Che cosa rappresentano il lavoro, e l’indipendenza economica, per una donna?
Direi quasi tutto. Proprio per questi motivi ho lavorato per 38 anni.
Purtroppo, e qui è solo colpa mia, non ho continuato gli studi dopo il liceo linguistico.
Questo ha fatto sì che io non mi sia mai specializzata in qualcosa che, almeno ai miei tempi, mi avrebbe assicurato il posto fisso e l’eventuale carriera.
Comunque sia ho sempre lavorato gioiosamente e in tanti ambiti. Mi considero una vagabonda professionale…
Volete sapere come ho concluso il mio percorso lavorativo?
Per tre anni ho lavorato come venditrice ambulante itinerante in Ape Car
Sì proprio il mitico mezzo inventato da Piaggio.
Stavo per strada anche 12 ore al giorno con qualunque clima.
Solo con la pioggia non potevo uscire.
Ho venduto prodotti vari, dalle pentole ai prodotti per la pulizia di casa.
Ho conosciuto le persone più incredibili e ho ricevuto tanta solidarietà
Il lavoro di strada, a contatto con le persone più disparate, arricchisce l’anima.
Ho molti ricordi e aneddoti da raccontare
Uno in particolare…
Vendevo le pentole e avevo le padelle di tre formati, piccolo, medio, e grande.
Una signora, molto carina e ben curata, più o meno sulla cinquantina, voleva la padella piccola perché era single. Le feci notare che, se le fosse capitata l’occasione di avere un uomo a cena, il risottino per due in quella piccola non ci sarebbe stato. Lei, stupita e intrigata dalle mie parole, mi disse che le avevo dato una speranza. Comprò, non solo la padella di formato medio, ma anche altre cose sarebbero potute servire per l’occasione.
Qualche altro aneddoto carino?
Un bambino voleva darmi il suo skateboard in cambio di due pentole da regalare alla sua mamma.
Sempre un altro bambino, quando vendevo i prodotti di pulizia per la casa, comprò una spugna da bagno, a forma di gattino, per regalarla alla sua “fidanzatina”.
Invece una signora, collaboratrice domestica in una famiglia, mi ringraziò tantissimo perché i guanti di gomma, che le avevo venduto, avevano risolto il suo problema di allergia ai detersivi.
Uno davvero esilarante? Portavo, appuntato al petto, un badge con scritto il mio nome, si avvicinò un bizzarro signore in pigiama e ciabatte di pelle. Lesse il nome e disse “Ah lei si chiama Francesca come la mia seconda moglie defunta! Vuole essere la terza?”
FRANCESCA PERSICO
La Regi, al secolo Francesca Persico, è un prisma dalle mille sfaccettature colorate. Ironica eautoironica, ama le famiglie reali e le corone, mette cuore e passione in tutto ciò che fa. Non si èmai persa d’animo, soprattutto nei suoi quasi quarant’anni di lavoro in vari ambiti, e il suo mantra è “Chiusa una porta, si apre un Prosecco e si ricomincia da capo”