Di Serena Dinelli
In questi giorni mi sono riletta “Imperium” di Ryzard Kapucinski e letta “Diario del Presidente” di Boris Eltsin, l’uomo che a suo tempo passò la mano a Putin. Entrambi letture affascinanti e molto istruttive. Con la sua ironia di polacco colto e umanista Kapucinsky racconta vari viaggi fatti in URSS e poi nella Russia che stava cambiando pelle. Più difficile trovare il breve libro diEltsin, uscito a suo tempo allegato a l’Unità, l’ho trovato su una bancarella di usato. Scritto nel ’93 racconta le drammatiche giornate in cui fu fatto il tentativo di golpe contro Gorbaciov e in cui i moscoviti difesero la Casa Bianca contro i golpisti disorientando l’esercito. Entrambi sono interessantissimi in termini antropologici, gettano barlumi su atteggiamenti di fondo ricorrenti nel mondo russo. Eltsin per es. racconta della irresolutezza dei golpisti, spinti dal desiderio di conservazione, e insieme da così tanto tempo adusi ad obbedire da mancare di una vera capacità di iniziativa. Certe descrizioni di Kapucinski della gente che aspetta in piedi in aereoporto per giorni un aereo che non si sa se e quando arriverà sono insieme esilaranti e terribili. Alla fine di queste e altre letture ‘russe’ fatte in questo periodo mi dico che non è proprio facile per noi capire i russi, ma anche che quanto più lo sapremo fare tanto meglio sarà. Un altro mondo. Leggere mi ha anche aiutato a capire meglio il grande desiderio di autonomia degli ucraini, di cui in questo periodo sto imparando a conoscere l’alacrità, lo spirito di iniziativa e la capacità organizzativa.