Spesso si rendono difficili cose facili e ciò accade anche quando siamo preda di retaggi del passato difficili da estirpare. Non ci rendiamo conto proprio perché non mettiamo in discussione certi comportamenti, lo voglio spiegare con esempi tratti dalla quotidianità di tutti nella speranza siano superati così da non bloccare più molte evoluzioni.
“Mostrerò l’endosmosi abusiva dell’assertorio nell’apodittico e della memoria nella ragione”, così scrive il filosofo G. Bachelard nel suo libro “La scoperta dello spirito scientifico”. Al posto di questa difficile espressione avrebbe potuto dire con parole immediatamente comprensibili che dimostrerà come, nella vita quotidiana, in modo non lecito ci sia un mescolamento tra ciò che è scientifico e ciò che è legato all’esperienza popolare. Questo atteggiamento mentale ce lo trasciniamo da sempre e nemmeno la ragione riesce ad estirparlo, non è facile liberarsi di ciò che abbiamo sentito dire da sempre perché si è impadronito di noi e buttarlo via ci dà un senso di vuoto. Ci sembra di fare un torto alla nostra storia, al nostro passato e a chi ci ha fatti crescere con tutto l’amore del mondo e così fatichiamo a non credere più a certe idee. Le nostre nonne dicevano che si fanno brutti sogni perché si è mangiato pesante e che le arance di sera sono piombo, che se ti scotti devi mettere l’olio sulla bruciatura… Così rinunciamo alla spremuta alla sera quando sarebbe facile berla e prendere le vitamine che ci servono invece ingurgitiamo pastiglie, se ci scottiamo è molto più semplice mettere la mano sono l’acqua fredda invece di ungere la ferita che peggiorerà se non raffreddata…Oggi sappiamo che queste considerazioni sono prive di ogni fondamento scientifico eppure faticano ancora a trovare completa smentita rendendo più difficile la nostra vita. Possiamo notare come certi retaggi arrechino solo danni e l’unico rimedio rimane lo spirito scientifico di cui argomenta Bachelard, spirito a cui dobbiamo spalancare le porte se desideriamo evolverci come esseri umani e non complicarci la vita.