Lo scorso venerdì 14 aprile 2023 ho assistito presso il Circolo Volta di Milano al docufilm “Alessandro Manzoni, milanese d’Europa” per la regia di Andrea Bellati, ideato ed interpretato da Pino Farinotti, critico cinematografico, giornalista e scrittore noto anche per il Dizionario dei film che porta il suo nome, su Alessandro Manzoni. È stata un’esperienza di grande impatto anche emotivo. Tutti abbiamo studiato di malavoglia, per usare una terminologia educata, l’opera che ha reso famoso Manzoni: I promessi sposi. Come ci ha spiegato Farinotti è molto riduttivo considerare il grande letterato solo come autore e iniziatore del romanzo storico in Italia, egli fu molto di più: poeta, drammaturgo e colui che ci permette di parlare l’italiano. Secondo Farinotti è stato Manzoni che ha riscritta e unificata la nostra lingua. E spiega che se da un secolo e mezzo comunichiamo, ci capiamo, oltrepassando le regioni, se la lingua è comune a chi fa lavori diversi, a chi insegna e chi ascolta, a chi dà notizie, a chi tratta, a chi ha il dovere di essere chiaro, a chi ha il diritto alla chiarezza… lo dobbiamo a Manzoni.
Sostenuto dal Centro nazionale di studi manzoniani e finanziato dalla Fondazione Cariplo, il film racconta un Manzoni non scolastico. Un uomo nato quattro anni prima della Rivoluzione francese, morto due anni dopo la Comune di Parigi, l’uomo Alessandro ebbe una giovinezza spregiudicata, due mogli, la conversione, il romanzo e tanto di più.
Il tempo della proiezione è volato ma è stato ricco di emozione, di racconto leggero e profondo al tempo stesso che mi ha fatto pensare: “Così si dovrebbe essere iniziati allo studio di un autore”. Per noi milanesi Alessandro Manzoni è un simbolo della città, per tutti deve essere un uomo di cultura da studiare e approfondire ricordando che è la nostra storia, del pensiero e della lingua. A 150 anni dalla morte Manzoni è stato celebrato con un racconto, quello di Farinotti, capace di farci superare le nostre esperienze scolastiche negative per condurci verso una rilettura appassionata. Senza scordare che viviamo in un epoca di revisionismo dove è valido solo il politicamente corretto e si giunge a rivedere persino Agatha Christie, beh, allora rivalutiamo la nostra cultura con questo prezioso docufilm.