Seguiamo Valeria Palumbo da tempo, da anni, perchè oltre a essere giornalista è anche storica delle donne e e su di queste ha scritto numerosi saggi e libri.E’ sempre un piacere dialogare con lei ed ascoltare cosa racconta. L’avevamo già intervistata a proposito di un libro da lei scritto, ‘‘L’ora delle ragazze alfa” .
Valeria laureata in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, autrice di numerosi saggi sulla condizione femminile, è una delle maggiori conoscitrici della storia delle donne e dei loro diritti. Negli anni ha preso parte a decine e decine di incontri e conferenze, realizzando anche dei reading. Attualmente è è caporedattore Rcs ed è stata caporedattore centrale de L’Europeo e di Global Foreign Policy. Ha lavorato alla Gazzetta dello Sport e al Corriere della Sera.
Ha scritto testi teatrali e condotto readings, corsi e incontri a festival storici e letterari. Membro di AtGender, della Sis e della Sil, ha pubblicato nel 2003 Prestami il volto (edizioni Selene), vincitore del premio Il Paese delle donne (2006). Tra gli altri libri: Svestite da uomo (Bur); Le figlie di Lilith. Vipere, dive, dark ladies e femmes fatales. L’altra ribellione femminile (2008 Odradeck); L’ora delle Ragazze Alfa (vincitore Premio selezione Anguillara Sabazia città d’arte 2010); Piuttosto m’affogherei. Storia vertiginosa delle zitelle (Enciclopedia delle donne 2018); L’epopea delle lunatiche. Storie di astronome ribelli (Hoepli 2018); Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi (Laterza 2020).
Abbiamo voluto reicontrarla per quattro chiacchiere aufio per farla parlare appunto del suo ultimo lavoro Non per me sola. Storia delle italiane attraverso i romanzi che tratta delle opere delle nostre scrittrici – da Ada Negri a Elsa Morante, da Grazia Deledda a Luce d’Eramo, da Matilde Serao a Sibilla Aleramo e Anna Maria Ortese – offrendo il racconto di un’epopea sotterranea: quella della battaglia durata più di un secolo per garantire alle donne italiane piena cittadinanza. Dai racconti e dai romanzi di tanta letteratura femminile, troppo spesso esclusa dal ‘canone’ e quasi dimenticata, emerge un quadro ricco e sorprendente della condizione delle donne in Italia dall’Ottocento a oggi. Le italiane, come ce le hanno raccontate i manuali di storia e gli scrittori, aderiscono quasi perfettamente agli stereotipi della cultura patriarcale dominante. Sono madri affidabili e mogli fedeli; sono pazienti e rassegnate ai tradimenti; sono forse capricciose e certo poco inclini allo studio e al lavoro; sono caste (salvo poche eccezioni rappresentate da pericolose tentatrici); mettono al centro di tutto la maternità, fino al supremo sacrificio; inseguono sogni d’amore. Ma già dall’Ottocento i romanzi e i racconti delle nostre scrittrici hanno raccontato una storia diversa: ci dicono di matrimoni di convenienza e di gravidanze non volute, di amori mai liberi e di un sesso vincolato a una morale oppressiva. Soprattutto, offrono straordinari affreschi dei tentativi disperati di conquistarsi spazi di libertà, di studiare e lavorare, di non cedere alla violenza psicologica e fisica della società tradizionale. Ieri come oggi moltissime donne non hanno accettato di essere costrette al silenzio. Questo libro restituisce finalmente la voce a molte di loro.
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