La satira, un genere di letteratura e di comunicazione antico ed efficace, di critica e analisi di vari aspetti della società, uno strumento d’arte per muovere il cambiamento, per mostrare le contraddizioni e i problemi, renderli evidenti e attraverso il riso, suscitare una presa di distanza e una istanza rivoluzionaria. Smaschera pregiudizi, consuetudini e convenzioni, introduce il dubbio e innesca la possibilità di guardare la realtà con occhi diversi.
Dale Zaccaria nel suo Racconti in forma di satira (NeP edizioni) compie questa scelta, adotta questa formula espressiva per parlarci di donne e non solo, per farci riflettere. La galassia femminile in tutte le sue sfaccettature, positive e negative, in un tentativo di adattamento, sopravvivenza in un mondo a misura di uomini, una sorta di prova di resistenza, nel tentativo di contrastare superficialità, generalizzazioni, soprusi e violenza. L’autrice ci accompagna in un viaggio in un mondo che sembra esagerato, una immagine iper-saturata, con i colori e i toni che sembrano irreali, ma è la realtà, assurda, esagerata, piena di incongruenze ed elementi impazziti.
Perché le relazioni, gli istituti e le regole che permeano le nostre vite non sono a tinta pastello, ma a tinte forti, non c’è nulla che segua un andamento sensato, lineare, razionale. Quante convenzioni, atteggiamenti dogmatici, atti di fede, tradizioni, tappe codificate sono lì che determinano il corso della nostra esistenza, e vi ci finiamo dentro perché da secoli si fa così? Dale Zaccaria ce li presenta e ci permette di soffermarci su ciascun elemento. Che poi cosa è la LIBERAZIONE per una, cento, mille donne? Lo abbiamo veramente capito, oppure è parte anch’essa di una ripetizione sterile di una parola su cui mai abbiamo riflettuto abbastanza? Perché la liberazione, la rivoluzione devono essere femministe o non saranno veramente tali? Cosa ci ha portate ad essere sostanzialmente ancora in gran parte invisibilizzate nella nostra essenza originale? Tra stereotipi, rappresentazioni distorsive, istinti e identità cancellate, cosa siamo? Cos’è per noi il potere? Qual è la nostra voce? Siamo donne in cerca di piena cittadinanza, rispetto e diritti, parità e voce. In una realtà in cui la dimensione di una cultura confessionale ancora pervade ogni aspetto e che si aggiunge alle altre forme di oppressione, appesantendo quel percorso di emancipazione e di autonomia da zavorre secolari. Accanto a questo, siamo alle prese con nuovi e vecchi colonialismi, sfruttamenti e schiavitù. Che nemmeno una pandemia mondiale sembra in grado di scalfire, da ciò che si intravede. Non sembriamo molto intenzionati/e ad occuparci di questi temi e di porre più attenzione all’ambiente, si ha solo una gran fretta di tornare alla “normalità”, di fregarsene di diritti e salute. In un dilagante “mors tua, vita mea”. A noi la possibilità e la scelta di non accettare che tutto questo avvenga inesorabilmente.
Azzeriamo tutto e ricostruiamo tutto?
“I cambiamenti climatici ci stanno mettendo in guardia su un futuro che per l’umanità si presenta disastroso. Bisogna reinventare un mondo su altri valori che non siano quelli del consumo, del capitale e del denaro.
La satira ci permette di immergerci in un bagno di realtà. Ne abbiamo bisogno. Tanto.