Alessandra Abruzzo studentessa 21enne salva gli smartphone dalla discarica per salvare il pianeta. E’ la promotrice di “Ricicla il tuo cellulare
Per il suo impegno è stata nominata socia dell’Associazione Nazionale “Donne e Scienza” .
Nata a Lecce ,vive a Milano. Dopo aver conseguito la maturità classica frequenta attualmente il corso di laurea in Medicina e Chirurgia presso l’ Università San Raffaele di Milano.
Come è nata l’idea di riciclare i cellulari?
L’idea di impegnarmi per la Campagna Internazionale di riciclo dei cellulari sostenuta dal Jane Goodall Institute (JGI) risale al quinto ginnasio. Dopo aver assistito ad una conferenza tenuta presso il mio liceo dalla Presidente del Jane Goodall Institute Italia, dott.ssa Daniela De Donno, ho realizzato per il JGI Italia il video “Oltre lo stress: il difficile rapporto tra l’uomo e l’ambiente” che poi ho presentato al National Geographic Festival delle Scienze all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Ho poi svolto un’intensa attività di volontariato coinvolgendo comuni, associazioni, musei, enti, scuole, studi professionali, attività commerciali nell’istituzione su tutto il territorio nazionale di punti di raccolta dei cellulari esausti.
Ho partecipato con un poster sulla campagna di riciclo dei cellulari al Convegno Nazionale “Ambiente e Clima ” organizzato dall’ Associazione Nazionale “Donne e Scienze”, dal CNR, dall’ Università del Salento e da quella di Bari.
Per conto del JGI Italia ho rappresentato l’Italia a meeting europei e mondiali. Ho pubblicato diversi articoli e sono stata invitata a raccontare il mio impegno nel corso di diverse interviste :
1) RAI News 24 in occasione della Giornata Mondiale della terra
2) RTL 102.5 nella Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza ,
3) La Tecnica della Scuola per la 10^ edizione di “100 alla Maturità”
4) Non mi capisci” di Radio 24 nella puntata “Generazione Z, tra memoria e attivismo”
5)-Skuola.net per il podcast #Fuoriclasse
6) “L’Italia che cambia”. Ho realizzato per il JGI Italia “17 settimane in Agenda – Conoscere per il cambiamento”, una guida agli obiettivi della Agenda 2030, di cui la Campagna di raccolta dei telefoni è un tassello per il raggiungimento di alcuni Goals e sono stata relatrice assieme alla Presidente del Jane Goodall Institute Italia, dott.ssa Daniela De Donno, e alla dott.ssa Roberto Perfetto all’incontro conclusivo del JGI “Gli obiettivi spiegati dai giovani” al Festival ASviS dello Sviluppo Sostenibile di Roma nel 2020 .
Per il mio impegno sono stata nominata socia dell’Associazione Nazionale “Donne e Scienza” e risulto essere la più giovane socia ammessa e la più giovane relatrice ad aver mai partecipato a un Convegno Nazionale dell’Associazione. Per il mio impegno sono stata nominata giovane ChangeMaker 2022, premio promosso dall’Agenzia Nazionale dei giovani e da Ashoka. Attualmente in qualità di Social Media Manager curo sia la pagina Instagram del JGI Italia, pubblicando post, aggiornamenti e storie su tematiche ambientali, ecologiche, umanitarie sia la pagina Instagram dell’Associazione Nazionale “Donne e Scienza”.
Anima ecologista?
Sono nata in una famiglia attenta alle tematiche ambientali e per me è stato naturale sviluppare un’anima ecologista. Penso però che ognuno di noi debba impegnarsi per la tutela dell’ambiente, perché come dice la scienziata Messaggero di Pace ONU, dott.ssa Jane Goodall che il 3 aprile di quest’anno ha compiuto 90 anni e che è la fondatrice del Jane Goodall Institute: “Ogni essere vivente è importante, Ognuno ha un ruolo da svolgere. Ogni individuo fa la differenza!”.
Io ho scelto di fornire il mio contributo per la salvaguardia dell’ambiente portando avanti la Campagna Internazionale di riciclo dei cellulari perché il cellulare è l’emblema della nostra epoca. Tutti ne abbiamo uno e lo sostituiamo con molta facilità dopo poco tempo, magari buttandolo nel cestino dell’indifferenziata. Non consideriamo però che al suo interno si trovano dei preziosi materiali in particolare il coltan che viene estratto soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo. L’estrazione di questo prezioso materiale crea problemi di deforestazione, poichè per raggiungere le miniere vengono rase al suolo intere foreste mettendo anche a repentaglio la vita della fauna locale a rischio estinzione come gorilla e scimpanzé, già vittime del traffico illegale e del bracconaggio. Crea problemi di sfruttamento in particolare quello minorile, poichè molto spesso non è possibile utilizzare macchinari di grosse dimensioni, ma solo picconi, pale e le mani stesse dei minatori e si preferisce per questo impiegare e sottopagare i bambini. L’estrazione del coltan scatena spesso delle guerre per il possesso e il monopolio dei giacimenti di questo prezioso minerale. In conclusione direi quindi che oltre all’anima ecologista ho consolidato anche un’anima pacifista.
Ci parli del Jane Goodall Institute?
Il Jane Goodall Institute è un’organizzazione internazionale no-profit con uffici in 25 paesi del mondo che si dedica alla tutela degli scimpanzè e del loro ambiente naturale e al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni locali. Dal 2017 il JGI promuove una mobilitazione a livello internazionale con lo scopo di indurre i cittadini al recupero e al riciclo dei telefoni esausti. Anche il JGI Italia ha aderito a questa campagna istituendo sul territorio nazionale diversi punti di raccolta dei cellulari, il cui elenco è consultabile sul sito del JGI Italia.
Riciclare è la parola d’ordine dei nostri giorni?
Non si può prescindere dalla parola “RICICLO” che vuol dire donare nuova vita ad un oggetto e alle sue componenti che altrimenti finirebbero nella spazzatura alla fine del loro ciclo vitale. Riciclare vuol dire ridurre lo spreco di energia, di emissioni di gas inquinanti necessari per la produzione di nuove materie prime Oltre a riciclare quanto possediamo credo sia importare ridurre quanto consumiamo. Credo che in questo momento dovremmo cercare di vivere con meno, che non significa imporre drastici sacrifici nella nostra vita, ma vuol dire vivere con il giusto evitando di acquistare più di quanto abbiamo bisogno. E questo vale non solo per i telefoni, i computer e i tablet, ma coinvolge anche ad esempio il settore della moda e quello alimentare. Riciclare e ridurre diminuirebbero i tassi di industrializzazione, di inquinamento e di sfruttamento delle risorse che sarebbero più equamente distribuite. Questo consentirebbe una vita migliore agli individui che vivono in quella parte del mondo che oggi viene sfruttata per garantire il nostro benessere. Porre dei limiti a questo spreco favorirebbe sicuramente la pace.
Le generazioni che ti hanno preceduto hanno consumato e rovinato l’ambiente?
Le generazioni che mi hanno preceduto non sono state educate al rispetto dell’ambiente e per questo lo hanno rovinato. Prima non si faceva ad esempio la raccolta differenziata, non c’era tanta attenzione al risparmio energetico e in generale alla riduzione dell’inquinamento. Occorre però ricordare che anche in passato ci sono stati degli esempi positivi. E’ il caso ad esempio del club di Roma e della dottoressa Laura Conti, medica, ecologista e fondatrice di Legambiente
Vivresti senza cellulare? O ormai nel cellulare c’è tutta la nostra vita?
Sinceramente penso che sarebbe impossibile, ma sono convinta che sia necessario usarlo in modo responsabile.
La dipendenza dalle tecnologie è pericolosa?
Tutte le dipendenze costituiscono un pericolo. In particolare la dipendenza dalle tecnologie nasconde un disagio emotivo e fisico dando l’illusione di una realtà fittizia e splendida, in cui non si è soli. In realtà questa dipendenza porta con sè oltre a gravi conseguenze come l’obesità, anche una grave condizione di isolamento sociale che è racchiuso nella parola ” hikikomori”.