Da 13 anni, ogni 31 dicembre, salgono sul Monte Faito, da cui si domina il vasto panorama del Golfo di Napoli e del Vesuvio. E con pazienza, incuranti del freddo e dell’altitudine, del cenone, dei festeggiamenti, aspettano che, allo scoccare della mezzanotte, la città si riempia di luci, bagliori, esplosioni per salutare l’anno nuovo. È quello il momento in cui Mario Amura e la sua squadra, armati di fotocamere e teleobiettivi, possono finalmente scattare le loro foto. Che diventeranno le opere d’arte di Napoli Explosion.
Il rosso della lava infuocata del Vesuvio, l’arancio degli agrumi della Costiera, il giallo dei pomodorini del Vesuvio, il verde dei boschi dei Monti Lattari, l’azzurro del Mar Tirreno e il blu della notte sulla montagna si mescolano, danzano, s’intersecano e s’intrecciano, si fondono in una sinfonia di colori. Sembrano pennellate d’olio su tela; sono attimi irripetibili di luce catturati dal teleobiettivo. Di notte, a oltre millecento metri sul livello del mare, il buio permette di vedere quello che da terra e con il sole non si può cogliere: che è, insieme, gioia corale per l’inizio di un anno che si spera migliore del precedente e desiderio di unirsi all’allegria degli altri nel rito tradizionale dei fuochi d’artificio, luminosa esplosione di stelline, bombe, bengala, girandole, mortaretti, petardi, razzi…
A immortalarla, un gruppetto di amici diventato con il tempo una vera e propria troupe di professionisti, che, a ritmo di musica – ingrediente fondamentale della performance artistica – fa oscillare e ruotare i propri teleobiettivi, che solo così riescono a cogliere, e a trasformare in ‘colature’ pittoriche, l’eternità nascosta dietro la transitorietà dell’effetto pirotecnico. Ed ecco nascere ombre scurissime in contrasto con luci abbaglianti, sagome misteriose come mostri (“Godzilla”) o familiari come il cono del vulcano, circondate da ‘schizzi’ di luce che sembrano eruzioni, tempeste marine, presenze aliene, ma anche disegni a gessetto, mondi sottomarini, dipinti puntinisti e impressionisti.
È il mondo di Mario Amura e del suo progetto visuale Napoli Explosion; ed è possibile visitarlo gratuitamente – dal 14/12/2023 al 01/04/2024 – presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, dove 37 grandi opere esposte per la prima volta, immerse nel suggestivo scenario del Cellaio, accolgono i visitatori con giochi di luci e colori che evocano il Capodanno, il Vesuvius di Andy Warhol, i colori dei vicoli di Spaccanapoli, la forza distruttrice e creatrice della lava. È la Napoli in festa del 31 dicembre, città universale fatta di luce, che raccoglie le suggestioni dei viaggi di Amura (che ha scattato reportage in ogni parte del mondo, dall’India alla Cina alla Cambogia) e delle sue narrazioni visive per il cinema (Amura ha vinto un David di Donatello per la fotografia); ed esorcizza la paura che il vulcano esploda, facendo esplodere di luce e colori il golfo di Napoli.
“L’aspetto di Napoli Explosion che colpisce di più è la sua coralità”, dice il prof. Salvatore Settis, storico dell’arte e Presidente del Comitato Scientifico del Louvre. “Durante la notte del passaggio al nuovo anno, centinaia di migliaia di persone che fanno esplodere fuochi di artificio non sanno che stanno contribuendo a un’opera pittorica”. E Sylvain Bellenger, Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte: “Osservando le opere mi sono reso subito conto che il tema principale non era il Vesuvio, che appare come un’ombra silenziosa, quanto la città sommersa da fuochi d’artificio capaci di trasformare la paura in gioia. Questo è ciò che Amura ha voluto vedere. La fotografia ha una propria zona immaginaria, che non è controllata dal fotografo. Il fotografo può giocarci, ma è come il ceramista, non controlla i colori. Come la terracotta, come la ceramica, la fotografia di Amura è un’arte del fuoco”.
Per informazioni
Napoli Explosion
+39 349 6735984
hello@napex.art
Napex Art
La mostra è gratuita
Museo e Real Bosco di Capodimonte
Via Miano 2, 80131 Napoli
+39 081 7499111
Photo credits:
Foto della mostra: © Chiara
Santoianni