Incontro Lorella Zanardo in una sera di fine estate a Carrara, nello spazio di un un luogo bellissimo chiamato Animosi Caffè, dal nome del gioiello di teatro ottocentesco alle sue spalle
Lorella è qui per presentare il suo ultimo lavoro “Volto Manifesto” realizzato insieme a Cesare Cantù.
Un nuovo video a undici anni dall’uscita del suo ormai storico “Il corpo delle donne”, opera ormai cult nell’ambito della comunicazione , denuncia della mercificazione del corpo femminile a fini commerciali, ideologici e politici da parte dei media italiani. Un lavoro visto ad oggi da più di quattro milioni di persone.
E’ affascinante ascoltare Lorella Zanardo. Palese l’attenzione alla parola scelta con cura, alla ricerca della semplicità e contemporaneamente alla attenzione ad un linguaggio efficace per la comprensione di tematiche complesse anche da parte del pubblico più variegato.
Impossibile non chiederle, dopo l’impegno ormai di una vita su tanti fronti , chi sia Lorella Zanardo oggi.
“Io mi trovo bene – risponde- nel definirmi una attivista. Mi interessa da sempre e molto attivare dei cambiamenti sociali attraverso delle provocazioni. Lo è anche questo ultimo documentario “Volto manifesto”.
Portando poi il mio lavoro anche in situazioni non facili e con pubblico sempre eterogeneo”.
“Volto Manifesto” -prosegue Zanardo – arriva a seguito del lavoro, in questi ultimi anni , di catalogazione e archiviazione di migliaia di immagini usate soprattutto dai più giovani sui loro profili social .
Cercando di fare educazione consapevole all’uso dei media con l’ Associazione Nuovi Occhi per i media . Analizzando, quindi , questi stessi media usati oggi da ragazzi e ragazze ci siamo resi conto osservando le loro immagini , della tendenza ad andare verso la creazione di un volto unico.
Volto unico nel senso che abbiamo notato che nelle immagini usate i loro visi diventavano sempre più simili , con i tratti che, a seguito delle varie modificazioni apportate, si mostravano assolutamente uguali . Oltretutto verificando poi questo come fenomeno mondiale e non solo italiano. Una evidenza che abbiamo ritenuto decisamente preoccupante e l’impegno , esattamente come fu per Il Corpo delle Donne , è diventato quello di alzare il livello di consapevolezza verso questo fenomeno dato che non se ne parla ma esiste”.
“In questione ” prosegue Lorella Zanardo “ non c’è, ovviamente, la libera scelta individuale dei comportamenti e delle modificazioni, ma il fatto che esperienze così complesse avvengano senza una diffusa consapevolezza e un discorso sociale condiviso. Non serve emettere giudizi ma capire dove tutto ciò ci sta conducendo”.
Volto Manifesto è un lavoro che si allarga alla analisi di tutto quello che è il cambiamento imposto dai media sulla nostra immagine individuale . Individualità che una volta era un pregio , mentre è l’omologazione allo stereotipo predefinito che oggi rassicura. Una inchiesta sulla rimozione collettiva anche del tempo che passa sui nostri volti, sull’invecchiamento , sul desiderio ossessivo di perfezione e definizione esclusivamente estetica di quella che è la nostra “faccia”, il nostro primo modo di presentarci al mondo, di relazionarci.
“Comunicando che il nostro volto non è solamente il luogo dell’estetica , che è ciò che viene fatto passare oggi , ma è anche il luogo dell’Etica” aggiunge Lorella durante la chiacchierata sul suo nuovo lavoro alla fine della proiezione. Opera che, come è stato per Il Corpo delle Donne, è un progetto globale dato che diventerà anche un libro, un impegno con incontri nelle scuole e anche la proposta all’Unesco di far diventare il volto umano Patrimonio dell’Umanità.Con l’idea di invitare tutti a un dialogo collettivo e condiviso sul tema dell’unicità del volto, delle trasformazioni reali e digitali in atto, del ruolo unico ed irripetibile che il volto riassume all’interno delle relazioni umane e per l’etica di una società”
Un’ inchiesta questa della Zanardo che , dalle facce modificate dal fotoritocco , arriva ai pixels dei cosiddetti digital humans fino alla realtà degli androidi antropomorfi già in commercio , che siano le sex dolls dalla intelligenza artificiale o gli androidi già usati già in Giappone come badanti
Impossibile non chiedere, inoltre, a lei che da sempre vive la comunicazione in rete quanto sia possibile , oggi, condurre una comunicazione fra gli utenti in questo spazio sempre più conflittuale.
“Gestire oggi i social- risponde- è difficilissimo .E’ diventato impossibile il confronto. Jaron Lanier (nb.informatico e pioniere della virtual reality ) dice che la natura stessa dei social è fatta perché non sia possibile uno scambio reale per cui finisce spesso per far dare il peggio di sé a molti di noi . Praticamente un luogo dove il confronto sembra agevolato ma che non è tale.
Quello che con il mio lavoro voglio cercare di portare nelle scuole è proprio riuscire ad trovare il modo di esprimere la propria opinione senza arrivare mai allo scontro perché si perde in partenza .
Il consiglio che diamo sempre quindi, quello più importante è questo: sapersi fermare”.
Prima di lasciarci impossibile non chiedere a Lorella se Il corpo delle donne sia ancora attuale.
“Si certo. Lo è come strumento di riflessione certamente anche se è cambiato il mezzo. Lì era solo televisione lo dovessimo fare oggi sarebbe certo ancora televisione, dato che comunque è vista ancora tanto, ma dovremmo mettere tutti i social. E’ attuale oggi nella misura in cui le donne vengono proposte o si propongono in modo oggettivante. Il messaggio che vorrei ancora lanciare di analisi è ,per esempio, sul perché la quasi totalità delle influencer , compresa Chiara Ferragni che è certamente una imprenditrice bravissima, debba essere sempre e solo una immagine sorridente, con la testa reclinata e lo sguardo da cerbiatto? Dopo anni che abbiamo combattuto per avere un volto che esprimesse chi siamo io non credo che si debba necessariamente dimostrare solo voglia di sorridere. Ecco noto una regressione su questo. Noto che le ragazze scelgono ,anche per sviluppare businnes interessanti ,che è anche giustissimo, di avere soprattutto questa faccetta sempre un po’ rassicurante e consenziente. Perchè non farlo con una faccia anche un po’ tosta? Ecco su questo direi di continuare a ragionare e in questo senso vedo ancora attuale il lavoro fatto nel 2009 ” .
La serata è terminata e il sapore che resta è il piacere della parola giusta, del dialogo limpido . Dell’ineluttabile bellezza di qualcosa che fa pensare , senza necessariamente giudicare. Con la consapevolezza che accorgerci di quanto accade sta solo a noi .
Nella presentazione iniziale Silvia, l’instancabile giovane organizzatrice dell’evento , ha detto che ha visto tempo fa il “Il Corpo delle Donne “ perché sua madre gliel’ha fatto conoscere e da ciò è nato l’invito a Lorella.
Ecco, io credo che quello che sta segnando il valore di un lavoro culturale e di crescita come quello compiuto in questi anni da Lorella Zanardo sia proprio questo.
La capacità di riuscire ad attraversare con la stessa freschezza tempo e generazioni.
Potendovisi aggiungere ogni volta qualcosa che lo ridefinisce , senza snaturarlo , anche in un tempo nuovo .