di Mariacristina Paselli (lifecoach)
Luce diffusa, splendore. L’estate è essenziale e costringe ogni anima alla felicità.
(André Gide)
Molti artisti: pittori, poeti, scrittori hanno evocato il calore e la luce delle giornate estive.
L’estate è la stagione calda delle vacanze, dove ogni colore del creato si esalta e assume una luce magica quasi fosforescente.
Pablo Picasso riteneva che esistesse, in estate, un legame unico fra la luce dei mesi di
luglio e agosto e la percezione del colore. Anticamente la stagione estiva richiamava il momento fondante dell’esistenza umana e il culmine della forza dell’uomo proprio per la quantità di luce calda e per l’atteggiamento creativo e spensierato che si assumeva in quel periodo.
La luce del sole crea un aumento del livello di serotonina, ottenendo il sollevamento del tono dell’umore e della felicità.
L’estate è anche sinonimo di rinascita, rinnovamento, un mutamento che può anche cambiare la vita. La luce sconfigge le tenebre, il bene trionfa sul male e col solstizio del 21 giugno inizia la stagione estiva.
E’ un periodo desiderato e molto amato, c’è sole, è caldo, le notti all’aria aperta sono dolci e profumate, spesso nascono nuove relazioni.
Nelle notti d’estate non si va mai a dormire, l’atmosfera piacevole e densa di profumi invita a restare svegli e godere degli amici, dell’amore, della spensieratezza e del paesaggio che assume colori e toni fantastici.
Nell’estate del 1881 il filosofo Nietzsche si trovava in Engadina e passeggiando vicino ad un lago, rifletteva sull’immagine del tempo, un’immagine di circolarità, di eterno ritorno in cui tutti gli elementi si riaggregano nello stesso modo per un numero infinito di volte e ogni cosa si ripresenta.
Anche le stagioni, in maniera ineluttabile, a dispetto della distruzione incosciente praticata dagli umani, ritornano uguali e costanti nel tempo per offrirci ancora e sempre speranza e forza di vivere.
Ci sono luoghi in cui, da secoli, si festeggia il solstizio con vari riti propiziatori, chi fa il bagno la notte, chi mette barche cariche di fiori e candele sull’acqua, pensando che nella notte del solstizio le piante fioriranno con poteri magici, se poi qualcuno trova una felce fiorita si pensa che sarà per sempre segnato dalla felicità.
Quando si tratta il tema della rinascita non ci si può esimere di affrontare il tema della morte non pensata solamente come fine della vita fisica, ma come perdita di un affetto, di una sicurezza, di un lavoro, della propria dignità o di un progetto di vita.
Come pensava Nietzsche la vita reclama sempre il suo spazio e dopo la notte, dopo l’inverno arriva sempre il calore dell’estate, l’energia di un rinnovamento, la forza che ci carica per una nuova rinascita, per credere ancora nel potere della vita che non si arrende.
Purtroppo questa estate sta partendo funestata non solo dalle bizzarrie del tempo e delle alluvioni, ma anche da presagi, speriamo solo annunciati, di guerra e di distruzione.
Ci troviamo circondati dalla follia dell’uomo e la ricerca della pace si fa sempre più difficile.
Ascoltare i notiziari che illustrano la vicinanza di conflitti distruttivi è divenuta momento di angoscia, molte persone mi dicono che non guardano né ascoltano più i Telegiornali
perché sono colti da ansie che turbano il riposo notturno, ricco di sogni catastrofici.
Ci si preoccupa giustamente per tutte le popolazioni in stato di guerra, per gli indifesi, i deboli e tutti quelli che subiscono decisioni di pochi che però condizionano in modo determinante le vite di tutti.
Usciti da una Pandemia ci tocca ora affrontare il timore delle guerre, certamente i notiziari non temono l’uso di frasi come “guerra globale” o “bomba atomica” incuranti degli effetti devastanti che possono avere sulla psiche delle persone che, nonostante l’arrivo del caldo e del sole previsti tra poco, non hanno la forza né la volontà di pensare e programmare le vacanze.
Noi non dobbiamo mai perdere la forza della speranza e, come fa la natura stessa con
ricorsi temporali costanti, dobbiamo pensare che, alla fine, prevarrà il buon senso di chi ci
governa e l’amore per la vita, la stessa vita che con l’avvento delle rifioriture e della magia
dei paesaggi insegna incessantemente all’uomo che si dovrebbe vivere nel poco tempo
destinato ad ognuno, godendo dei doni e conservando la pace.
Le uniche vacanze dell’uomo sono i nove mesi che trascorre nel grembo materno.
(Frédéric Dard)