La grandezza delle atlete
Nella storia ormai sono entrate loro, le canottiere Federica Cesarini e Valentina Rodini. Brave, bravissime, determinate e soprattutto giovani. Giovani nel loro entusiasmo, a mezzo fra incredulità e conquista, perché ormai possono tutto e per pochi istanti: vale giocarseli, il balzo liberatorio nel fiume come la schienata sul green di Wimbledon di Ons Jabeur – un tuffo pure quello -. Ed è apoteosi di corpi, braccia a snodo, coscione stravaccate e chissenefrega.
Non più donne, non solo donne, ma donne interamente, e dietro c’è il lavoro la fatica la disciplina e la fame. La stupefazione che hanno custodito in grembo e adesso esplode, ma senza ferire. Non conosce peccato né malizia, e per questo è solo bella: “Certo che litighiamo, come marito e moglie” ammettono le campionesse e sta lì, in quel giubilo disarmante, il segreto dell’innocenza. Avranno forse compagni, figli. Non rinunciando però a sé stesse, e li ameranno perché si amano.
Dalla storia è uscita invece un’altra Federica, ancora lei: una Pellegrini cui è sempre un po’ imbarazzante dedicare poche righe, anche a rischio retorica. Non si può, del resto, imputarle colpe per il fisico neoclassico e il palmarès da francobollo. La collochiamo dove merita; fuori della storia, appunto. E dentro l’Olimpo. Ché gli dèi, e in particolare le dee, in fondo ci somigliano così tanto. Hanno ripensamenti, scatti d’ira, furori, passionacce, in barba alla calma olimpica. E Federica coi suoi personali marosi ha lottato al punto di annegarci, ma li ha abbattuti quando se ne dichiarava preda e la debolezza pareva emergere dalla voce acquitrinosa, gli occhi atoni, troppo chiari, già istriani. E fuggevoli. Li affronterà ancora, ma poi via, a ghermirli a uno a uno come idre. Ha chiuso i 200 stile libero, il record del mondo resta suo, Ed è tutto e solo sport in quanto rito sacro. Le donne calpestano i secoli su cromatiche ghirlande e il passato si offusca, rattrappisce.
Certo, ci riempie d’orgoglio il bronzo nel 4senza di Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo (chiamato a sostituire Bruno Rosetti positivo al covid19), Matteo Lodo e Giuseppe Vicino, applaudiamo l’argento dell’inossidabile Gregorio Paltrinieri nel crawl ma sono le ragazze a splendere, e lasciateci esultare al loro fianco.