Vita e Morte di una grande POETA.
Questo docu film sulla POETA Patrizia Cavalli, di Annalena Benini e Francesco Piccolo, è l’ultima sua testimonianza prima di morire il 21 giugno del 2022.
Nel docu film gli scrittori Annalena Benini che scrive di cultura per Il Foglio e ora è nuova direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino per il triennio 2024/26 e Francesco Piccolo sceneggiatore dei più grandi registi nostrani, sono a casa dell’amica poeta Patrizia Cavalli per coinvolgerla in un film.
Lei accetta di buon grado a patto di non procedere ordinatamente perché non è nella sua natura ma di “costruire andando”, come si scrive una poesia.
Aveva solo 75 anni Patrizia Cavalli e morì durante la post-produzione di questo film, in cui i due autori hanno cercato di disegnare il suo ritratto.
Patrizia Cavalli è immortale.
La vecchiaia di Patrizia Cavalli è poetica.
La morte della POETA è POESIA.
Una vera e propria icona pop odierna, dell’arte contemporanea, il film doc ripercorre la sua vita.
In realtà la regista è lei ma Benini e Piccolo si inchinano alla sua maniera di girare, di raccontare. Loro la maggior parte del tempo saranno fuori campo catturandone la naturalezza davanti alla macchina da presa.
Più che un ritratto è un autoritratto. Ma non sarebbe venuto così poetico senza Annalisa Benini e Francesco Piccolo che hanno saputo cogliere l’attimo fuggente.
La vita e la morte di una grande POETA.
Lei come riferisce spontaneamente aveva un caratteraccio ma vediamo che la dolce vecchiaia la trasforma e si ritrova ad osservare i bambini che in passato non ha mai “filato”, la piazza dove vive, con la statua di Giordano Bruno e lo storico mercato, il cinema Farnese i pochi romani rimasti e il chiasso infernale che l’hanno tormentata notte e giorno per anni e anni, ora non lo sente più. Ora percepisce solo la grande bellezza di questa città che l’ha adottata della capitale caotica ma irresistibile e ora la ama e basta. Ce la restituisce.
Lei è gelosissima delle sue persone. E’ sempre uscita fuori di testa per la gelosia.
Bella da giovane come tutta la meglio gioventù, lei si racconta ormai anziana ed è chiaro che si sta preparando ad abbracciare sorella MORTE.
Non sembra abbia paura ma è chiaro che è attaccata alla maledetta vita.
Il TAGLIO DEI CAPELLI che nelle foto di lei da ragazza sono lunghi e lisci, dichiara una malattia in corso.
La CAMMINATA stanca, lo sguardo benevolo verso sé stessa ci mostra decadenza e vecchiaia. Ma Lei si mette il rossetto, si dipinge le sopra ciglia per essere bella. Si acchitta. Ridiventa giovane. Il pubblico ride e applaude la sua stramba ironia,
Ma Lei ridendo e scherzando racconta come andasse a giocare, marinando la scuola, a morra cinese con i camionisti vincendo sempre lei unica donna e senza alcun timore di quegli uomini, di quanto fosse monella, solitaria e spregiudicata, come avesse perso tutto al gioco, e racconta dell’AMORE senza il quale non avrebbe potuto scrivere e quindi vivere, perché tutto fa l’AMORE. Racconta della GELOSIA quasi ossessiva e noi ridiamo.
Racconta di lei 16enne che incontra Elsa Morante che la autorizzerà ad essere POETA.
Afferriamo con semplicità la sensualità delle poesie della Cavalli, l’esperienza della sua ispirazione, la sua VOCE, le sue poesie cantate come al tempo di Omero.
La sua IRONIA, Fino alla fine canterà le sue poesie criticando la sua voce e ridendo di sé stessa. Si presenterà dicendo: piacere – PATRIZIA HORSES.
Si metterà il rossetto per esser bella, mentre scorre i libri delle altre Poete che ama e quando non ne trova uno dirà che glielo hanno rubato, e sa pure chi, perché i libri si rubano, dirà di amare più di tutti il poeta Sandro Penna.
Ci racconta il senso profondo della vita mentre le sta per sfuggire di mano.
Incarna la modernità della poesia italiana contemporanea, l’amore per le parole e per la performance.
Una provinciale dal grande talento, con gran sense of humour che per capire si butta nell’inferno senza pregiudizi, per poi crearsi il suo paradiso.
Il doc restituisce allo spettatore la POESIA a tutto tondo di Patrizia Cavalli, attraverso il piccolo quotidiano e l’esperienza di una POETA che rifiuta la banalità del male, una vera GUERRIERA fino alla fine.
Adriana Moltedo
Giornalista, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità, esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Curatrice editoriale.