Di Nunzia Bernardini sulla Gazzetta del mezzogiorno.
Finalmente in questi giorni ho ottenuto una risposta netta alla domanda che mi sono posta quarant’anni fa appena uscita dall’università quando guardandomi intorno mi sono chiesta “ma le donne dove sono?”
Da quel lontano 1980 ho assistito al lungo iter per affermare in concreto quel principio di uguaglianza che la Costituzione, grazie al lavoro della piccola pattuglia di donne presenti nell’Assemblea Costituente, aveva già solennemente affermato.
Sono stati anni di dibattiti, di luci ed ombre, di passi avanti nella normativa, di intollerabile lentezza nel fare progressi e di qualche tristissimo passo indietro.
Come è noto al concetto di uguaglianza si è aggiunto in Costituzione quello di Pari opportunità come strumento per rendere concreto e possibile per tutte, il raggiungimento dei diritti e della possibilità di realizzare le proprie capacità.
Con la mia personale esperienza mi sono convinta che mentre il progresso delle donne nelle professioni era affidato alla loro tenace volontà, nell’ambito della politica il percorso doveva concretizzarsi grazie ad un’ottica di “alleanza” tra uomini e donne.
Non più la logica della “favorita del Re” ma percorsi basati sul merito, sulla leale collaborazione con i responsabili dei partiti.
Il 22 ottobre con il giuramento e l’avvivo del nuovo Governo con la guida affidata per la prima volta ad una Presidente si è chiuso un lungo percorso e si è aperta una nuova pagina nella storia del nostro Paese.
Per arrivare a questo traguardo l’On. Giorgia Meloni non ha ricevuto “regali” ma ovviamente ha lavorato tanto, ha fatto scelte di vita, ha rivestito molti incarichi ed acquisito esperienze e competenze.
La sua scelta vincente -forse- è stata proprio quella di costituire un nuovo partito nel quale, esattamente nella logica di alleanza con i suoi colleghi, ha ottenuto la legittimazione a guidarlo.
Le circostanze di questi ultimi mesi hanno accelerato il processo per arrivare all’appuntamento con una investitura importante: hanno contribuito una chiara scelta di campo da parte degli elettori, un criterio politico per la scelta del leader della coalizione vincente, un richiamo alla responsabilità di tutti.
Oggi certamente l’apprezzo ma non la invidio perché immagino il peso delle scelte, delle mediazioni e della fatica che dovrà fare per superare i pregiudizi e le critiche in alcuni casi pretestuose, di cui, peraltro, ha già ricevuto segnali significativi.
È probabile che nei prossimi mesi dovrà nascondere le notti insonni sfoderando un sorriso e che farà fatica a conciliare il ruolo di mamma con l’impegno totalizzante alla guida di un Paese appesantito dalle conseguenze della pandemia e della crisi economica: tutti la aspettano alla prova dei fatti e Lei dovrà essere all’altezza delle aspettative.
Personalmente mi dichiaro soddisfatta della risposta alla mia “antica” domanda: le donne sono tenacemente capaci di conseguire traguardi che fino a ieri potevano apparire difficilmente raggiungibili, dalla Corte Costituzionale ai vertici istituzionali, dalle competenze scientifiche per finire allo spazio.
Da ora in poi il confronto dovrebbe spostarsi dalla contrapposizione tra i generi a quello tra le persone: tra quelle intellettualmente oneste, corrette, capaci e propositive e……. tutte le altre! Buon lavoro Giorgia.