Consulente del lavoro, argentina con madre calabrese, Francisca Carmen Albamonte é una donna con una energia capace di spostare una montagna, con tanta voglia di smuovere ogni ristagno, con tanta attenzione rivolta al mondo femminile.
L’ho conosciuta quando mi ha invitata a tenere un webinar su una delle mie tematiche di crescita interiore per tante donne di Fidapa, Federazione Italiana Donne Arte Professione e Affari. Sono stata colpita dalla sua forza e dalla sua amorevolezza che, insieme, fanno di lei una donna alla ricerca di un senso da dare alla sua vIta e a quella di tante donne che coordina e di cui si occupa dal suo arrivo in Italia.
Francisca viene dall’Argentina che si é lasciata alle spalle per cercare in Italia una vita più soddisfacente ma non é stato facile per lei inserirsi in questa sua nuova realtà. Mi piace la sua capacità di affrontare difficoltà e delusioni trasformandole in nuove occasioni di crescita; e questo suo saper vivere la fertilità di ogni attimo riunendo donne, mettendole in contatto tra loro, mostrando a ognuna la possibilità di reinventarsi sempre. Una Donna che non si arrende e che non si chiude in se stessa ma mette le orme perché altre, dopo di lei, possano sentirsi vive e reagire per ritrovare se stesse.
La incontro da me a Joie de Vivre, un nome che a lei si addice moltissimo.
*Come mai hai lasciato l’Argentina e sei venuta in Italia?
Avevo da poco finito ragioneria in un settore specialistico, fiscale e contabile, una nuova tipologia di diploma che introduceva meglio al lavoro. L’Argentina stava attraversando difficoltà economiche. Abitavo con mia mamma, noi stavamo discretamente bene. Con il mio lavoro portavo a casa il sufficiente per vivere, ma mia madre, molto giovane, con due figli e un marito inesistente, non aveva più un lavoro fisso. Uno zio che viveva in Brasile, mi ha aperto all’ipotesi di andare in Italia dove avrei trovato i parenti (i miei genitori sono originari della Calabria). In Europa tutti stavano bene, tanti figli di immigranti tornavano nel paese di origine dei loro genitori. Così, nel 1988 partii senza finire l’università, ma avevo appurato che avrei potuto terminare il corso di laurea in Europa: ero piena di entusiasmo, alla ricerca degli affetti e della realizzazione professionale che avevo avviato in Argentina e che in Italia avrebbe dato frutti migliori!
*E come andò?
Arrivate in Italia, siamo state per un po’ a casa della nonna materna, in Calabria, a Corigliano Calabro, ma dopo pochi mesi la mamma era entrata in una forte depressione, le mancava la sua Argentina dove aveva lasciato suo figlio. Così siamo tornati per un anno in Argentina, per poi tornare in Italia nel gennaio 1990. Quasi subito iniziai a lavorare ma gli anni in Calabria, anche se in tutti i modi ho cercato di farmeli andare bene, sono stati tanto sofferti. Un matrimonio fallito e nessuno sbocco lavorativo, mi hanno convinsero che era arrivato il momento di dare una svolta alla mia vita.
* La svolta è stata trasferirti a Milano?
Decisi di separarmi e di andare via dal paesello. Un’ amica argentina fu il mio ponte per Milano che, per la mia preparazione scolastica, mi sembrava perfetta! Da sempre avevo sentito dire in Argentina che Milano era una città fantastica, moderna alla avanguardia, dove girava la grande economia grazie alle tante industrie. Era il posto dove avrei avuto più opportunità di vita. Ed è stato cosi.. Sono venuta in Italia alla ricerca di affetti ma li ho trovati solo a 48 anni, grazie all’incontro con il mio compagno Andrea.
*Quali sono state le difficoltà che tu hai vissuto in quanto donna?
Sono stata molto insicura, spesso spaventata che l’uomo potesse approfittarsene. Alla base c’era tanta mancanza di autostima. Credo che in tantissime donne, ci sia mancanza di autostima ed insicurezza.
* Cosa ti ha aiutato a affrontarle e superarle?
Mi ha aiutato tanto il mio lavoro, ho acquisito sicurezza professionale e poi è arrivato il resto. E sicuramente anche mi ha aiutato molto la grande stima che ha per me il mio compagno.
*Cosa apprezzi di più in un uomo?
Un uomo è protezione e forza
*Cosa in una donna? La donna per me è purezza, bellezza ….Per me la bellezza esteriore equivale a quella interiore.
* Perché e come ti batti per le donne?
Le donne devono avere le stesse occasioni e possibilità degli uomini. Le donne hanno un’energia interiore che spesso non riesce ad emergere. I motivi possono essere i più svariati, ma credo che lavorando sull’autostima, anche attraverso dei corsi dedicati, si possono raggiungere grandi risultati. Il tema della violenza contro le donne è quello che più mi sta a cuore e sul quale ho lavorato molto. Il mio progetto Rose Rosse per te, si basa su corsi di formazione aziendale, attraverso i quali formare gli uomini al rispetto per noi donne.
*Parlando con te di donne non posso che chiederti di Fidapa, di cui oggi sei presidente. Di cosa si tratta?
Fidapa (Federazione Italiana Donne Arte Professione e Affari), è’ un’ associazione le cui socie sono solo donne, che fanno rete tra loro attraverso le varie sezioni (l’associazione ha sedi in tutto il mondo) e che insieme si sostengono e si supportano, nel portare avanti proposte di legge, progetti per i comuni e diventano guide per le donne in difficoltà.
*E come hai incontrato questa associazione?
Il mio incontro risale al 2012, nella sezione di Corigliano Calabro. Il mio incontro con la sezione di Milano arriva nel dicembre 2014, quando ad una cena ho incontrato la presidente di allora, Laura Caradonna. Scattò subito tra me e lei una simpatia, allora subito ci siamo dette “sentiamoci, facciamo..”
*E cosa avete combinato insieme?
Dopo questo incontro siamo entrati nel periodo di preparazione per Expo 2015 Fidapa insieme all’ associazione Aidda, organizzarono 3 giorni dedicati all’etica, con convegni e relazioni. Si trattava di convegni per ogni tipologia di categoria professionale, legata a sua volta agli ordini professionale milanesi, (avvocati, commercialisti, architetti ecc). Fu Laura Caradonna a propormi di organizzare un convegno sull’etica nel mondo del lavoro, con la mia categoria dei Consulenti del Lavoro. Così ho iniziato la mia avventura in Fidapa.
*Quali responsabilità hai come presidente della Fidapa?
Le responsabilità che ho sono molteplici: riuscire a portare avanti la mission, rappresentare tutte le mie socie di sezione, tenere il gruppo coeso. Molte volte fare i presidenti ti fa pensare e anche agire come se tu potessi progettare e decidere da sola, come se l’incarico di presidente ti desse in quel tempo di durata del mandato, la proprietà dell’associazione. Sei diventato presidente, che ruolo mega, allora fai quello che vuoi tu!
*Invece..?
invece il Presidente é colei che coordina, che rappresenta le altre socie e che le guida, non colei che si impadronisce per un determinato periodo di quel contenitore e se lo usa a proprio piacimento.
* Ma cosa ti spinge a questa responsabilità?
Prima di tutto la necessità di aiuto al prossimo, nel caso di Fidapa è aiutare le donne meno fortunate di me, che non hanno la possibilità di essere rispettate . E poi, mi spinge il fatto che una società migliore potrà esserlo solo se guidata pariteticamente da uomini e donne. L’energia delle donne insieme a quella degli uomini, sono indispensabile ugualmente per fare un mondo migliore.
* Quali sono state le tue più grandi soddisfazioni in Fidapa?
La più grande in assoluto aver fatto la presidente nel vero senso della parola. Non ho fatto nulla senza passare da esame ed approvazione.
*E poi?
L’aver fatto arrivare in sezione Milano 20 socie nuove, perché per fare voce e per essere un movimento di opinione, più siamo e più contiamo … e quindi contiamoci per contare! Poi le grande amicizie che ho fatto in lungo ed in largo per l’Italia … perché avere amicizie ti consente di confrontarti, ed il confronto mi ha tanto arricchita.
*Quali le tue delusioni?
Aver trovato donne che usano Fidapa a favore di se stesse
* Che valore ha per te l’amicizia e come porti questo valore in Fidapa?
L’amicizia per me è il più bel regalo che ci sia nella vita di ognuno di noi. Per me vale il detto “Chi trova un amico trova un tesoro”. Sto dando il mio contributo affinchè in Fidapa, le fidapine trovino questo importante valore di amicizia e vera sorellanza.
* Una vita di volonariato, la tua. Ti dedichi al volontariato anche fuori da Fidapa?
Il mio lavoro di volontariato inizia fin da ragazza. Sono stata nell’ Azione Cattolica a Buenos Aires, ero coordinatrice del gruppo giovanile della mia parrocchia di quartiere. Poi c’é stata una grande collaborazione con i Boy Scout: abbiamo ideato la “olla popolar” (pentola popolare). Due giorni alla settimana davamo da mangiare ai bisognosi del quartiere. Io aiutavo in tutto, dalla raccolta degli alimenti con i commercianti del quartiere, al raduno dei bambini bisognosi che erano i primi ad avere posto. Poi aiutavo a preparare da mangiare, a servire ai tavoli e a sistemare il posto dove in parrocchia allestivamo i tavoli… E’ stata una bellissima esperienza, avevo solo 16 anni…
*E oggi, Fidapa e Rotary a parte, a quale altro volontariato ti dedichi?
Sono responsabile da 10 anni della delegazione di Milano della RMR (ricerca delle malattie rare), che opera all’interno dell’istituto Mario Negri . Sono revisore dei conti volontaria alla Federavo Federazione dell’Associazione Volontari Ospedalieri.
*Che senso ha nella tua vita il volontariato?
Dà il senso alla vita, senza il volontariato che vita avrei avuto, come si può vivere senza occuparsi del prossimo? A volte quando vedo in TV delle situazioni di precarietà devo cambiare canale, mi fa sentire impotente. Per me non esiste non aiutare, ma non solo nel volontariato, io sono sempre a disposizione di tutti, ho fatto anche tanto volontariato nella mia famiglia tra i miei amici. Non si può vivere in una campana di cristallo, siamo tutti dentro questa campana: come si fa a disinteressarsi dell’altro?
*E ora hai scelto di impegnarti per Milano..
Sono candidata Consigliera Comunale alle prossime elezioni, nella Lista Civica Luca Bernardo Sindaco. E’ successo tutto molto repentinamente, senza che minimamente me lo aspettassi. Il mio impegno per Milano nasce dalla gratitudine per la città che mi ha formata, come donna, come professionista e anche come cittadina. La mia prima attenzione per Milano é nata con il Rotary con cui iniziammo a fare dei services per il territorio. Così nacque il mio primo impegno per Milano. Io arrivo da un Paese, l’Argentina, dove ho vissuto in dittatura e trovo meraviglioso da sempre, la possibilità di votare in libertà come si fa qui in Italia. Sono molto orgogliosa di essere stata chiamata da Luca Bernardo per far parte della sua squadra e spero di avere la possibilità di poter fare qualcosa di concreto per la mia città.
* Tre aspetti belli di te Solare, solidale e sincera
* Che senso ha per te la vita? Senti la presenza di un aspetto spirituale in te?
Per me la vita ha un senso se ti realizzi e riesci a dare un contributo nel tuo piccolo mondo. Sicuramente sento un aspetto spirituale in me, difficile descriverlo…Nel fare del bene, ritrovo il lato più umano. E amo coltivarlo: ognuna delle persone che incontro e che in qualche modo riesco ad aiutare, mi lascia qualcosa. E quel qualcosa, mi fa diventare una persona migliore.