«La fine della storia con Giulia lo aveva provato, ma non sembrava diverso dal solito» (Nicola Turetta, padre di Filippo).«Lui e Giulia si frequentavano dopo la rottura, non è un violento» (Andrea Turetta, fratello di Filippo). «Filippo è un ragazzo introverso, timido, che non ha mai dato preoccupazioni ai genitori» (i vicini della famiglia Turetta).E ancora: «Fidanzati scomparsi», «Giulia Cecchettin sparita con l’ex fidanzato».
Il tutto corredato da foto dei due insieme, sorridenti. In pratica, Romeo e Giulietta. (C’è chi aveva ipotizzato addirittura la «fuitina».) Così li hanno presentati i media, così – buono, sensibile, timido – viene dipinto Filippo Turetta. Ma la fine era nota, l’evidenza più che evidente. Giulia Cecchettin col personaggio shakespeariano condivideva soltanto il nome. Turetta invece non somigliava affatto a Romeo. Malgrado le colate di melassa dell’«informazione» e dei parenti/amici, sapevamo tutte che non si trattava d’una fuga d’amore, ma del rapimento di una ragazza da parte dell’ennesimo patriarca assassino, che non sopportava di essere lasciato, che trovava intollerabile lei si laureasse prima di lui, che detestava il successo di Giulia rispetto alla sua dabbenaggine. Lo sapevamo tutte. Come conosciamo l’epilogo. Comprensione per il «povero» femminicida, provato dal «troppo amore», processo ridicolo, sentenza più che mite, assoluzione. Piango per Giulia e per ogni donna. Piango e non perdono. Maledetto. Maledetto lui e chi lo difende. Solo questo ormai rimane. È tutto finito.
Autrice. Daniela Tuscano