Un film godibile, ironico e grottesco al punto giusto, che invita a riflettere su come in un mondo che ci ossessiona con il mito della perfezione la nostra fragilità può diventare un punto di forza
Se dovessi pensare ad un aggettivo per questo film me ne vengono in mente tre: caleidoscopico, visionario e pop.
Ci ho trovato un po’ del Baz Luhrmann di Moulin Rouge, un po’ di Tim Burton di Alice di Wonderland, un po’ di Federico Fellini di Amarcord, un po’ di Charlie Chaplin di Il grande dittatore.
E non potrebbe essere diversamente visto che una parte della formazione degli sceneggiatori Nicola Guaglianone e Gabriele Mainetti è avvenuta oltreoceano e Mainetti è anche il regista e coautore delle musiche del film.
E’ un racconto che parla di diversità, buoni sentimenti, amore incondizionato, follia, sogno, guerra.
Il film è ambientato nel 1943 in una Roma assediata dai nazisti e distrutta dai bombardamenti e mette insieme le vicissitudini immaginarie dei vari personaggi con i fatti realmente accaduti; scene che ci riportano ai terribili accadimenti storici come i rastrellamenti degli ebrei.
I personaggi principali Matilde, la ragazza elettrica – Fulvio, l’uomo lupo – Mario, il nano calamita e Cencio, il ragazzo che domina gli insetti sono, come richiamato dal titolo, dei capricci della natura, fenomeni da baraccone.
La loro fortuna è stata quella di incontrare Israel, un ebreo che sotto il tendone protettivo del circo Mezzapiotta li fa esibire trasformando le loro stranezze in attrazione.
Ma c’è un altro personaggio che potremmo definire freak, il tedesco Franz, direttore artistico del Zirkus di Berlino e pianista talentuoso, dotato di sei dita per mano.
Franz è psicopatico ma ha una donna, Irina, che lo ama al punto da seguirlo in tutti i suoi vaneggiamenti e lo seguirà fino alla morte. Pensavo alla Petacci mentre guardavo Irina.
Franz è anche schiavo dell’etere e quando è strafatto, come una Cassandra, vede il futuro, che disegna quasi per renderlo vero; ma quello che vede, la sconfitta tedesca e il suicidio di Hitler, non gli piace così, attraverso un piano partorito dalla sua mente malata, vuole tentare di ribaltare la storia utilizzando i poteri dei quattro circensi che cerca da tempo.
Quando, durante un bombardamento, il circo viene distrutto l’improbabile compagnia decide, pur con innumerevoli dubbi, di seguire Israel in America.
Ma Israel, cui avevano affidato i loro risparmi, non torna con i passaporti e di qua partono e si sviluppano le storie dei nostri quattro freaks.
Fulvio, ignaro dei piani di Franz, decide di unirsi al Zirkus di Berlino. Mario e Cencio, incapaci di immaginarsi senza una guida lo seguono. Sarà Matilde, la ragazza elettrica, a decidere coraggiosamente di andare a cercare Israel, pur restando sola.
Saranno le avventure e le difficoltà che dovranno affrontare, insieme e singolarmente, a trasformare i nostri quattro strani amici in eroi positivi in grado di utilizzare i loro “poteri” per sconfiggere il male, in questo caso rappresentato dalla guerra e dalle sue terribili conseguenze ma anche dalla malvagità umana di Franz.
Franz si è privato (tagliandosi il sesto dito) di quello che lo rendeva un diverso in positivo, poiché gli consentiva di esprimere al meglio il suo talento di musicista, per privilegiare il suo lato oscuro.
Insomma un film godibile, ironico e grottesco al punto giusto, che invita a riflettere su come in un mondo che ci ossessiona con il mito della perfezione la nostra fragilità può diventare un punto di forza.
Regia di Gabriele Mainetti. Un film Da vedere 2021 con Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi.
Mi chiamo Maria Rosaria Ayroldi, all’anagrafe, dalla nascita mi hanno sempre chiamata Marisa.
Laureata in Sociologia. Specializzata in “Editoria, giornalismo e Comunicazione” e in “Cittadinanza attiva, diritti, partecipazione femminile.
Da alcuni anni mi occupo di tematiche di genere e pari opportunità e sono autrice di articoli e pubblicazioni sulla parità di genere, rischio lavoro correlato, salute e qualità della vita.
Collaboro con Tutto un altro genere – un’organizzazione di volontariato nata nel 2013, sostanzialmente un gruppo di lavoro, di amiche e di amici, che crede sia importante impegnare il proprio tempo libero per lasciare alle bambine e ai bambini, gli adulti di domani, un mondo più equo e più giusto, pari nelle opportunità, rispettoso delle differenze