Memory il film indipendente scritto e diretto dal regista messicano Michel Franco, narra di due anime ferite, due anime goffe e tenere, che mettono in scena una delle più improbabili eppure toccanti scene di sesso mai viste.
Sono due adulti visti come adolescenti.
Due che riemergono da un passato che appare quando una sera lui insegue lei mentre torna a casa dopo una riunione di ex compagni di scuola.
Sylvia, Jessica Chastain, una madre single con una figlia ed ex alcolista, si scontrerà con un passato burrascoso e con alcuni traumi irrisolti, riportati a galla proprio da quell’incontro. Saul, Peter Sarsgaard, però, soffre di demenza e non riesce quindi a ricordare i dettagli del suo rapporto con Sylvia, che deciderà di prendersi cura di lui mentre cerca di ricostruire cosa sia accaduto anni prima.
Una storia, quella di Memory, che parla anche di demenza, quella che colpisce a poco più di 50 anni il personaggio di Peter Sarsgaard, a cui è valsa la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a Venezia, ha dichiarato che si è commosso ricordando uno zio a cui era molto legato, scomparso proprio pochi anni fa, durante il covid. “Era un giocatore di football, poi ha fatto il pugile e il pompiere, è stato una presenza cruciale per la mia vita da quando avevo 13 anni. Trovo magico che sia poi arrivato questo film. Era una persona positiva e sempre felice, anche il giorno in cui è morto, in una clinica quasi senza personale per il covid. Sarà sempre il mio Bubba, come chiamiamo uno zio nel sud degli Stati Uniti”.
Parlando proprio del lavoro insieme a Sarsgaard, Jessica Chastain ha detto di aver sempre voluto lavorare con lui. “Ci eravamo incontrati prima alcune volte, non ho mai nascosto di essere una sua fan, amo i suoi film, è un artista vero. Ci sono attori che chiedono cambiamenti nella sceneggiatura per aderire meglio al personaggio, lui è uno di quelli che preferisce cambiare lui per avvicinarsi. È stato un grande piacere”.
Per quanto riguarda Michel Franco, conosceva il suo lavoro, e si è detta “eccitata subito dal leggere subito dopo la pandemia questa storia, si era anche già in pieno movimento metoo e sembrava una storia di vendetta che si inseriva in quel filone, poi mi sono commossa vedendo la totale assenza di cliché. La storia di una donna che aveva accolto il trauma nella sua vita per proteggere sé stessa e la figlia, che per farlo ha smesso di vivere. È stato bello vederla aprirsi e vivere di nuovo una relazione con qualcuno che non la vede legata al passato. Una rinascita piena di ispirazione, Michel non scrive per provocare un impatto, ma in maniera pura. Spero che per il pubblico che lo vedrà potrà essere un’esperienza catartica e una proiezione verso un periodo più leggero”.
Il suo impegno contro la violenza sulle donne è noto e costante, come ha avuto occasione di confermare: “Viviamo un momento incredibilmente importante, l’ultimo decennio ha dato modo alla nostra società di riconoscere il dramma della violenza e del crimine contro la donna, che accade in ogni singolo minuto in tutto il mondo.
Il secondo passaggio è capire come guarire, alimentare la conversazione al riguardo. Per me – ha dichiarato l’attrice, – proteggere le donne è una passione e sento come un forte principio guida della mia vita usare la mia popolarità per supportare questa lotta per avere finalmente uno spazio sicuro in cui vivere e lavorare per tutte. Bisogna sempre parlarne e andare avanti, come società, verso la fine della violenza contro le donne”.
Un amore così inatteso e singolare, i due si incontrano nella New York di oggi. Memory è la storia d’amore fra due persone che gli americani definiscono damaged, e noi potremmo tradurre come lesionati dalla vita, è proprio il grande amore che traspare per loro da chi ce li racconta.
Adriana Moltedo
Esperta di cinematografia con studi al CSC Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Ceramista, Giornalista, Curatrice editoriale, esperta di Comunicazione politico-istituzionale per le Pari Opportunità. Scout.