E’ il titolo del nuovo libro di Donatella Caione che abbiamo voluto intervistare per farci raccontare da lei stessa i motivi che l’hanno portata a questa nuova avventura.
” Ce lo sentiamo dire ogni volta che protestiamo per una battuta sessista. Subito dopo ci dicono che un po’ di leggerezza non guasta. Una volta si chiamavano barzellette, oggi si chiamano meme e si basano su stereotipi discriminanti e misogini oltre che su notizie false. Sembrano innocui, ma in realtà ci influenzano, modificando e condizionando il pensiero.
Sdoganano idee negative, influenzano chi li guarda e legge, chi si sente autorizzato a sorridere.
Fanno parte di un livello basso, sciocco, quasi primordiale, della comunicazione, ma arrivano alla gente, a tantissima gente, in modo pervicace ed efficace, nei più vari ambiti. Diffondono sessismo, razzismo, omofobia, contribuiscono alla diffusione delle fake news, alla narrazione politica falsa, a sua volta intrisa di razzismo, pensiero discriminante e sessismo, creano e formano il pensiero anche se apparentemente innocui, perché sono subdoli.
In particolare poi i meme sessisti, di cui si parla estesamente, alimentano la cultura della misoginia, della violenza, dello stupro.”