Qualche giorno fa abbiamo pubblicato una recensione a Il libro rosa della filosofia di Simonetta Tassinari. Ci ha coinvolto tanto da pensare di intervistarla e di approfondire direttamente con l’autrice il suo bel saggio, un viaggio nel pensiero delle donne.
Da dove nasce il bisogno di scrivere questo libro?
Il bisogno è sorto semplicemente perché, sebbene il numero delle filosofe sia indubbiamente più esiguo rispetto a quello dei filosofi, le donne risultano addirittura invisibili , sia nei manuali di filosofia per le scuole che nella saggistica, divulgativa e non, come se non ci fossero mai state.
Perché una filosofia in rosa?
Il rosa è il colore che tradizionalmente- ma si tratta, come spiego nel testo, di una tradizione relativamente recente- ci viene attribuito, dalla quote “rosa” alla “narrativa rosa” e così via. Si tratta di uno stereotipo, che tuttavia ho intenzionalmente cavalcato ricordando che il rosa è una sfumatura del rosso, che ne mantiene la forza e la simbologia.
Quanto è necessaria oggi la filosofia e fare divulgazione filosofica?
La filosofia, essenziale in tutti i tempi per trovare o ritrovare se stessi, esercitare il pensiero critico e vivere una vita “esaminata”, nei periodi di passaggio come il nostro, a causa di grandi e dirompenti cambiamenti, può davvero migliorare l’esistenza. Per fortuna ormai da tempo la filosofia è uscita dalle accademie e si pratica in molte altre maniere, attraverso la consulenza filosofica, i Caffè filosofici, gli incontri, i seminari, le pubblicazioni.
Lo spazio per la filosofia nella scuola, cosa si può fare per renderla incisiva e fondamentale per la crescita?
Innanzitutto è un vero peccato che la filosofia non solo non sia insegnata in tutte le scuole superiori, ma che non si affronti fin dalla scuola primaria. Ormai da decenni si pratica la Philosophy for children, che con i mezzi, le parole e le tecniche adatte, si rivolge ai bambini perfino in età prescolare. Per quanto riguarda l’insegnamento liceale, talvolta pecca un po’ di astrattezza- dipende molto dagli insegnanti- non mostrando i risvolti assolutamente pratici della disciplina, sorta, per l’appunto, per risolvere problemi, non per crearli!
Qual è il peso delle donne nella filosofia?
Le donne filosofe sono la punta di un iceberg: poche rispetto a quante sarebbero state se non fosse stato loro proibito l’ accesso all’istruzione. Ognuna di loro è la prova di una resistenza, di una lotta tenace, di una volontà incrollabile malgrado le terribili difficoltà-
Quanto il pensiero delle varie ondate del femminismo ha saputo innovare il mondo della filosofia?
Il femminismo ha fatto sì che tematiche considerate di genere (il rapporto con il proprio sesso, il privato che è anche politico, il rapporto con il proprio corpo, la famiglia, la società, il linguaggio delle donne e così via) diventassero temi di primo piano, considerati degni di attenzione.
Cosa manca alla parità oggi?
La parità è incompleta, benché i progressi rispetto al passato siano stati notevolissimi. Oltre che nel diritto, dovrebbe essere assunta come “fatto” culturale, ma ancora non ci si è giunti. Spero si tratti essenzialmente di una questione di tempo e di esperienze.
Come diffondere il filosofare a partire da sé tra le nuove generazioni?
Le nuove generazioni dovrebbero essere attratte nell’orbita della filosofia non solo dai loro insegnanti, ma anche da iniziative a largo raggio, e le pratiche filosofiche dovrebbero essere parte integrante di ogni progetto educativo e formativo.
Il testo è una efficace carrellata filosofica attraverso i secoli, ha un linguaggio divulgativo e coinvolgente, può essere un compendio per la scuola?
Ritengo che “Il libro rosa della filosofia”, come compendio del pensiero femminile, possa essere di ausilio a un insegnante attratto dalla tematica, come in effetti sta già avvenendo.
La filosofa che più ha segnato il suo cammino di donna.
Tra le tante filosofe che amo, e sono per me un punto di riferimento, un nome per tutte: Simone de Beauvoir e il suo capolavoro “Il secondo sesso”, un libro davvero illuminante.
Come superare la sensazione di non farcela? Come migliorare l’approccio con le Stem e anche l’elaborazione del pensiero filosofico?
Le materie STEM sono alla portata delle donne esattamente come sono alla portata degli uomini che le prediligono e mostrano interesse, passione e predisposizione nei confronti della scienza. Spesso sono però le famiglie che, magari implicitamente, fanno sì che una ragazza non si senta all’altezza e “ripieghi” verso materie umanistiche, considerate meno impegnative e conciliabili con marito e figli. Bisognerebbe spassionatamente cercare di incoraggiare chiunque, al di là del suo sesso, verso le discipline per cui è maggiormente versato.
Quale spazio per le donne nella filosofia politica? Come potrebbero migliorare le politiche pubbliche?
Non sono poche, attualmente, le filosofe politiche, specie in ambito anglosassone, ma non solo. Anche in questo caso ritengo si tratti di una questione di tempo, e di una cultura che si sta evolvendo con minore velocità rispetto al diritto.
Le donne sono ancora restie a impegnarsi direttamente in politica come se non ci fossero “abituate”, perché la politica è lo spazio pubblico, mentre quello loro concesso è stato, per millenni, solo quello privato.
L’abitudine a silenziare le donne quanto fa perdere al mondo?
La voce delle donne– la metà dell’umanità- fornirebbe un contraddittorio, un altro punto di vista, un arricchimento impagabile, una vera universalità della politica, che è sempre mancata.