“La stranezza” è un film diretto da Roberto Andò e interpretato da Salvo Ficarra e Valentino Picone con Toni Servillo.
Come dice lo stesso Andò – questo è un film sull’ispirazione, sul teatro, sulla letteratura, ma soprattutto sulla vita che, come intuì Pirandello, non è mai ciò che appare“. La storia viene ricostruita con un esemplare equilibrio tra tono drammatico e tono comico, proprio in perfetto stile pirandelliano, e icentro del racconto è proprio nell’impossibilìtà di
distinguere i confini tra finzione e realtà.
Che Roberto Andò abbia diretto spettacoli lirici passando da Debussy e Mozart fino a Marco Betta, si capisce da come gira “La stranezza” da come dirige Ficarra e Picone che sono i veri protagonisti del film che superano i fantasmi di Pirandello, facendoci ammazzare dalle risate, e dalla scenografia intensa di Giada Calabria.
Una vera opera lirica. “Questo film – rivela il regista Roberto Andò – nasce dall’intesa elettiva con Ficarra e Picone, due straordinari interpreti della comicità e dell’anima siciliana.
”Da molto tempo vagheggiavamo di fare un film insieme. Due anni fa, in pieno lockdown, ho ricevuto una loro telefonata in cui mi segnalavano che era arrivato il tempo di realizzare questo nostro sogno. Ed eccoci qui con questa fantasia intorno a Pirandello in cui la Sicilia diviene il grembo fecondo dell’immaginazione e del sogno, un luogo in cui il teatro e la vita confluiscono in un unico flusso che scorre indistinto. Insieme a loro ho coinvolto un amico prezioso, e straordinario attore, Toni Servillo, e altri grandi interpreti del nostro cinema. Ambientato negli anni ’20, il film rappresenta una commedia dai caratteri ironici nella quale Toni Servillo, finalmente pacato, interpreta Luigi Pirandello, che un giorno si imbatte in una coppia di teatranti dilettanti impegnati nella realizzazione di un nuovo spettacolo.
Da loro trae ispirazione, notando come il pubblico reagisca positivamente alla fusione di realtà e teatro, e crea un dramma innovativo, Sei personaggi in cerca
d’autore, in cui il rapporto tra pubblico, trama e attori è sempre più stretto.
Ritenuta la sua opera più famosa, e quella più caratteristica della sua produzione drammaturgica, debuttò il 9 maggio 1921 al teatro Valle di Roma con
esiti clamorosi. Tra i detrattori di Pirandello e i suoi ammiratori si rischiò lo scontro fisico.
Onofrio e Sebastiano, che si erano persi nella ressa, si ritrovano a notte fonda in un teatro vuoto e buio, dove finalmente potranno rasserenarsi poiché “quello
che si poteva fare è stato fatto”.
Quello stesso anno, Sei personaggi in cerca d’autore diverrà uno dei maggiori successi di Pirandello, e lo porterà a ricevere il Premio Nobel per la letteratura nel
1934.
Il drammaturgo mentre si reca a Catania in occasione degli 80 anni di Verga, interpretato dal grande Renato Carpentieri, si ferma nella natia Girgenti per assistere
al funerale della sua amata balia, Maria Stella, e lì assiste ad uno spettacolo amatoriale in dialetto messo su dai due equivoci becchini, Sebastiano Vella e Onofrio Principato, i geniali Ficarra e Picone.
Onofrio vive un matrimonio infelice con la figlia del suo datore di lavoro, da cui ha ereditato l’impresa di pompe funebri; Sebastiano, scapolo, ha l’ossessione di tenere sua sorella Santina lontana dagli uomini, e trova conforto nelle prostitute del bordello locale. Pirandello intanto è tormentato dai “fantasmi” dei personaggi che vorrebbe impiegare in un nuovo spettacolo, al quale non gli riesce di lavorare a causa di una forte crisi creativa, dovuta principalmente alla pazzia di sua moglie. I due becchini sono invece alle prese con le rispettive situazioni familiari.
Man mano che l’allestimento del dramma va avanti, Pirandello si interessa sempre di più alle bizzarre avventure dei due becchini, che gli danno nuova ispirazione.
Dopo molte peripezie lo spettacolo va finalmente in scena, ma anche la prima, a cui Pirandello assiste di nascosto, viene funestata da una serie di eventi.
Per prima cosa, l’impiegato comunale pensa di riconoscere se stesso nel protagonista del dramma, e interrompe una prima volta la recita per protestare, finendo incidentalmente per denunciare involontariamente i propri illeciti.
In seguito Mimmo, uno degli attori segretamente innamorato di Santina, scopre che la donna è invece l’amante di Onofrio, e che i due progettano di scappare insieme. Mimmo fa avere le prove di questo piano a Sebastiano, il quale va su tutte le furie e affronta Onofrio a scena aperta.
Pirandello nota come il pubblico reagisca positivamente a questa fusione di realtà e teatro, e viene colto da un’improvvisa ispirazione.
Finalmente creò Sei personaggi in cerca d’autore.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale
per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi
al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Curatrice editoriale.