La fiera delle illusioni – E’ un piccolo gioiello del noir.
di A. Moltedo
Diretto da Guillermo del Toro, La fiera delle illusioni –
con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn, è l’adattamento cinematografico del romanzo del 1946 Nightmare Alley scritto da William Lindsay Gresham, già portato sul grande schermo col film del 1947.
E’ un piccolo gioiello del noir.
Stan Carlisle, un ambizioso giostraio col talento nel manipolare le persone con poche parole ben scelte, incontra la dottoressa Lilith Ritter, (Cate Blanchett) psichiatra ancora più pericolosa di lui, più infida di lui, per estorcere con l’inganno del denaro agli spettatori. Le vittime delle sue truffe sono gli esponenti dell’élite newyorchese e i suoi colpi si sono affinati col tempo, grazie all’amicizia con una chiaroveggente Zeena (Toni Collette) e al marito, Pete (David Strathairn), un ex mentalista, che lavoro con lui nel parco giochi itinerante.
Stan Carlisle mette in piedi illusioni per racimolare soldi ai danni di ricconi in cerca di una speranza.
La storia, ambientata nell’America degli anni Trenta, segue le avventure di Stan (Bradley Cooper), un uomo senza scopo che finisce in un luna park nel quale verrà risucchiato trovando da subito la sua vocazione, «la prima cosa che gli riesce bene da quando è nato»: l’illusionismo.
Stan impara i trucchi migliori per ingannare le persone spingendole a credere a qualsiasi cosa e decide di abbandonare la baracca e di tentare il grande colpo in città, truffando in maniera molto abile il prossimo Stan trufferà le persone grazie alla complicità di una glaciale Cate Blanchett, qui nel ruolo di una psicologa senza scrupoli che non ci penserà due volte a vendere le confidenze dei suoi clienti per aiutare l’uomo nella sua truffa.
Naturalmente le cose non andranno come previsto, e il castello di illusioni che Stan ha costruito con tanta perizia crollerà costringendolo a fare i conti con la ragnatela di bugie che ha intessuto con troppa spavalderia.
Del Toro è bravissimo a trasporre il libro di William Lindsay Gresham nei toni scuri e cupi del noir, portando lo spettatore di fronte a uno svuotamento morale che disorienta e lascia interdetti.
Non da meno Cate Blanchett e Bradley Cooper che sapevamo per certo che sarebbe apparso nel suo primo nudo frontale della sua carriera ma altra grande illusione, niente di tutto questo.
Nudo per sei ore davanti alla troupe, per Cooper la scena ha comportato un dispendio di energie fisiche e psicologiche non indifferente: «Per andare a fondo di ciò che stavamo esplorando nel film, si richiedeva di essere nudi sia emotivamente che intimamente», ha detto Cooper.
Ma noi non abbiamo avuto il privilegio di poterlo ammirare nella sua nudità.
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Curatrice editoriale.