Nata e cresciuta a Torchiarolo, Enza Pagliara provenendo da una famiglia di contadini fin da piccola ha avuto modo di ascoltare e imparare da zie, familiari e conoscenti antichi canti, leggende e storie. Col passare del tempo Enza ha cominciato a sistematizzare questo suo interesse per la cultura orale, cominciando una intensa attivita di ricerca sul campo.
Uno degli incontri più importanti che Enza ha fatto al suo paese è stato quello con Angiolina Tarantini, detta “Pintassugghie”, dalla quale raccogliere un piccolo frammento melodico, che è lo spunto per una creazione oggi conosciuta come “Zamara” o “Pizzica di Torcchiarolo” che la Pagliara, mette a punto insieme ad Antongiulio Galeandro.
A partire dagli inizi degli anni 90 Enza, registra e documenta dapprima la gente del suo paese, poi si sposta nei paesi vicini compiendo un intenso lavoro di ricerca sul campo, maturando una conoscenza delle tradizioni più arcaiche del Salento. Da questa attività, l’artista ha tratto ispirazione per i suoi spettacoli che l’hanno portata a raggiungere la fama a livello internazionale:
Enza Ha un curriculum atipico perché dopo una laurea in informatica all’università d’informatica di Bari è arrivata alla pizzica/taranta.. Oggi è l’ esponente chiave a livello internazionale delle tradizioni musicali del Sud Italia. Con 15 anni di carriera è stata la protagonista del nuovo movimento di riproposta delle musiche tradizionali.
Il suo background di ricercatrice musicale e attrice, fa di lei l’artista ideale per scavare in profondità in questa grande ricchezza culturale, che affonda le sue radici nei tempi antichi, con strumenti essenziali come la sua immensa sensibilità melodica e il forte senso ritmico.
Nel corso della propria carriera si è resa anche promotrice della rinnovata rivalutazione delle proprie tradizioni culturali che ha caratterizzato il Salento e la Puglia intera nel corso degli ultimi due decenni, stimolando il piacere di ricordare in coloro che conservano la memoria del cantare in forma tradizionale popolare ed il piacere di apprendere delle nuove generazioni. che mantiene vivo Il canto tradizionale e che nel corso del tempo si è rinnovato nei testi e negli strumenti musicali che lo accompagnano, avendo cura però di conservare quei connotati fondamentali che possano rendere riconoscibile la provenienza dei canti stessi.
Che cos’è il tarantismo?
Il tarantismo, un fenomeno culturale d’impronta magica, diffuso nelle comunità contadine del Salento, al cui interno la musica e la danza ricoprono un ruolo d’importanza primaria
La crisi nevrotica delle tarantate è culturalmente modellata ed è corale. L’intera comunità partecipava ed il ragno (taranta) permetteva tale crisi, anzi diveniva colui che portava alla luce le oscure pulsioni dell’inconscio che avrebbero condotto alla pazzia se non disciplinate da uno spazio ritualmente protetto
Nell’immaginario collettivo l’aracnide diviene un mostrum mitico simbolicamente plasmato poiché da un punto di vista tossicologico il suo morso provocherebbe solo una reazione locale e non un avvelenamento atto a giustificare la crisi fisico-emotiva delle pizzicate. Le donne iniziavano ad avvertire malessere, a muovere il corpo come fossero il ragno .
Ecco che la taranta dava voce a quei corpi liberandoli dalla sofferenza.
Nei primi anni 2000 nasce la notte della Taranta. In pratica e una manifestazione che inizialmente vuole portare in auge un repertorio che è quello tradizionale. Molti arrangiatori si sono poi occupati dei tecnica utilizzata come per esempio Daniele Pepe che è stato il il primo della nostra generazione e riportare l’attenzione del pubblico su questa musica.
Solo nel 2010-2011 sono comparsi i primi ballerini. ma la danza che è stata portata sul palco non ha nulla a che vedere con la danza tradizionale. si può dire che è stata molto edulcorata, Non c’è lo spirito che anima la danza della taranta . Quello che si vede sul palco non è quello la danza originale
Chi ha avuto l’idea di farla diventare un fenomeno internazionale?
Questa è una cosa che è venuta da sé. Prima era svolta in una piccolissima piazza di un piccolissimo comune del Salento, non come avviene adesso a Melpignano, al convento degli agostiniani. .
Quindi questa manifestazione in realtà quando è nata non si sapeva che sarebbe diventato un festival importantissimo.
E’ nata come scommessa socio-culturale perché in quel momento c’erano amministratori locali che erano molto interessati alla musica.
Nel primo concerto che ho fatto nel 2001 c’era un pubblico di circa duemila persone. Poi il fenomeno si è allargato.
Nel film di Edoardo Wespeare che si chiamava proprio Pizzicata, va in scena la storia di una ragazza tarantolata che balla ed all’interno del film sono presenti anche i fattori e i contadini..
(Edoardo Wespeare dopo aver girato una serie di cortometraggi e di documentari sulla cultura salentina, crea questa pellicola autofinanziandosi per parlare di questa fetta di cultura sconosciuta ai più, specialmente al pubblico straniero.)
Chi sono i giovani che amano questo tipo di musica?
Ricordo che negli anni 70 ogni regione aveva un suo gruppo di proposta della tradizione musicale italiana..
Mi occupo di musica tradizionale tutti i giorni dell’anno nella mia vita, e dal 2001 faccio parte anche del gruppo che si occupa della nostra musica salentina. Per molti anni ho anche occupato la posizione di responsabile musicale, della parte relativa sia per la traduzione dei testi che delle informazioni relative alla musica salentina.
1 commento
Una figura interessante che spero un giorno di conoscere personalmente