Killers of the Flower Moon, diretto da Martin Scorsese con Leonardo DiCaprio, Robert De Niro e Lily Gladstone, prodotto da Apple, è ambientato nell’America degli anni Venti, è un dramma poliziesco che ricostruisce una delle pagine più sanguinose della storia americana.
Tratto dal romanzo Gli assassini della terra rossa di David Grann, è ambientato nell’Oklahoma degli anni Venti, a Osage Nation, dopo che in quella zona furono scoperti grandi giacimenti di petrolio.
Su suggerimento di Di Caprio, la vicenda nel film è raccontata attraverso la storia d’amore fra il suo personaggio Ernest e la moglie Mollie nativa americana.
Nel centro il rapporto succube tra Ernest con il terribile zio allevatore William Hale interpretato da Robert De Niro, e suo fratello anche lui alla totale dipendenza dello zio
«In parole povere non sembrava che fossimo arrivato al nocciolo della questione. C’era questa piccolissima scena tra Mollie ed Ernest che ha provocato una tale emozione in noi durante la lettura che abbiamo iniziato a desiderare di saperne di più su di loro. E da lì è ripartito il tutto», ha raccontato Di Caprio a British Vogue.
Proprietari di alcuni appezzamenti di terra ricchissimi di oro nero, questi nativi americani vengono uccisi uno a uno da un complotto ordito dall’allevatore William Hale.
Negli anni Dieci – Trenta del secolo scorso, i giornali, dell’epoca, descrissero il periodo come il “Regno del Terrore”, per il numero di omicidi irrisolti.
Pare che più di sessanta ricchi nativi americani purosangue furono uccisi. Ma secondo indagini recenti il bilancio dei morti potrebbe arrivare a un centinaio.
Di Caprio a 48 anni in piena maturità, fa un’ interpretazione magistrale, all’altezza di Marlon Brando del Padrino.
E’ un puro obbediente che nonostante ami sua moglie arriverebbe a ucciderla per far contento lo zio.
Lily Gladstone 37 anni, nativa americana, discende dalle tribù dei Nasi Forati e dei Piedi Neri, e nel film è la bella e dolcissima Mollie che vede morire tutta la sua famiglia condannata lei stessa ad una brutta fine ma che con la sua antica cultura capisce tutto e risolve le brutture del mondo circostante.
Robert De Niro è Robert De Niro. Nella vita ha 80 anni portati bene ed è recentemente diventato ancora padre. Nel film molti amici – ha detto lo stesso Scorzese – non l’hanno riconosciuto per la prima mezz’ora del film perché invecchiatissimo, cattivissimo più che in Taxi Driver, peggio!! perché appare buono gentile e comprensivo. Un buon amico dei nativi, uno che risolve i loro problemi. E’ talmente convincente che tutti cadiamo nelle sue grinfie.
Martin Scorzese coetaneo di Bob De Niro e amico da sempre, dai tempi dei super8 insieme, che ha fatto un poliziesco doc, alla fine del film appare come Hitchcock per dirci come è andata a finire la storia veramente.
Una regia pazzesca, musica, montaggio, costumi dei nativi, di Mollie autentici, di Ernest e dei cowboys, le distese infinite dell’ Oklahoma dai colori sorprendenti con inserti in B/N nei momenti bui. Tutto contenuto dal Maestro Scorzese. Un infinito Amore per il suo paese nonostante tutto.
Unico neo troppo lungo. Ci siamo lamentati in tanti.
«La gente dice che tre ore sono troppe», ha commentato Scorsese in un’intervista al Hindustan Times. «Ma stare cinque ore davanti al televisore invece? Quello si può fare? E quando vai a teatro, e uno spettacolo dura 3 ore e mezza? Hai gli attori lì davanti a te, mica puoi alzarti e andartene, è una questione di rispetto. E allora rispettiamo anche il cinema».
Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità.