«E’ difficile dire esattamente come nasce un libro di poesie. E’ un intuizione, un momento in cui la poesia arriva da te, una sorta di anarchia poetica.»
Così la scrittrice Elena Rossi, spiega com’è nato 24 Ore-Sguardi, pubblicato da Edizioni Ensemble, la sua prima raccolta di poesie che racchiude in 30 intensi componimenti, il senso di smarrimento, sospensione e preoccupazione che ognuno di noi ha vissuto in questo anno e mezzo di pandemia.
«Mi trovavo a Parigi questo inverno durante il secondo lockdown, il primo lo avevo passato in Italia, – racconta Elena Rossi – e ho sentito il bisogno di comunicare quello che stavo provando. Sofferenza e disagio, ma anche qualcos’altro, per esempio speranza, forza e determinazione, la stessa che ci ha visto uniti e decisi, anche grazie alla tecnologia, a portare avanti le nostre vite. 24 ore-Sguardi è il risultato di queste emozioni che ho vissuto quasi compulsivamente.»
E’ responsabile della comunicazione di Universities Network for Children in Armed Conflict, rete internazionale, supportata dal ministero degli esteri, che lavora per proteggere i bambini nei conflitti armati. Quanto di questa esperienza è entrata nella sua scrittura?
«Sicuramente il fatto che faccia questo lavoro e sia a contatto con rifugiati e con il mondo internazionale che si occupa di bambini, è fonte di ispirazione continua per la mia scrittura. Però la sfida per me, è quella di scrivere di qualcosa che posso non conoscere nella vita reale. Esprimere punti di vista diversi dai miei.»
La poesia può essere considerato un mezzo di comunicazione efficace?
«Spero proprio di si. Sono consapevole che non è un genere semplice da divulgare in Italia, eppure, mi creda, c’è tanta attenzione anche da parte dei giovani. Si può divulgare anche attraverso i social. Per esempio da uno dei brani della raccolta, dal titolo Con un anonimo positivo. Chiedo Perdono, è nato un progetto audiovisivo di carattere sociale che ha coinvolto nella recitazione attrici da tutta Italia (il link per vederlo https://youtu.be/TtB6JVEbqQI )
Perché piace la poesia?
«Perché non ha età, non ha etnia, nè residenza, è libera.
E’ un’ arma potente per contrastare la violenza, rompere il silenzio, per scappare dalla solitudine, e dalla depressione che sempre più spesso attanaglia le persone e proprio i più giovani.
Nella poesia si possono trovare tante risposte.»