Non sono tutti uguali
Non si può pensare di combattere la violenza di genere attraverso la discriminazione dell’intero genere maschile.
Sono giorni difficili questi, che seguono il ritrovamento del corpo dell’ennesima giovane, Giulia Cecchettin, la cui vita preziosa ed innocente è stata strappata agli affetti più cari e alla comunità tutta da chi diceva di amarla.
Man mano che trascorrono le ore ed emergono dettagli raccapriccianti di questo femminicidio che è stato compiuto con una inaudita crudeltà, monta una rabbia feroce delle donne che oggettivamente sono stanche di subire abusi e di veder massacrare amiche, figlie, madri e sorelle.
Tale vissuto di viscerale indignazione sta esplodendo in dichiarazioni e proteste in cui si percepisce una sorta di colpevolizzazione globale di discriminazione e rifiuto dell’intero genere maschile.
Che gli stereotipi di genere derivati dal retrivo pensiero patriarcale siano una delle cause principali della piaga della violenza sulla donna e del femminicidio è chiaro e per questo vi rimando alla lettura di quest’altro mio articolo in tema (Femminicidio perché), tuttavia è evidente che non si può pensare di combattere la violenza di genere ricorrendo allo scontro frontale .
Piuttosto, bisogna ribadire a chiare lettere che l’uomo deve essere educato al rispetto dell’altro sesso fin dalla culla ed occorre al contempo aiutare le ragazze dalla preadolescenza a cogliere quei segnali precoci e striscianti di controllo, manipolazione invidia e coercizione che possono esitare in grave violenza e che configurano una relazione come tossica. Va detto loro chiaramente che alla prima vessazione devono allontanarsi rapidamente cercando l’aiuto dei genitori, degli insegnanti degli amici, valutando di farsi seguire da uno/una Psicoterapeuta esperto/a in tali dinamiche, in modo da uscirne senza riportare gravi conseguenze sino a quella di perdere la vita.
Detto questo, vorrei tornare agli uomini rivolgendomi direttamente alle donne:
Evitate come la peste i collezionisti di corpi maciullatori di anime, i seduttori ingialliti e/o incalliti che ne hanno “visitate” tante, sposata anche qualcuna e amata nessuna. Non vi accollate eterni Peter Pan e/o vili complessati che vi si attaccano come mignatte perchè non hanno responsabilità né arte e né parte. Costoro vogliono solo rubarvi energia, idee, tempo, libertà, talento e spesso denaro. Non solo saranno miserabili al punto da esservi irriconoscenti, ma vi odieranno segretamente, spogliandovi di tutto, strappandovi a voi stesse giornalmente. Scappate dai cinici amorali per cui tutto è normale e la violenza è una “ragazzata” da lasciar passare, una pratica informale da archiviare.
Fuggite da chi non vi guarda negli occhi quando parlate ma nella scollatura, il cui pensiero sulla donna è più sudicio delle parole con cui la etichetta e delle mani con le quali la tocca.
Aborrite i giocolieri del compromesso che vi sporcano le scelte e vi tolgono la dignità.
Ed infine, non soccorrete quelli che necessiterebbero unicamente di un aiuto specialistico, abbiate terrore di coloro che vi abusano, si scusano, vi aggrediscono, piangono, vi abusano nuovamente, si scusano ancora perché l’ultimo step della tarantella dell’orrore sarà: vi uccidono.
Piuttosto, abbiate cura di scegliere e tenervi accanto uomini cui i padri hanno insegnato con l’esempio il rispetto verso le donne e a cui le madri non hanno detto che esistono quelle sante come lei e le altre, poco di buono, che se la vanno a cercare, cui fare di tutto.
Lasciatevi travolgere dagli appassionati, che guardano alla donna come ad una fonte inesauribile di vita, creatività e grazia e che non si stancheranno di confrontarsi con voi, di ammirare il vostro mistero abbracciandosi alla vostra essenza.
Tenetevi stretti anche quelli di poche parole ma tante dimostrazioni, che si sono caricati sulle spalle il mondo e vogliono amarvi aiutandovi a portare i pesi della vita.
Coinvolgetevi solo con chi non vi lascia un passo indietro perchè vuole starvi ed avervi accanto.
Abbiate fiducia in chi ne ripone in voi e valorizzate chi è orgoglioso delle vostre conquiste come fossero sue.
E se non fate che infilarvi in relazioni tossiche perché non avete mai ricevuto riconoscimento ed amore, fatevi aiutare e spezzerete l’incantesimo vostro personale e della trasmissione della sofferenza intergenerazionale.
Lì fuori ci sono tanti uomini per bene con la U maiuscola, che non chiedono altro che di sostenerci nella lotta alla violenza di genere: chi ha avuto accanto almeno un uomo che l’abbia veramente amata nella sua vita, come un padre, un fratello, un amico o un compagno, sa che è così.
Dobbiamo solo chiedere loro di schierarsi: stigmatizzando i comportamenti aggressivi e violenti dei loro simili ma anche denunciando, dissociandosene, gli atteggiamenti machisti, pericolosamente striscianti e così presenti nella nostra società, le dinamiche oggettificanti, le vanterie miserabili e le discriminazioni sconce che altri uomini infliggono alla donna e sono sotto agli occhi di tutti.
Così dunque, noi e loro, donne e uomini, ragazze e ragazzi, bambine e bambini, costituiremo una forza inarrestabile che procederà compatta verso la parità di genere.
Alexia Di filippo, Psicologa e Psicoterapeuta