Le buone stelle – Broker è una commedia thriller del 2022 scritto, diretto e montato da Hirokazu Kore’eda.
Il maestro giapponese, che nei suoi film ha affrontato anche i temi della memoria e dell’elaborazione del lutto, torna con un film che rielabora le sue tematiche preferite, legami personali e quelli familiari in particolare, con un delicato e profondo “dipinto cinematografico” sul tema dell’abbandono.
Il film è stato presentato in concorso al 75º Festival di Cannes, dove Song Kang-ho il solito gigante, ha vinto il prem io per il miglior attore. Il resto del cast coreano impeccabile, da Gang Dong-won a Doona Bae, passando per la bellissima popstar Lee Ji-Eun.
Broker narra di una famiglia improvvisata, dell’affetto fra adulti e bambini, dell’identità che viene dal rapporto con gli altri e non dal sangue, e i vari punti di vista di ogni personaggio.
Una road movie dall’animo gentile, a partire da un reato che mette in crisi le abituali coordinate con cui giudichiamo le persone.
La dolcezza di un racconto che va avanti senza conflitti e trova nei singoli gesti come una mano su un volto, una pacca affettuosa a un neonato, un atto di pietà verso un criminale, ha la sua bellezza.
Una giovane donna, interpretata da Lee Ji-Eun, in una notte di pioggia, lascia il suo neonato davanti a una chiesa.
Non lo mette nemmeno dentro quella che da noi si chiamava “la ruota”, in Corea, dove pare che il mercato di neonati abbandonati dalle madri sia molto fiorente, Baby-box, ma lo mette fuori per terra.
Quando la donna si allontana c’è un’altra, che guarda tutto da un’auto, a mettere il bambino nella baby-box.
Ma dentro la chiesa, ci sono due gentili trafficanti di bambini che rivendono a coppie che non possono averne e che non vogliono passare per i canali ufficiali dell’adozione. Quindi nascondono le prove dell’accaduto, e portano via il bambino.
I due strani e buffi tipi che l’hanno portato via e lo vogliono rivendere però non sono poi così mascalzoni.
Lo stesso la bellissima giovane madre e perfino le due poliziotte che seguono la loro vicenda si riveleranno diverse e sensibili.
On the road, con la madre che si mette in viaggio alla ricerca di due genitori ideali, che possano acquistare suo figlio e dargli una vita migliore, i due uomini, il neonato, con l’aggiunta di un altro bambino orfano che a un certo punto viene a far parte di questo gruppo, a bordo di uno scalcinato furgoncino, con tappe che da Busan in Corea, toccheranno varie altre città, si scopriranno a modo loro famiglia, poliziotte incluse.
La famiglia improvvisata è continuamente in viaggio per cercare qualcosa e fuggire da qualcos’altro,
Noi scopriremo molto di questi protagonisti: psicologie, passato, storie personali, motivazioni nascoste.
Tutti i protagonisti di Broker, compresi i “ladri di bambini”, hanno sulle spalle un peso che deriva da fallimentari esperienze familiari.
Riconoscere i propri traumi nel dolore degli altri, e guarire un po’ smettendo di sentirsi soli, e ancora di più grazie a quel collante incredibile che sono i bambini, e quindi la famiglia, è la sola strategia di sopravvivenza.
Quello di Kore-eda è un film di una leggerezza esemplare, che esalta contenuti e sentimenti attraverso la tenerezza, l’imbarazzo, e l’umorismo capace di accendere luci interiori.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Curatrice editoriale.