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In realtà Portrait of Gina è un Portrait of Italy. Un ritratto in 5’dell’Italia ostentatamente incentrato sull’attrice Gina Lollobrigida.
“Ora sto finendo un film sul cinema italiano, sulla Lollobrigida. Un documentario con uno stile molto particolare, con disegni di Steinberg, molte fotografie, conversazioni, storielle… In effetti, non è propriamente un documentario. È piuttosto un saggio personale. Non sto cercando di essere legato ai fatti, semplicemente non racconto bugie. Rientra nella tradizione diaristica, la mia riflessione su un determinato soggetto, Lollobrigida, non quello che lei è realmente.” Così scriveva Orson Welles, nel 1958, del suo Portrait of Gina.
Il film è un patchwork di scene che poggia esclusivamente sugli interventi di Welles, che manipola abilmente le risposte dei suoi interlocutori, in modo tale che tutti, specie Gina Lollobrigida, sembrino illustrare la difficoltà di far riconoscere il proprio talento in patria.
A lungo considerato perduto, il film è stato ritrovato quasi trent’anni dopo in un baule lasciato da Welles all’Hotel Ritz di Parigi. Venne quindi proiettato nel 1986 alla Mostra di Venezia, ma Gina Lollobrigida, scontenta del risultato, ne fece vietare qualsiasi ulteriore diffusione ufficiale.
Eppure tra Orson e Lollo sembra un felice incontro. La Lollobrigida appare anche materna, dolce, ingenua, mentre Welles, esprimendosi talvolta in perfetto italiano, scherza caustico, domandando e imbeccando, pur di avere la risposta attesa.
Operatore, dai ciak inquadrati, è Bava, in quel momento ancora lontano dall’essere il padre del cinema horror italiano.
Welles utilizza l’icona per descrivere un periodo preciso della società italiana, e, come d’uso, presentare la sua personalissima interpretazione.
Portrait of Gina fa parte degli innumerevoli film abbandonati da Welles a vari stadi di compimento e scoperti dopo la sua morte.
In realtà Portrait of Gina è un Portrait of Italy. Un ritratto in 5’dell’Italia ostentatamente incentrato sull’attrice Gina Lollobrigida.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Curatrice editoriale.