Ho riflettuto a lungo se scrivere qualcosa per celebrare la giornata internazionale delle donne come si usa per l’8 marzo. Ma non poteva mancare qualcosa da parte di dol’s che si occupa da sempre proprio di donne e parità e quindi ho pensato di chiedere ad alcune delle donne che collaborano con noi di darmi la loro visione Donne di vari tipi di sinistra e di destra, giovani, mature, anziane, bianche, nere, gialle etc. sposate o single, con figli o senza, che lavorano o studiano.
Quindi adesso riferirò alcune cose che queste persone hanno scritto sperando di trovare la vostra partecipazione ed interesse.
Cominceremo con Maria Giovanna Farina ed a continuare ogni giorno una nuova storia ed esperienza,
Buona 8 marzo e tutto quello che per voi vuol dire.
Giornata Internazionale della Donna 2024
di Maria Giovanna Farina
Oltre ai dibattiti e agli incontri, direi che è utile anche da casa riflettere sulla condizione della donna che in certi paesi è a dir poco scandalosa e anche qui, nel nostro dorato Occidente, le donne non se la passano poi così tanto bene anche se possono guidare l’auto e denunciare i loro aguzzini. Non pensiate subito che sono contro il femminismo storico, è stato un movimento utile al riscatto femminile, a rendere consapevoli le donne della loro possibile emancipazione, ma ora dobbiamo lavorare per raggiungere una vera parità tra i generi. Dobbiamo andare avanti mantenendoci lontane da visioni troppo di parte della condizione femminile. Dobbiamo andare avanti soprattutto smettendo di usare il “corpo”… per andare avanti.
L’8 marzo è una ricorrenza da celebrare unite al di là delle singole appartenenze politiche, religiose, sociali; l’8 marzo è un giorno simbolo di un intero anno di solidale collaborazione. La parità si conquista non con gli slogan, ma con la volontà di dimostrare che le donne hanno un valore fondamentale per il vivere sociale. Qualcuna potrebbe subito obiettare: “E già, noi dobbiamo sempre dimostrare!”, sì, in parte è vero, però non fermiamoci qui, allarghiamo lo sguardo e rivendichiamo l’esistenza di una reale parità dei diritti e dei doveri, a partire, e ciò è imprescindibile, da quella intellettuale. Accanirsi contro maschi maschilisti, fautori dell’oggettualizzazione del corpo femminile e del suo mercimonio, non è utile e non induce loro a cambiare modo di pensare: quel tipo di maschi continuerà a deridere, non solo alle spalle, chi li critica. Sarebbe solo una perdita di tempo e di prospettiva, rivolgersi e dialogare con i maschi non maschilisti è invece la strada giusta. Inoltre ci sono ancora donne sottomesse alla mentalità fallico-centrica, quella visione delle cose che riconosce nel maschio il principio di suprema autorità. Ci sono ancora purtroppo donne cosiddette emancipate che pur essendo colte e capaci hanno la necessità, a volte inconsapevole e incistata nel loro più profondo ed intimo essere, del riconoscimento di un uomo, anche se è inferiore per competenza ed erudizione, che legalizzi il loro operato culturale e/o progettuale. Con buona probabilità trovandosi di fronte ad una donna che respinge tale approvazione e non baratta il proprio corpo, ma neppure la propria mente per un gradino del successo, i maschi potrebbero essere incentivati a mettersi in discussione. Come liberarsi dallo stereotipo della necessaria legalizzazione maschile?
Magari partendo dalla considerazione che un grande filosofo come Socrate fu iniziato alla conoscenza dell’amore da una donna, seppur mitologica, ossia Diotima di Mantinea. In questo caso il celebre Filosofo ha riconosciuto l’importanza del femminile, in questo caso la sua superiorità, ed ha dato esempio di come si possa raggiungere un equilibrio tra maschi e femmine: riconoscendo le reciproche differenze e le reciproche affinità.