Le esequie di Carla Fracci sono state solo ieri a Milano e già ci manca. Ricordo da ragazza ero una sua ammiratrice e la mimavo nel salone di casa mia, aspirando a diventare Lei, la grande. Mettevo i passi uno davanti all’altro, anche senza scarpette da ballo, ma nella mia mente c’erano. E fu allora che cominciai ad amare la danza ma mai ho proseguito su questa strada perchè dicevano fossi troppo alta o forse la mia determinazione a riuscire nell’impresa non era pari alla sua. E quindi mi accontentai di ballare in discoteca o da sola.
Una pietra miliare nella danza classica in Italia e nel mondo che ha portato la sua arte anche fuori dai teatri,
Come racconta Marina Genovesi che dirige la scuola di danza del teatro di Mantova, è stata un grande esempio di disciplina e professionalità.
Ha insegnato infatti l’interpretazione dei personaggi, abbinando la tecnica alla spiritualità
Il suo messaggio era diretto anche ai non addetti ai lavori poiché metteva il gesto al posto della parola
Le sue origini sono umili ma la cultura del marito il regista teatrale Beppe Menegatti, ha colmato alcune sue eventuali mancanze. Il padre era un tranviere ed ha di recente dichiarato che sarebbero state proprio delle persone, mentre lei ballava il tango all’Idroscalo di Milano ( perché lei ha iniziato proprio con il tango e il valzer), a notare il suo talento come danzatrice e a indirizzarla, dicendolo ai genitori, al teatro alla Scala. Ha studiato alla scuola di ballo del Teatro alla Scala con Vera Volkova e lì si è diplomata nel 1954. Nel 1958 è diventata prima ballerina.
L’ultima sua interpretazione meravigliosa e commovente Carla l’ha fatta durante una lezione magistrale ai primi ballerini della Scala : l’argomento era Giselle, il suo cavallo di battaglia !
Ho avuto l’onore ed il piacere d’incontrarla con il marito, tutta vestita di bianco ad un convegno e di scambiare due parole con lei
Addio Carla ti ricorderemo sempre.