Barbara Palombelli è nella bufera sollevata dal mondo femminile per una frase da lei detta e secondo lei estrapolata. Dice di non essere stata capita . Voi che ne pensate^
Secondo una lettrice Maria Giovanna Talia
La Palombelli ha perso una ottima occasione per dire cose sensate.
Un pensiero come quello espresso non esce per caso, in una persona abituata a esprimersi in pubblico il controllo e il coordinamento delle parole è automatico. Quindi si deve ritenere che è il riflesso di una valutazione conclusa e ragionata, su un tema sensibilissimo, in un contesto in cui il fine educativo è insito nel contraddittorio sviluppabile. Pertanto la valutazione della frase infelice non può fermarsi alla frase come fenomeno fonetico acustico. Il problema è il disvalore che avvolge la vita delle donne in particolare , che rappresenta la via di elezione per risolvere i conflitti, non con le donne ma con l’incapacità di affrontare la vita in modo civile di chi sceglie la violenza come modo di liberarsi di quello che vede come ostacolo insuperabile alla propria impossibilità malata di affermazione. Chi sceglie la violenza fa sostanzialmente una dichiarazione di fallimento. Il numero di dichiarazioni di fallimento segna la temperatura complessiva del fallimento di una società civile in cui la civiltà dei rapporti come della legalità non interessa chi dovrebbe fare da filtro preventivo per tutelare il bene primario. Lasciare tale tutela incustodita e abbandonata nelle mani di chi a sua volta vive situazioni fuori controllo è segno di assenza di ordine democratico e soprattutto della realizzazione dell’ordine democratico , che nel nostro paese non è più nemmeno teorico. In questo senso Barbara Palombelli ha detto quello che il contesto rende ormai consentibile, ma civilmente e democraticamente inaccettabile. La democrazia come luogo di tutela dei diritti è ormai un lontano sfumato anelito, difficile da trovare nei percorso logici dei dibattiti politici e poi televisivi.