Questa estate 2021 è stata quella dello sport. Europei di Calcio (maschili) prima (vinti al fotofinish dall’Italia) e ora le olimpiadi di Tokio 2020. Le olimpiadi giapponesi, sebbene sembrassero nate sotto una cattiva stella e rimandate già dall’anno scorso causa covid, pare stiano dando ottimi risultati per l’Italia soprattutto nel settore donne.
Seguendo però la storia dei Giochi Olimpici dalle sue origini, veniamo ad apprendere che questi nonostante abbiano da sempre accompagnato l’emancipazione e l’affermazione delle donne nel panorama sportivo alle prime Llimpiadi della storia nel 776 a.C., le donne non potevano partecipare alle gare, neanche come spettatrici. Il numero delle donne è andato pian piano crescendo fino a una perfetta uguaglianza di genere negli atleti , con lo stesso numero di partecipanti maschi e femmine, che sarà raggiunta per la prima volta alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Nemmeno nella prima Olimpiade tenuta in epoca moderna, nel 1896 ad Atene, fu permessa la partecipazione femminile, poiché si voleva rispettare la tradizione classica con atleti rigorosamente di sesso maschile. Tuttavia una maratoneta greca di umili origini, Melpomene, riuscì a gareggiare non ufficialmente, correndo da sola la gara maschile.
I primi Giochi olimpici aperti alle donne furono quelli di Parigi del 1900, con ventidue atlete che rappresentavano il 2% di tutti i concorrenti. Il tennis e il golf furono però le uniche discipline in cui le donne potevano competere in gare esclusivamente femminili.
La svizzera Hélène de Pourtalès divenne la prima campionessa olimpica femminile, come atleta della squadra vincente nella gara di vela, il 22 maggio 1900. La tennista britannica Charlotte Cooper fu la prima donna a vincere l’oro olimpico in una gara individuale.
Le Olimpiadi di Parigi del 1900 videro anche la partecipazione di una madre e di una figlia, le americane Margaret e Mary Abbott, nella stessa disciplina, il golf.
Per arrivare alla prima medaglia d’oro femminile italiana abbiamo però dovuto aspettare il 1936 a Berlino con Ondina Valla, negli 80 metri a ostacoli
La presenza femminile alle olimpiadi fu possibile perchè nel 1921 la fondazione della Federazione Sportiva Femminile Internazionale – a opera della nuotatrice e dirigente sportiva francese Alice Milliat – segnò un significativo passo avanti nella lotta per il riconoscimento dello sport femminile a livello internazionale. Nel 1922 Alice Milliat organizzò a Parigi la prima edizione dei Giochi mondiali femminili. Ottenne un tale successo fu tale che il Comitato Olimpico Internazionale decise di consentire la partecipazione delle donne alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.
La svolta definitiva nella partecipazione delle donne alle Olimpiadi avvenne ai Giochi del Messico del 1968, dove su 7200 atleti ben 845 erano donne.
Negli ultimi 30 anni, il Comitato Olimpico Internazionale ha incoraggiato i Comitati Olimpici Nazionali e le Federazioni Internazionali a sostenere la partecipazione delle donne nello sport a tutti i livelli. I Giochi olimpici di Londra 2012 sono stati i primi in cui le donne hanno partecipato in tutte le discipline grazie all’introduzione della boxe femminile.
Ecco perchè molte atlete italiane che hanno conquistato una medaglia sono da annoverrsi nelle discipline considerate fino a poco tempo fa maschili, come la boxe. Questo a dimostrazione che il sollevamento pesi ed il pugilato non sono poi arti sportive solo e completamente maschili. Qualsiasi disciplina sportiva è esercitabile da entrambi i sessi.