Gli Italiani sicuri di riuscire a mantenere il proprio posto di lavoro, anche se le percentuali di chi si dice confidente (51%) risulta nettamente inferiore a quella di altri Paesi europei, Francia (78%), Uk (76%) e Germania (73%) in particolare.
A mostrarsi più sicuri nel mercato del lavoro sono soprattutto gli uomini, con 57 intervistati su 100 che si dicono certi di riuscire a mantenere il proprio impiego contro il 43% delle donne intervistate, più facilmente penalizzate da eventuali tagli all’occupazione.
Anche gli investitori italiani della fascia più giovane (18/34 anni) si mostrano ottimisti (52%), nonostante il dato sia sceso di ben 6 punti di percentuale rispetto allo scorso trimestre.
Secondo dal Retail Investor Beat, il sondaggio trimestrale condotto dalla community di investimenti eToro su una base di mille investitori italiani, la percezione sull’andamento del mercato del lavoro resta dunque ancora positiva, nonostante dopo tre mesi di crescita costante i numeri appena comunicati da Eurostat-Istat abbiano certificato un calo di 17 mila posti di lavoro (-01%).
Su base annua l’andamento dell’occupazione in Italia resta positivo (+2%), ma cominciano a delinearsi alcuni trend da tenere in considerazione: dal possibile aumento del gap di genere, certificato dal pessimismo delle donne intervistate, e dei lavoratori inattivi, alla crescita della disoccupazione giovanile e dell’incertezza tra i lavoratori autonomi.
“La disoccupazione in Italia è rimasta stabile al 6,8% a maggio, raggiungendo il livello più basso dal luglio 2008, ma nonostante questo dato positivo emergono alcune preoccupazioni da considerare” è il commento di Gabriel Debach, Italian market analyst di eToro “. La disoccupazione giovanile aumenta per il secondo mese consecutivo, cresce il tasso di inattivi e nel complesso l’occupazione diminuisce”.
La diminuzione degli occupati rispetto al mese precedente è da imputare a licenziamenti, termini di contratti o a una riduzione delle opportunità di lavoro e questo fa aumentare la paura tra i lavoratori over 55 (59 intervistati su 100 si dicono preoccupati), mentre la crescita degli inattivi (chi rinuncia a cercare un lavoro, studenti o casalinghe) “possono indicare una situazione di mercato del lavoro meno favorevole” continua Debach “C’è anche un altro aspetto da considerare: la diminuzione dell’occupazione riguarda principalmente i contratti a termine e preoccupa il calo dello 0,8% dei contratti indipendenti, un picco negativo che non si registrava dal febbraio 2021”.
Questo potrebbe indicare una maggiore incertezza nel settore dei lavoratori autonomi, spesso un punto fermo per i giovani in un mercato del lavoro sempre più fluido.