La libertà di scegliere è un diritto fondamentale dell’essere umano, ma nella vita quotidiana spesso non è praticabile. Essere liberi di scegliere significa avere delle opzioni e, dopo averle vagliate senza lasciarsi influenzare da preconcetti o barriere di diverso genere, decidere di prendere la strada ritenuta adatta, proficua e confacente a se stessi. Esempio: l’Università offre molte Facoltà che possiamo dividere in due grandi gruppi, umanistiche e scientifiche. Siamo liberi di scegliere quella più idonea al nostro essere senza dover decidere in base a ciò che la famiglia si aspetta da noi (condizionamento privato) e neppure in base a ciò che la società ritiene più adatta a seconda del sesso di appartenenza (condizionamento sociale). È possibile per tutti fare un scelta di questo tipo? No, altrimenti non ci sarebbe ancora un basso numero di adesioni femminili alle facoltà come matematica, astronomia e informatica. Anche se illustri donne a partire da Margherita Hack fino Samanta Cristoforetti si dedicano e si sono dedicate alle scienze: purtroppo non bastano pochi esempi, seppur illustri, per invertire la rotta.
Lo strumento per superare certe barriere mentali, gli stereotipi, le idee non nostre che albergano nella mente, è sempre la filosofia. Quando un filosofo ti prende per mano avverti la sensazione che una nuova visione della vita sta per raggiungerti: le difficoltà sembrano meno gravi. Ma facciamo un passo indietro e per prima cosa chiediamoci quando vogliamo essere presi per mano. Ci sentiamo oppressi dalla difficoltà di scegliere? Non sappiamo come affrontarla? La filosofia contiene in sé gli strumenti per attivare le nostre risorse, anche quelle più nascoste e inimmaginabili, essa sa staccare e portare a galla l’indispensabile per il raggiungimento della nostra meta. Se la filosofia diventa pratica, allora è terapeutica e lo è nel significato originario del termine: terapeutica è “la cura, il prendersi cura” e deriva dal greco terapeia (θεραπεία) che è rispetto, cura, servizio, sollecitudine. Una simile cura, grazie al dialogo profondo, ci conduce alla libertà di scegliere, ci sollecita verso la libertà di non temere di andare per la nostra strada. L’esistenza non è solo caratterizzata da problemi da risolvere, guai che ci piombano addosso e da cui ci dobbiamo difendere, fortunatamente la nostra vita è costellata anche da buone cose, da persone straordinarie, purtroppo a volte non sappiamo riconoscerle all’istante e di conseguenza rischiamo di farcele sgattaiolare dalle mani. Non dobbiamo scordare quanto le persone migliori siano terapeutiche: ci fanno stare bene, si prendono cura di noi come un’insegnante capace di capire che abbiamo più possibilità in un determinato campo del sapere e ci incita ad andare avanti o come un datore di lavoro illuminato in grado di comprendere di non lasciarsi scappare la nostra predisposizione ai rapporti umani.
Non possiamo scegliere senza consapevolezza, non possiamo scegliere se non siamo liberi dentro. Scegliere è una delle pratiche più difficili se le idee non sono chiare, se non siamo in grado di puntare il riflettore per mettere a fuoco chi ci sta intorno. Riconoscere ad esempio la differenza tra chi ci ama e chi no è il primo passo. Liberi da tante zavorre, saliremo leggeri sempre più in alto alla conquista di ciò che è bene, buono, bello per noi. Certamente so benissimo quanto sia complicato vivere in questo mondo, pensiamo al virus: siamo liberi di scegliere se vaccinarsi oppure no? Siamo liberi, ma poi se non ci vaccineremo non potremo circolare per l’Europa così come non potremo accedere a luoghi affollati. Possiamo concludere dicendo che la libertà di scegliere è limitata solo ad alcuni ambiti dell’esistenza, per questa ragione dobbiamo, il più possibile, tenercela stretta.