Mostri o figli vostri?
Quando mi chiedono la ragione della violenza crescente tra i giovani, rispondo sempre che è una storia dalle origini lontane, che in misura sempre minore ha a che vedere con degrado e marginalità sociale.
Quando mi chiedono la ragione della violenza crescente tra i giovani e dell’abbassamento costante dell’età delle vittime, ma anche degli autori di fatti criminosi come quelli che affollano la cronaca di questo periodo, rispondo sempre che è una storia dalle origini lontane che in misura sempre minore ha a che vedere con degrado e marginalità sociale.
Comincia con te, che a malapena adulta, assediata dalla pressione sociale, con poca voglia o possibilità di fare o studiare, metti al mondo un bambino pensando attraverso lui/lei di poterti affermare realizzando tutte le tue ambizioni frustrate. E’ così che percepirai il piccolo presente per compiacere le tue necessità e non il contrario, come dovrebbe essere.
E poiché hai una idea precisa di come dovrà essere tuo figlio, non sosterrai il bambino reale che hai davanti, ma lo condizionerai al punto tale da fargli creare un falso sé che impersoni il feticcio di figlio che hai in mente tu, mentre lo cresci come un fantoccio da vetrina, come creta che plasmi secondo il tuo modello.
Così tuo figlio, che non ha ricevuto da te sostegno e riconoscimento, non potrà sintonizzarsi empaticamente con gli altri e li ingannerà, manipolerà e tratterà percependoli come pedine e/o oggetti.
Ma anche tu, giovane uomo che hai concepito una creatura per “regalarla” ai nonni e alla madre, basta che ti lascino in pace e non gli dai calore affettivo rinunciando ad educarla, la stai maltrattando, procurandogli con la tua assenza fragilità che la condizioneranno personalmente e nelle relazioni per tutta la vita.
Se poi, con l’andar del tempo, strappi dalle mani di tuo figlio il peluche rosa che gli piace tanto, dicendogli che è da femmina e non ci deve giocare, gli trasmetterai stereotipi di genere per cui ci sono colori, oggetti, atteggiamenti opportunità e ruoli che appartengono ai maschi ed altri alle femmine, insegnandogli la separazione, la discriminazione ed il pregiudizio.
Se non fai che lodare con tutti l’aspetto della tua bambina di 6 anni, sollecitandola ad essere carina, disponibile e a scambiare effusioni atteggiandosi da adulta, le insegni che la bellezza è un valore, l’unico che può darsi e che piacere è l’obiettivo principale da centrare essendo compiacente con tutti, sessualizzandola. In tal modo le rubi l’infanzia e le insegni ad oggettificarsi, esponendola a rischi di manipolazione, sfruttamento e violenza.
Se abbandoni i tuoi figli davanti al cellulare da quando sono piccoli per toglierti d’impaccio e perché hai altro da fare, forse non realizzi che verranno bombardati da immagini inappropriate e violente, divenendo progressivamente insensibili alla crudeltà e al dolore degli altri che percepiranno come effetti speciali di un videogioco.
Se, in quanto padre, non inizi alla mascolinità tuo figlio parlandogli di amore ed affettività, imparerà come sono i rapporti uomo-donna dalla pornografia online, che gli suggerirà la sopraffazione e l’umiliazione del femminile vissuto come oggetto di piacere ad uso e consumo dell’uomo.
Se dai sempre ragione ai tuoi figli prendendotela al primo rimprovero anche con gli insegnanti, non farai loro comprendere il senso del limite e li renderai intolleranti alla frustrazione: non sorprenderti poi se diverranno bulli o ricorreranno alla violenza ai primi no che riceveranno dagli altri e dalla vita.
Se non trasmetti a tuo figlio l’esempio di cosa sia il rispetto per le creature viventi, potresti scoprire che, alle soglie dell’età adulta, lui trovi divertente massacrare a calci un cucciolo inerme fino a procurarne la morte per poi passare a “trastullarsi” con chissà cos’altro o con chi.
Se maltratti usualmente tua moglie in famiglia, tua figlia potrebbe ripercorrere la via crucis di lei affidandosi ad un uomo come te o identificarsi con te, disprezzando il proprio genere e divenendo una predatrice relazionale, mentre tuo figlio avrebbe l’imbarazzo della scelta tra essere un prevaricatore a tua immagine o una vittima di relazioni abusanti come la madre.
Se parlando davanti ai tuoi ragazzi di una donna che subisce vessazioni e minacce o che è stata vittima di una violenza ti esprimi nei termini di: “Se l’è cercata, le piace soffrire, è colpa sua perché era sola, era tardi, era poco vestita, aveva bevuto, era in compagnia, etc etc..“ sappi, che stai praticando victim blaming, lo spostamento della colpa di un atto criminoso da chi l’ha commesso a chi l’ha subito e ti rendi portavoce di un pensiero arcaico, di derivazione patriarcale, nonché della misoginia imperante che trasmetterai loro.
Se da padre separato ti dai di gomito con tuo figlio vantandoti di avere relazioni con donne, l’una all’insaputa dell’altra, e di trattarle come bambole usa e getta, tieni in conto che molto probabilmente da grande agirà allo stesso modo.
Se da madre non fai che ripetere al tuo ragazzo adolescente che ci sono ragazze perbene, ma anche grandi svergognate, magari solo per il modo in cui si abbigliano o per il numero di persone che frequentano e soprattutto per la libertà di pensiero che dimostrano, può darsi in caso incontri “una di queste” trovandosi tra amici che decida di violentarla in gruppo.
Dunque, madri e padri di queste ed altre storie, per quale motivo vi stupite degli abusi che rischiano quotidianamente bambine e ragazze, ma soprattutto: perché di fronte ai volti di chi ha commesso crudeltà e violenze, li chiamate mostri? Sono figli vostri!