Negli Stati Uniti d’America la Corte Suprema ha abolito la legge federale sul diritto all’aborto, di conseguenza milioni di donne non potranno più scegliere di abortire, ogni stato sarà libero di applicare il divieto oppure lasciare la libertà.
L’aborto: una conquista o un omicidio a seconda della parte politica e religiosa a cui si appartiene? Se ragioniamo in questi termini siamo fuori strada. L’aborto per ogni donna è una sconfitta, sia essa religiosa o atea è una rinuncia ad essere madre, è la perdita di una possibilità del nascituro, la sua unica possibilità di vivere. Nessuna donna psicologicamente equilibrata prende alla leggera la decisione di abortire. Detto questo, è importante portare il discorso su un piano differente, quello della libertà di scelta e quello dell’educazione alla sessualità. Una donna deve essere libera di decidere, ma allo stesso tempo deve comprendere che l’aborto non è un metodo contraccettivo: anche un ateo dà valore alla vita e questo andrebbe insegnato. Ci sono milioni di esseri umani che nascono per poi morire, è il destino dei poverissimi, in tenera età perché non hanno di che vivere…
Quando un ex presidente degli Stati Uniti commenta la nuova legge affermando che “E’ la volontà di Dio”, possiamo rispondere che se Dio volesse entrare nelle vicende umane forse lo farebbe fermando le morti di tanti innocenti, quelli che già sono al mondo. Ed infine chi ci rimette in tutto questo sono sempre i poveri, chi ha possibilità economiche continuerà ad abortire senza problemi incurante della religione e delle sue prescrizioni.