Se un uomo, anche uno solo, avesse vissuto dentro al suo corpo l’esperienza della gestazione e del parto, quante cose sarebbero diverse.
E chissà, forse tra queste la guerra che in un battito di ciglia si porta via una vita, mille vite che una donna, mille donne, hanno sentito formarsi in sé per nove mesi. E che hanno seguito con amore, dedizione, accoglienza, pazienza, ascolto per anni, tanti anni.
I maschi che governano scelgono da sempre la guerra perché non sanno cosa voglia dire dedizione capillare a una vita in trasformazione, dentro e fuori dal proprio corpo. Non hanno pazienza, non conoscono gradualità, vogliono tutto e subito. Anche il potere, la supremazia, la morte.
La loro partecipazione alla nascita di una vita é stata un blitz nel corpo della donna, allo stesso modo la loro partecipazione alla morte di quelle vite é un blitz.
I maschi che governano si comportano da ignoranti proprio perché ignorano il mondo che si nasconde dietro alle apparenze, l’essenza che soggiace alla forma, la potenza che, se male orientata, si trasforma in potere.
Penso a questo, ad esempio, riflettendo su questo 8 marzo e su tutti gli 8 marzo che ho vissuto nell’arco della mia vita.
Ne ho intervistate tante di donne, le Donne Eccellenti che ho portato qui, su Dol’s, le Donne Estreme che ho intervistato anni fa per Gioia, le Donne che che ho incontrato per la diffusione del Manifesto progetto Creatività sul Femminile e che continuo a incontrare ovunque.
E sempre pensando a loro, pensando a noi, continuo a credere che sia difficile per un uomo capire davvero cosa sia la dedizione capillare a una vita. Una donna lo sa, lo sente che abbia fatto figli oppure no, perché eredita dalla genia femminile un suo modo di essere.
L’uomo no, se dovesse partorire pretenderebbe di smetterla quando é stanco, quando non ce la fa, quando le doglie del parto e le contrazioni sono troppo per lui. Vorrebbe che il figlio si bloccasse, la smettesse di tentare di venire alla luce: me lo vedo e lo sento dire “Muoviti oppure riprendiamo domani. Ora ho altro da fare, o stai ai miei tempi oppure arrangiati”.
Lo scrivo con tutto l’amore che ho per mio marito, per il mio figlio maschio e per tanti amici maschi che amo e rispetto.
E’ una questione di natura?
E’ una questione di capriccio?
E’ una questione di abitudine al potere?
Lascio a voi la risposta, a ogni donna che mi sta leggendo e che ha una sua storia da raccontare e da condividere, con il mio augurio di un 8 marzo di serenità e di gioia.