Il problema non è filosofare ma quando filosofare e quanto farlo.
Ricordo che la filosofia mi piaceva molto sin da quando ero una giovane studentessa a scuola, ma anche, probabilmente, perché la mia professoressa era qualcuno che invece di impartire lezioni. solo teoriche ci insegnava a ragionare, partendo dagli esempi dei grandi filosofi del passato. Cambiata scuola poi però, cambia il professore, che anche se era un grande scrittore di filosofia,(suoi molti dei libri su cui studiavamo), ci faceva ripetere a memoria i suoi testi.
All’università, in seguito, ho cominciato ad interessarmi ad altri argomenti più pratici, che mi portassero nella realtà concreta di ogni giorno e quindi ho messo da parte la filosofia.
Poi non giorno mia figlia mi disse:” Sai cosa vorrei fare all’università? Filosofia”.
La sua scelta mi lasciò interdetta perché per lei non vedevo con questa scelta facili opportunità lavorative. Ma lei invece era molto determinata e decise di intraprendere gli studi filosofici di 5 anni. Mentre all’inizio riuscivo a seguirla poi smisi di farlo perché il suo percorso di studi era per me era troppo complicato e complesso e soprattutto lontano dalla concretezza da me ricercata e perseguita negli anni.
Nel frattempo ho però cominciato a conoscere e ad amare il lavoro di molte persone che si occupavano di filosofia in molti campi oltre ad interessarsi anche ad altro. Questa disciplina entrava in tutti i campi lavorativi alla fine. Anche mia figlia passò all’arte e ai beni culturali.
Mi sono domandata quindi se la filosofia non fosse un modo di approcciarsi alla vita coinvolgendo tutti i rami dell’esistenza. Spesso filosofeggiare non vuol dire solo parlare in astratto ma guardare le cose in profondità rapportando se stessi alla società in cui si vive e che cambia in continuazione, ma lasciando però intaccate le basi filosofiche.
E’ quasi una attività naturale che spesso accompagna ogni nostro gesto e decisione nella vita. Anche nelle scelte che operiamo ogni giorno, come per esempio scegliere un paio di scarpe.
Il problema non è quindi filosofare ma quando filosofare e quanto farlo. Alcuni lo applicano tutti giorni con metodo. Molto spesso riportano frasi di grandi filosofi perché le pensano adatte al loro pensiero, anche se spesso non ne conoscono la precisa applicazione e collocazione storica.
Spesso la filosofia ci aiuta a capire che tra le tante scelte che dobbiamo prendere una è più giusta di un’altra. La filosofia è in realtà una specie di salva vita, una compagna della nostra esistenza che ci aiuta proseguire il cammino in modo cosciente e consapevole.
Molti hanno una specie di identikit filosofico per ogni circostanza. Quindi ognuno di noi può definirsi un filosofo per quello che dice, è stato detto o sarà stato detto e che molto spesso esiste già nella realtà ma sul quale non si è riflettuto sufficientemente.
Non voglio quindi parlare di studi filosofici accademici ma del filosofo che alla fine è in ognuno di noi e che dobbiamo riscoprire o ripensare e che ci aiuta ad attivare il nostro pensiero.
Quindi concludo dicendo che il mio rapporto con la filosofia non si è mai alla fine interrotto perché nella vita nella vita c’è sempre il bene e il male, il giusto e l’ingiusto, il bianco e il nero. Bisogna solo avere il tempo la voglia di indagare e riflettere.
Spero che queste parole siano d’aiuto per chi mi legge per capire che qualche volta bisogna meditare su ciò ciò che si esprime e alle conseguenze che questo porterà.
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