambito di promozione turistica e culturale; – favorire maggiormente le reti d’impresa femminili con sgravi economici e procedure semplificate di avvio; -.valorizzare le competenze e le attitudini con la programmazione di adeguati percorsi formativi; – migliorare il piano di regolazione della contrattazione stagionale; – assicurare maggiore sicurezza sui posti di lavoro e nuove forme di indennizzo in caso di incidenti/infortuni; – introdurre il servizio di baby sitting aziendale; – garantire il rispetto delle politiche dell’Oil sulla maternità e sulla responsabilità di assistenza; Linee programmatiche Innovazione e Sviluppo 20 – far fronte al problema della mancanza di leadership femminile di alto livello negli spazi decisionali del settore privato, degli enti e agenzie del turismo del settore pubblico.