Ok, chi non conosce Barbie? Prima fashion doll della storia, entrata in commercio il 9 marzo 1959, ideata da Ruth Handler moglie del fondatore della casa di giocattoli Mattel mentre vedeva giocare sua figlia che dava ruoli da adulti alle sue bambole .
Un’icona rea di aver instillato almeno in tre generazioni l’idea che se non sei alta , magra ,possibilmente bionda ,con gambe lunghissime e sempre su tacchi vertiginosi non rispetti gli standard minimi di moderna bellezza femminile .
Certo Mattel nel tempo ha poi cercato di aggiustare il tiro mettendo in vendita un campionario ad oggi di Barbie e Ken con 35 colori diversi della pelle, 97 acconciature e 9 body type ma l’idea dello stereotipo certamente restava difficile da smantellare .
Così che il film su Barbie sarebbe potuto essere solo una gigantesca e ben fatta operazioni di washing , una di quelle cose che si fanno in marketing per ripulire un’ immagine e ridare nuova vita a prodotti o idee.
Invece è accaduto tutt’altro e “Barbie” ,il film, ci sorprende e stupisce sin dal primo momento perchè se per un attimo sembra una scontatissima piaggeria ad uso del brand il momento dopo ne diventa la sua stessa ,voluta, caricatura . Non credo potesse essere altrimenti con due personaggi alle spalle che l’hanno voluto come Margot Robbie, che l’ha prodotto , e Greta Gerwing la regista già autrice di gioiellini come “Ladybird” e “Piccole donne”. Tanto che io stessa, pur non avendo mai sopportato Barbie sono andata la curiosità di vedere cosa ne avessero due fatto menti originali come loro . D’altra parte non è lo stesso slogan promozionale del film che recita “Se ami Barbie, questo film è per te. Se odi Barbie, questo film è per te” ?
Pomeriggio estivo , sala prevedibilmente strapiena, con una platea composta da un pubblico assolutamente eterogeneo.
Boomer consapevoli come la sottoscritta , memori del tempo in cui Barbie rappresentava tutto ciò che era da odiare come rappresentazione femminile , ragazzine in minigonna glitterate e tutte con i capelli lisci uguali , bambine vestite di rosa con genitori al seguito ma anche ragazze e ragazzi più easy e , probabilmente, già pronti a non vedere un generico blockbuster alla Disney .
Si perché “Barbie” è tutto meno che un film semplice .
Una produzione al sapore di zucchero filato ma in cui , in mezzo al rosa che esplode ovunque ed oggetti che in tantissime ricordiamo, arrivano citazioni cinematografiche , frasi che colpiscono e momenti di riflessione poetica e consapevole che resteranno indimenticabili .
Femminismo spicciolo qualcuno ha scritto? Ma per carità!
Siamo in tempi in cui non è che si possa tanto scegliere. In cui conquiste femminili che sembravano consolidate vengono messe in dubbio da anni da una propaganda neanche più tanto latente , con almeno due ultime generazioni di giovani donne che neanche si ricordano quanto siano costate queste conquiste ed almeno una generazione di madri che le ha seriamente messe in crisi.
Crescendo le suddette giovani donne nel predominio dell’ Apparire al netto di qualunque loro accettabile possibile difetto invece che dell’Essere.
Indi per cui , a mio parere, se in un film che incassa 4 milioni di euro in un week end si ripete la parola “patriarcato” instillando anche solo ad una sparuta minoranza la curiosità di andarne a conoscere il significato ben venga il successo di questo film !
A Barbieland Barbie Stereotipo, interpretata da Margot Robbie ,è circondata da una pletora di altre Barbie: Barbie Presidente nera, Barbie dottoressa trans, anche una Barbie in sedia a rotelle che danza . E poi ci sono i Ken ,nati perché esiste Barbi, esclusivamente degli accessori. Un mondo perfetto che va in crisi per Barbie Stereotipo nel momento in cui pensieri stranamente tristi si insinuano nella sua testa fino al momento in cui le sfugge durante una festa quell’”Avete mai pensato di morire ?” che manda tutto il suo mondo in frantumi .
Da qui la necessità di andare nel mondo reale per scoprire chi le ha attribuito pensieri da donna normale e cercare di richiudere il portale che mette in collegamento gli umani con le bambole .
E’ così che Barbie conosce il mondo reale.
Un mondo in cui per le donne non va cosi bene come a Barbieland e in cui i loro problemi non sono per niente risolti . Mondo in cui scopre il pianto liberatorio, la bellezza di una anziana signora seduta con lei alla una fermata di un bus alla quale dice “sei bellissima” mentre l’anziana signora sorridendo gentile risponde “lo so” ma anche la sensazione nuova e angosciante di camminare per strada con un senso strano di insicurezza , timore ed imbarazzo mai provato per certi sguardi .
Non è un dualismo semplificato quello fra Barbieland ed il mondo normale. Femminismo da una parte e patriarcato machista dall’altro.
Nella semplificazione che appare estrema gli spunti di riflessione ci sono, le fragilità da ricomporre in entrambi i mondi appaiono anche possibili .
Certo resterà indimenticabile anche l’interpretazione di Ken – Ryan Gosling , tutt’altro che un accessorio nel film ,anzi decisamente un coprotagonista.
Ironico ed efficace nel mostrare il godimento per il machismo scoperto nel mondo reale, inaspettato potere sconosciuto dai Ken a Barbieland così come la gratificante sensazione della mai goduta adulazione femminile .
Cosi come le sequenze ironiche ed esemplari in cui vediamo le Barbie usare a loro vantaggio il più classico mansplaining per riprendere il potere a Barbieland!
Insomma Barbie ci sorprende e stupisce.
“Entra nella scatola e torneremo a Barbieland” dice il Ceo di Mattel a Barbie appena catturata per riportarla nel mondo reale .
Come va a finire la scena non lo scrivo perché sarebbe spoiler ma questo film e quello che suggerisce è ,per esempio, anche il pensiero alla vista di quella enorme , scicchissima scatola rosa .
Pensiero andato, anche solo per un attimo ,a tutte le metaforiche scatole in cui qualcuno o qualcosa ci rinchiude o, peggio ancora, ci rinchiudiamo anche da sole .
Ecco, in mezzo a tutto quel rosa queste sono le suggestioni che arrivano improvvise e rendono potente un film come Barbie!
E,sinceramente, mai avrei immaginato di scriverlo.
Regista:Greta GerwigGenere:Commedia, Azione, AvventuraAnno:2023Paese: USA, CanadaDurata: 114 minData di uscita: 20 luglio 2023Distribuzione: Warner Bros.