Spesso siamo bersagliati da richieste di informazioni, di aiuto, di approvazione, di saluto di tutto e di più. E talvolta ci troviamo impossibilitati a dire no, ma dovremmo e vorremmo
Nella nostra cultura il no viene visto negativamente. Sin da piccoli (ma anche da adulti) ci dicono che non bisogna contraddire. Invece saper dire di no è molto importante nella vita sia privata di ogni giorno che nel lavoro
Oggi inoltre siamo vicini alla data scelta per contrastare la violenza contro le donne il 25 novembre. E il diniego ad una maggiore prossimità conduce frequentemente ad atti violenti
”No” è un avverbio olofrastico che è equivalente ad una frase intera. Cioè…”Vuoi farlo? No, non voglio farlo”
E’ un avverbio, dicevamo, che esprime diniego ma anche rifiuto. La persona che lo riceve spesso si sente riespimnta, allontanata, oltraggiata e frequentemente ha anche un valore sociale di esclusione.
E allora non dobbiamo mai dire no per non offendere ed allontanare chi ci sta di fronte e si rivolge a noi? Dobbiamo sentirci in colpa per aver detto no?
Ci sono molti modi di dire no senza essere oltraggiosi e punitivi?
Magari motivando il diniego, ironizzando, facendo una smorfia di contrizione, aggiungendo una bugia bianca (come vorrei ma non posso), evitando di rispondere controbattendo.
Ma quando il discorso scende a sul personale è necessario essere fermi e determinati. Un nostro no deve essere compreso dall’interlocutore senza dare spazio a fraintendimenti o a scorrette interpretazioni che possono poi portare ad evoluzioni non desiderate. Bisogna imparare a dire no in maniera assertiva senza sentirsi in colpa perchè si feriscono persone e si teme di non fare la scelta giusta. E’ meglio un ”no” vagliato che un falso ”si” che poi non viene mantenuto. Ed è questo che forse dobbiamo far accettare al nostro interlocutore o postulante.