One Life diretto da James Hawes, è la vera storia di Nicholas Winton (Anthony Hopkins). Il titolo One Life, è un riferimento al Talmud ebraico che suggerisce che puoi salvare il mondo intero se riesci a salvare una sola vita.
La storia narra una vicenda realmente accaduta durante la Seconda guerra mondiale e prende ispirazione dal libro ‘If It’s Not Impossible… The Life of Sir Nicholas Winton’, scritto da Barbara Winton.
Un storia che ci fa ancora credere, oggi più che mai, nell’umanità”.
Winton è un agente di borsa britannico figlio di genitori ebrei tedeschi.
Negli anni Trenta, l’uomo salvò centinaia di bambini dallo sterminio nazista.
Winton a 29 anni creò un piano di salvataggio, noto come Operazione Kindertransport “trasporto di bambini”, che prevedeva il trasporto di centinaia di bambini tra cui molti ebrei, dalla Cecoslovacchia in Inghilterra prima dell’inizio del conflitto.
Nicholas Winton, riuscì a far scappare un totale di 669 bambini prima che la missione venisse interrotta a causa della chiusura dei confini.
Grazie a questa operazione, i piccoli furono nascosti e si salvarono dai campi di concentramento.
Winton fu soprannominato l’Oskar Schindler britannico.
Il suo impegno fu riconosciuto pubblicamente solo negli anni Ottanta, quando ebbe l’occasione di incontrare nuovamente gran parte degli allora bambini a cui salvò la vita.
L’uomo si chiamava Nicholas Winton, e Anthony Hopkins è il suo volto anziano, il volto di quando la sua storia divenne pubblica, nel 1988, grazie a una trasmissione televisiva della BBC.
A interpretarlo da giovane è invece Johnny Flynn, Helena Bonham-Carter appare nel ruolo di Babette, la madre di Nicholas, e a completare il cast troviamo Romola Garai, Jonathan Price, Lena Olin e Alex Sharp.
Grazie all’aiuto di sua madre Babette e di altre figure cruciali, Winton riesce a far partire otto treni che portano centinaia di bambini in Gran Bretagna.
Avanti e indietro tra il 1988 e il 1939, ripercorriamo la storia e il viaggio di Winton. Capiamo i motivi che lo hanno spinto ad un atto così benevolo, e comprendiamo come sia stato possibile, in un’epoca tanto oscura, rendere possibile una migrazione di minori da un confine all’altro, portando i bambini in salvo da Praga fino a Londra.
La storia vera che si racconta e l’attualità della vicenda ci fa piacere il film.
Inoltre Anthony Hopkins, è sempre eccezionale.
Colpisce al cuore.
Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.