In Peter Von Kant, Ozon rappresenta il suo omaggio alla figura di Rainer Werner Fassbinder.
Il film è liberamente tratto dalla pièce teatrale Le lacrime amare di Petra Von Kant (1971) di Fassbinder, da cui il regista aveva tratto anche una omonima versione cinematografica nel 1972.
Rilettura di Ozon di una delle opere più belle (prima a teatro poi al cinema) di Rainer Werner Fassbinder sul tema dell’ossessione amorosa, un omaggio al genio del regista, denso di umorismo e commozione.
Dénis Menochet si conferma grandissimo attore, con il ritorno di Isabelle Adjani e quello molto emozionante di Hanna Schygulla, una delle protagoniste dell’originale, qui nel ruolo della madre.
Il film di Ozon è una rielaborazione al maschile dell’opera originale, in cui l’esuberante regista Peter Von Kant si sveglia nel suo appartamento di Colonia e immediatamente inizia a dare ordini a Karl, assistente tuttofare che non parla mai, sembra muto, ma osserva di continuo.
Tutto si svolge in una stanza.
Annoiato dal lavoro, Peter riceve la visita di Sidonie, la sua diva e musa, che porta con sé il giovane Amir.
Peter subito si infatua del ragazzo, lo ospita a casa sua e decide di farne una star.
Un amore impetuoso che consumerà il regista fino a fargli perdere il controllo.
Werner Fassbinder, uno dei maggiori esponenti del Nuovo cinema tedesco degli anni settanta–ottanta, più volte premiato, morì a soli 37 anni , lasciando una enorme produzione di cinema e teatro alle spalle.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Curatrice editoriale.