I sette doni del Natale
Mi sono divertita a ripercorrere i passaggi della nostra esistenza, analizzando le diverse reazioni che in ogni nostra tappa, dai primi mesi di vita alla vecchiaia, possiamo avere a Natale nei confronti dello scambio dei doni. E’ questa una abitudine che, al di là del suo aspetto affettivo, gioioso e anche commerciale, ha in sé una valenza simbolica di grande potenza. Ho suddiviso la storia di una vita a Tappe, immaginandone le diverse valenze.
Prima Tappa: l’Innocenza.
Neonati, siamo da poco tempo giunti in questa dimensione che, però, non abbiamo ancora interamente distinto dall’altra da cui proveniamo, qualunque essa sia. Siamo ancora “quasi interamente Sé”, la nostra Personalità ha messo soltanto i primissimi semi e, certamente, non ha ancora preso il potere nella nostra vita. La sensazione è forse quella che si prova al primissimo risveglio da un sogno intenso, quando non ci siamo del tutto risvegliati e ”sentiamo” ancora in noi le orme del sogno, presenti e vive. Siamo ancora nella dimensione onirica ma siamo già coscienti dello stato di veglia, e l’una e l’altro si mescolano in noi senza competizione, nessuno dei due vuole prevalere sull’altro, ma sono entrambi veri ed entrambi presenti nello stesso modo. Siamo qua e là contemporaneamente, coscienti della nostra capacità di vivere in dimensioni parallele. Il nostro primo Natale che, comunque, cade sotto l’anno di età, non significa ancora nulla per noi, perché non abbiamo bisogno di un ponte che colleghi due dimensioni che non sono ancora interamente divise, e pertanto non comprendiamo che cosa agiti tanto il mondo intorno a noi, né dal punto di vista spirituale e nemmeno nell’aspetto gioioso dello scambio dei doni. Probabilmente siamo felici per un gioco nuovo, muoviamo le manine felici verso un oggetto colorato che attira la nostra attenzione, ma non è una gioia diversa da quella che in situazione analoga possiamo provare in qualunque momento dell’anno. Ci siamo incarnati in questa esistenza, siamo entrati nel mondo della dualità, è vero, proviamo paure, bisogni, desideri ma se volgiamo lo sguardo in un’altra direzione possiamo ricevere il nutrimento da altre dimensioni, perché siamo qui e lì ad un tempo. Forse è ancora sveglia in noi quella parte che sa, non siamo ancora stati colpiti dall’Oblio e pertanto non sappiamo fare differenze tra “là” e *Qua”, consapevoli della continuità fisiologica tra le dimensioni.
Seconda Tappa: la Magia
Quando incominciamo ad attendere Gesù Bambino o Babbo Natale e i suoi doni, significa che qualcosa già si è rotto, anche se il ponte non è ancora crollato: se i doni arrivano da Gesù Bambino o da Babbo Natale e questo ci sembra magicamente vero, allora vuol dire che abbiamo fatto comunque una scelta tra le dimensioni, siamo interamente qui. Ancora aperti, probabilmente, ancora collegati ma già in questa nostra dimensione. Il Natale inizia a diventare una delle occasioni per riallacciare il contatto, per noi comunque assolutamente vero e “normale”, tanto che non mettiamo assolutamente in dubbio che sia proprio Gesù Bambino a portarci i doni. Ci guarda da quella dimensione dalla quale proveniamo, da lì nulla gli sfugge e noi questo lo sappiamo bene perché da poco l’abbiamo abbandonata, e dall’alto “amorevolmente controlla”: se siamo buoni, se ci comportiamo bene, ci porta i regali che desideriamo. Non siamo ancora interamente nell’Oblio, siamo ancora in grado di ricordare, ma come succede quando al risveglio da un sogno le immagini sono flebili, i ricordi soltanto sottilissime tracce pronte a svanire alla prima distrazione.
Terza Tappa: la Delusione Ma cosa succede quando arrivano i primi dubbi, perché abbiamo visto un pacco col fiocchetto natalizio nascosto in fondo ad un armadio o perché la nostra amichetta ci ha detto che i doni li portano mamma e papà? La prima reazione è l’entrata in un periodo tormentato in cui brancoliamo tra le due verità, quella del cuore che ancora ci attira e quella della mente che ci incita a credere alla nuova rivelazione. La voce del Sé che ci racconta ancora la nostra storia divina e cerca di trattenerci nel ricordo della nostra vera natura e l’altra, quella della Personalità che ci spinge in una realtà tutta da verificare, da vagliare, da controllare: ecco la genesi della fase cartesiana, quella della separazione, che potrebbe continuare per tutta la vita se qualcosa non intervenisse a spingerci verso una delle due direzioni, quella dello spirito o quella della materia. O, se siamo più “fortunati”, verso la terza, quella dello spirito nella materia. Ma è un passaggio ancora prematuro, qui siamo totalmente invasi dal dubbio e dalla delusione quando questo dubbio si trasforma in amare verità. Abbiamo spiato la realtà e ci siamo accorti che era tutta una terribile bugia. Certo, i doni ce li portano mamma e papà: ma perché ci hanno mentito fino ad oggi?: Perché mai dovremmo continuare a credere di essere ancora sul Pianeta del Piccolo Principe quando invece siamo miseramente sulla terra? E se tutto quello che credevamo di ricordare fosse solo un’enorme bugia oppure semplicemente uno dei tanti sogni?
Quarta Tappa: l’Oblio Quel Piano di Volo che era così chiaro e che stringevamo tra le nostre mani come fosse un biglietto privilegiato per la nostra passeggiata in questa dimensione, di colpo svanisce. Non solo non ce lo ricordiamo più ma ci dimentichiamo perfino della sua esistenza. Un tempo era per noi naturale che fosse Babbo Natale o Gesù Bambino a portarci i regali, perché noi e lui vivevamo nella stessa dimensione, visto che non c’era alcuna differenza tra là e qua, poi ci siamo lacerati non sapendo più a cosa credere, ma ora non ce ne importa proprio nulla. Quello che conta è avere i regali. I nostri genitori ci hanno ingannato, e dopo la delusione abbiamo accettato anche questo: mamma e papà sono esseri umani, non hanno più i super poteri, raccontano bugie e sono assolutamente fallibili. Non sono più i nostri eroi ed allora quello che conta è che in cambio del tradimento ci riempiano di doni. Abbiamo imparato a barattare la verità con il potere, la genuinità con il patto, la purezza con la ricchezza. Anche noi ora siamo cittadini di questa dimensione, l’unica che conti perché forse è l’unica che esiste. E comunque questo non è nemmeno importante, basta che qualcuno questi regali continui a farceli. Il Piano di Volo? Perché, abbiamo un Piano di Volo? L’importante è avere quello che ci serve per stare qui. Poi si vedrà.
Quinta Tappa: il Ricordo E intanto il tempo passa, la ruota gira e arriva il giorno in cui, cresciuti, ci capita di fare noi stessi la parte di Gesù Bambino o di Babbo Natale. Sia che questo avvenga per fare felice il nostro fratellino minore che ancora ci crede o quando siamo diventati adulti e ci occupiamo dei regali di Natale per i nostri figli o nipoti, in ogni caso ora tocca a noi. Ed anche se nel frattempo ci siamo chiusi a qualsiasi nota spirituale, non riusciamo a rimanere indenni dalla magia del Natale. Ora ci importa quello che doniamo almeno quanto se non di più di quello che riceviamo. Adesso siamo noi Gesù Bambino, siamo noi Babbo Natale e, almeno per quei giorni, possiamo ricominciare a fingere di credere. Ma , strano a dirsi, questa finzione è sana, forse perché è benedetta dalla sacralità del tempo natalizio, o forse perché ritorniamo un po’ bambini e diamo spazio a quella parte magica che non è mai morta dentro di noi o forse perché i miracoli sono anche questi piccoli semi che nessuno vede ma che piano piano penetrano nel terreno della nostra vita, Natale dopo Natale, fino a germogliare nella loro infinita bellezza. E mentre confezioniamo di nascosto i pacchetti con la carta più bella e scriviamo parole di amore, tutte le nostre cellule ricominciano a credere e a ricordare. Anche se non ce ne accorgiamo, anche se tutto questo avviene senza la nostra consapevolezza cosciente.
SestaTappa: il Venire a Patti E quando il bimbo ci chiede la verità non abbiamo il coraggio di dirgliela: anche se ci proclamiamo materialisti, radicati e con i piedi per terra, anche se detestiamo chi inganna i bambini con le false storie di Natale, anche se marciamo con gli striscioni a capo del Comitato Antinatale, la nostra parte Bambina vorrebbe che tutto fosse vero, perché da qualche parte nel suo cuoricino ancora ricorda e sa che in realtà è vero, sa che quei doni sono diversi da quelli comperati in un giorno qualsiasi, sa che anche dietro alla più bieca operazione commerciale che svena la povera gente i giorni prima di Natale, c’è nascosto un foglietto ripiegato con tracciata una mappa: il nostro Piano di Volo. E quei regali sono gli oggetti di una Caccia al tesoro , veicoli di un cammino a ritroso che potrebbe riportarci a ri-cor.dare tutto. E come facciamo, allora a Venire a Patti? Come facciamo a svelare che non è vero qualcosa che in fondo, lo sappiamo, in parte lo è? Come possiamo rinnegare la voce del nostro Sé e continuare a fingere una Personalità che non ci appartiene più interamente? E ricordiamo, a qualche livello, spesso al di sotto della soglia consapevole, che questa dimensione non è la nostra unica esperienza.
Settima Tappa: la Seconda Innocenza E finalmente deponiamo le armi, lasciamo andare il controllo ed accettiamo di risvegliarci, aprire gli occhi ed uscire dall’oblio. Scegliamo di aprirci alla nostra verità di esseri spirituali che hanno scelto questo corpo, questo spazio e questo tempo per una delle tappe dell’avventura , del grande Gioco Cosmico. E se prima credevamo di essere un io ben radicato nella mente , sola sovrana del corpo, ora “sentiamo” di essere qualcosa d’altro, forse qualcosa di più. E ci riscopriamo scintille divine, parti di quella Fonte che per riconoscersi ha dato vita , in un gigantesco gioco di specchi, alla esistenza in questa dimensione: si è frantumata in innumerevoli pezzetti che, vagando di dimensione in dimensione, si sono a loro volta moltiplicati in ogni aspetto di questa vasta realtà. E ciascuno di noi è un frammento di questa Fonte divina, ciascuno di noi è divino. Ed allora che importa se i doni di Natale arrivano da me, da te da Babbo Natale o da Gesù Bambino, quando il divino è allo stesso modo in ognuno di noi? Forse quando scoprivamo l’inganno dei nostri genitori che fingevano di essere il Bambino Divino, eravamo noi i primi ad ingannarci: i nostri genitori erano Lui e quindi non ci stavano raccontando bugie.