Metti un weekend al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, non (solo) per una visita alle meraviglie che vi sono contenute, ma per un’esperienza culturale che possa insegnarci a leggere la realtà del nostro tempo attraverso gli insegnamenti degli antichi. È quanto accade a Fuoriclassico, l’evento che da alcuni anni, grazie alla collaborazione tra il MANN e l’Associazione culturale A Voce Alta, avvicina il grande pubblico a temi filosofici, storici, artistici e letterari di attualità. Se poi la nostra ‘guida’ è Ilaria Gaspari, il percorso museale alla ricerca del filo conduttore tra Presente e Passato si trasforma in emozione.
Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre il MANN di Napoli, il più importante museo al mondo per l’arte romana, ha ospitato Fuoriclassico 4 (sottotitolo La contemporaneità ambigua dell’antico, tema per il 2022 La Natura e l’artificio): tre giorni interamente dedicati all’arte e alla cultura, con un programma ricchissimo di interventi di nomi illustri del panorama culturale italiano. La nostra guida d’eccezione, dall’auditorium dove ha interpretato, insieme a Pietro Del Soldà, il rapporto tra l’Uomo e la Natura nell’intervento “Della natura degli antichi comparata a quella dei moderni”, è stata Ilaria Gaspari
«La nostra concezione della Natura ha una radice filosofica fortissima. Da bambina, avevo sviluppato una fissazione per la storia di Pompei», dice Ilaria. «Sfogliavo un libro che la raccontava, provando sempre un’emozione particolare: un senso del sublime e, insieme, di qualcosa di sconvolgente che rendeva possibile sia il mio presente che le vite sospese nel tempo dei cittadini pompeiani sepolti sotto la lava. Nel Museo Archeologico di Napoli ho visto un corpo steso, con la schiena inarcata e la testa coperta dalle braccia, come per proteggersi: mi ha commosso il fatto che si sia conservato nei secoli, e che sia stato eternato proprio nel momento assoluto della morte. Spinoza vede nella Natura le connessioni causali che regolano ogni rapporto; pensa che la vera conoscenza sia quella delle piccole cose, come uno sconosciuto nel suo ultimo istante di vita: è questo a offrirci il senso più profondo non solo del sublime, ma anche della Natura. Il fatto che una vita sia stata interrotta in maniera così brusca dall’eruzione del Vesuvio ci mette di fronte alla potenza della Natura, e al sublime. L’Uomo cerca di trovare la forza di perseverare nell’esistere, e quindi di non soccombere davanti al sublime.
Il sublime che sconvolge di cui parla Ilaria Gaspari è quello che, per Aristotele, ha dato vita alla filosofia: il thauma (θαῦμα), il senso di angosciato stupore e di meraviglia di fronte ai fenomeni che, ancora sconosciuti, si manifestano nella bellezza come nell’orrore, provocando piacere ma anche paura. «Dal thaumàzein nasce la filosofia, che spinge l’uomo a indagare le cause degli eventi», spiega Ilaria Gaspari. «Di fronte alle minacce della Natura restiamo sgomenti, come testimonia la mia reazione eccessiva di commozione davanti al calco pompeiano. La nostra origine animale ci porta a doverci difendere dai pericoli della vita: da ciò nascono le emozioni, ossia la possibilità di porci in maniera emotiva davanti all’immensità della Natura e del Tempo».
Il rapporto tra Uomo e Natura, oggi, è soprattutto ripensare in maniera sostenibile l’uso delle risorse. «Siamo abituati a considerare la Natura come riserva a cui attingere, da consumatori e dominatori di quel che l’ambiente ci offre. L’atteggiamento, piuttosto, dovrebbe essere quello del sublime. Nel mondo di oggi è più urgente che mai rivedere il nostro rapporto con la Natura, comprendendo che ci sovrasta e che sopravviverà senza di noi. Dovremmo evitare il negazionismo climatico e affrontare la questione con una nuova estetica della Natura che recuperi il sublime». La filosofia ci aiuta a realizzarla, grazie agli insegnamenti di Spinoza. «Dovremmo vedere il Pianeta come una madre a cui abbiamo fatto del male, di fronte al quale adesso siamo impotenti: come dice Melanie Klein a proposito del senso di colpa, pensare di “riparare il danno” non basta».
Come recuperare il senso del sublime perduto? Per Ilaria Gaspari, «diventando tutti panteisti»: credendo cioè – come diceva John Toland, che per primo coniò il termine “panteismo” – che non esiste nulla di eterno al di là dell’Universo stesso. «Spinoza ripensa Dio come una rete di connessioni che si rendono visibili quando riusciamo coglierle, in ciò avvicinandosi al Lucrezio del De rerum natura, per il quale noi siamo soltanto un anello di queste connessioni. Siamo piccoli, fallibili, non siamo importanti.»
ILARIA GASPARI ha conseguito la laurea in filosofia alla Normale di Pisa e il dottorato all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Voce, su Rai Radio 3, di Zarathustra e della trasmissione quotidiana Tutta la città ne parla, conduttrice di PlayBooks per RaiPlay, ospite a La versione di Fiorella su Rai 3, per Einaudi ha pubblicato Lezioni di felicità (2019), Vita segreta delle emozioni (2021) e Cenerentole e sorellastre (2022).
Crediti fotografici
calco di Pompei: Foto di falco da Pixabay
pianeta Terra: Foto di annca da Pixabay