Le polemiche che hanno portato alle dimissioni sono nate da un post pubblicato sul proprio profilo facebook di Rossella Angiolini avvocata e insegnante che corse nel 2006 per il centrodestra come sindaca di Arezzo e che da un paio di anni ricopre il ruolo di presidente della commissione Pari Opportunità della Provincia di Arezzo, in cui aveva scritto: “Delitto di Saman, ma quelle zoccole femministe di sinistra dove sono?
di Daniela Tuscano
Rossella Angiolini ha toccato il fondo. Si poteva far di peggio? Sì, taluni ci sono riusciti.
Per una sorta di riflesso condizionato, di precordi. È un credo, antropologia. Succhi gastrici.
Non definiteli ignoranti. Sbagliereste. Certo, nulla sanno del femminismo e delle sue battaglie e delle discussioni che l’attraversano, a proposito di #Saman e non solo. Ma l’ignoranza, pur se non socratica, conserva tuttavia un’aura di candore qui completamente bandita. Il tono “scherzoso” è quello su cui si fonda il #sistemaprostituente. È solo una z…, cosa sarà mai! È il mestiere più antico del mondo, bellezza. Una tappa obbligatoria nell’iniziazione dei giovani maschi, una risata, un’alzata di spalle. Di là non c’è un essere umano, c’è soltanto una donna, una donna di tutti quindi di nessuno, un oggetto col quale divertirsi e poi lasciarlo lì, accartocciato come il cellophane d’un leccalecca.
Delle mille Saman che hanno attraversato le nostre esistenze, chi si è mai curato? Normalmente le disprezziamo; ma adesso tornano comodo per attaccare le donne libere, indipendenti, pensanti. Le femministe, appunto.
E siamo tutte figlie del femminismo, anche chi non si ritiene tale. Lo siamo nel momento in cui ci guardiamo allo specchio e ringraziamo Dio, o la dea, o il caso, o la natura, o la madre, o il padre o le stelle di averci dato questo corpo, quest’anima, sogni e cuore di donna. E ci ribelliamo se qualcuno li umilia, o addirittura ce li sottrae. Saman – che non “voleva essere italiana”, lo era già – incarnava tutte queste donne.
È bene lo ricordiate. E non permettetevi di usarla contro alcunché.
© Daniela Tuscano