Il mio Natale è un Natale di condivisione e rimemorazione,
lo è da sempre, da quando ho smesso di credere a Babbo Natale o meglio a Gesù Bambino. Era bello svegliarsi la mattina di Natale e trovare “per magia” i doni venuti dal cielo: quale bambino non sogna quel momento ricco di pathos? Di candido stupore? Un attimo di puro egoismo, ma egoismo buono, quello che fa bene alla crescita, alla buona considerazione di sé. Era bello vedere realizzati i propri desideri infantili uniti alla sorpresa di trovare qualche dono inaspettato e per questo più bello. Il momento dell’attesa era a dir poco emozionante, il famoso sabato del villaggio di leopardiana memoria rendeva tutto ancor più esaltante.
Quando nell’età adulta, dimentichi da anni del magico Natale dell’infanzia, il fiabesco si perde nei meandri dei lontani ricordi, se tutto è andato per il giusto verso si diventa solidali. Si esce dall’egoistica condizione infantile per diventare altruisti, spesso ma non sempre. Cosa cambia del Natale in epoca di pandemia irrisolta? Sicuramente anche la festa più importante risente dell’insicurezza dei tempi, forse si spende meno per regali e pranzo, si risparmia anche nell’unico momento dell’anno quando si è abituati a non badare al denaro perché Natale viene una volta l’anno…Forse si risparmia anche in altruismo? Purtroppo la pandemia sembra non fermarsi e ciò cozza con la voglia di fare festa.
Personalmente, e ve lo racconto come suggerimento per vivere meglio, da quando non credo più a Babbo Natale, che per me era Gesù Bambino, sono serena. Niente più ansia da attesa, niente più egoico godimento dei doni, niente più delusione per un regalo sbagliato, ma solo desiderio di raccoglimento per stare con le persone più care, cagnolina compresa, e ricordare chi non c’è più e mi ha donato, amandomi, il senso profondo di una rinascita. Natale ritorna ogni anno e, se si riesce ad accoglierlo come un’opportunità di scambio d’amore reciproco, nessun evento esterno lo può destabilizzare.
2 commenti
Ormai lo sento poco, festeggiamenti così fatti con regali e regalini sono per i bambini e i nonni… Mi sono orientata verso lo studio delle feste annuali in epoca precristiana e le trovo molto interessanti, ad esempio il Natale si chiamava Yule ed era la festa del ritorno delle giornate più lunghe … Tutto legato alla vita delle piante e degli animali. Queste sono le nostre origini europee
Gentile Maria Elena, interessante discorso il suo. La cosa più importante credo sia trovare il proprio equilibrio anche nel rapporto con le Teste.