Il turismo in Italia e nel mondo sta diventando sempre più popolare e affollato, infatti si
parla di overturism . Ma alla fine si viaggia per andare sempre nei soliti posti e non si
conoscono altri meno conosciuti ma comunque belli. Come portarli alla luce? Questo si
sono chiesti due ragazzi italiani che vivevano a Londra. Lei vicentina di Arzignano
Elisabetta Faggiana, lui Savio Losito pugliese di Barletta, Innamorati di un turismo
consapevole.
Ciò li aveva portati a creare una società a Londra che funzionava bene ma
che poi la pandemia da Covid li aveva fatti rientrare in Italia con il loro progetto. E così è
nata una specie di ‘Lonely Planet’ italiana Unexpected italy con itinerari inaspettati per
chi vuole vivere l’Italia come fosse un residente.
Abbiamo voluto intervistare uno dei due co-fondatori, Elisabetta Faggiana che è anche
La CEO di Unexpected Italy
Elisabetta raccontaci un po’ la vostra storia cominciata a Londra e proseguita in Italia.
Io è Savio siamo partner sia nel lavoro che nella vita. Io lavoravo a Londra in una
società di musica, lui invece lavorava negli eventi e nel fitness. Ci siamo conosciuti e da
lì abbiamo iniziato a lavorare insieme lanciando una società a Londra che è durata fino
alla pandemia e aveva anche avuto buoni risultati. Siamo entrambi dei grandi viaggiatori
ed abbiamo sempre cercato di scoprire i posti meno commerciali e spesso meno
conosciuti al turismo di massa. cercando di limitare le trappole turistiche. Anche a
Londra ci siamo resi conto che il 90% delle persone visita sempre i soliti posti. Abbiamo
lanciato così una società proprio per far scoprire un’alternativa più locale, organizzando
piccoli tour solo per privati
La società stava andando molto bene anche perché poi a Londra all’attività turistica
univamo la musica come strumento di incontro sociale.
E poi è arrivato il Covid ?
Si purtroppo e siamo rimasti bloccati a casa per un anno e mezzo. Avendo quindi molto
tempo libero ci siamo messi a ragionare sul nostro futuro e su quello che volevamo fare
e dove volevamo effettivamente andare.
Alla fine decidemmo di tornare in Italia portando con noi il nostro progetto di turismo
responsabile che avevamo già applicato a Londra, un turismo di relazione che va al di là
delle cose iconiche.
E avete pensato di applicarlo poi all’Italia?
L’talia non è Londra, è un Paese, ma è il paese degli artigiani e della stagionalità e di
tanti posti nascosti all’occhio del turista frettoloso. Londra è una grande città, ma l’Italia è
una nazione dove ogni città, ogni singolo comune ha le proprie peculiarità quindi il
modello doveva cambiare.
Decidiamo di diventare startup e di utilizzare la tecnologia come base per quello che
stavamo facendo. Infatti siamo una start up un po’ atipica perché non è la tecnologia la
nostra innovazione ma le relazioni con le persone. E’ la tecnologia cioè che favorisce
l’incontro tra le persone.
Ma il lavoro su tutto il territorio italiano è enorme!
Si lo so, ma dalla nostra parte c’era Savio che è un mappatore seriale: sono quindici
anni che mappa metro quadro per metro quadro. È stato poi necessario estrapolare tutto
quello che avevamo in mano.
Ma quali posti ricercate?
Quelli veri, autentici, esclusivamente indipendenti o a conduzione familiare e che però
devono seguire criteri di sostenibilità e accessibilità. Quindi stiamo facendo una
mappatura che permette di scoprire l’Italia meno conosciuta in base alle proprie
passioni, interessi e personalità. Chiediamo al viaggiatore chi è e quali sono le sue
passioni in base a quello l’app modella il viaggio .
Come avete finanziato il progetto?
Abbiamo vinto un bando da società ancora non costituita.. Io sono veneta ma Savio è di
Barletta e la società l’abbiamo fondata a Bari. Abbiamo poi stretto collaborazioni con la
provincia di Vicenza che ha finanziato parte della mappatura della zona. Abbiamo poi
trovato altri bandi minori ai quali abbiamo partecipato. Siamo una start up atipica perchè
ci consideriamo prima di tutto un’azienda. Finora ce l’abbiamo fatta con le nostre forze
ma può darsi che in futuro avremo bisogno di finanziatori.
Quali città avete già inserito e mappato?
Abbiamo cominciato con Vicenza, Venezia, Roma (dove stiamo collaborando con il
comune) e poi Modena e l’appennino modenese. Adesso stiamo lavorando su altre città,
tra le quali Torino e Matera. E non dimentichiamo la Puglia, una delle regioni turistiche
ed artigianali per eccellenza. Senza dimenticare la Sardegna e la Sicilia che non vedo
l’ora di andare a mappare.
Pensiamo di continuare a girare l’Italia per altri 5 anni continuando la nostra ricerca e
mappatura
Ma quali criteri adottate per l’inserimento nel vostro portale?
Proprio in questi giorni stiamo implementando una strategia per permettere ad esperti
del territorio di raccomandare e suggerire le strutture da inserire. Nei prossimi mesi la
piattaforma verrà ufficialmente aperta a questi eserti locali, accuratamente verificati e
profilati. Abbiamo creato una regolamentazione con dei criteri che non devono essere
violati. E ci aspettiamo che i locali stessi collaborino. Vogliamo rimettere il potere nelle
mani di chi vive sul posto
Ma le vostre entrate da dove arrivano?
Siamo una società benefit e quindi ci adoperiamo perchè la nostra attività abbia uno
scopo sociale. Abbiamo infatti deciso di supportare gratuitamente gli artigiani che
entrano nel portale. Invece un contributo viene chiesto ad attività commerciali come
hotel, bar, ristoranti etc…che però devono essere in linea con i requisiti richiesti.
Comunque nella piattaforma c’è un profilo base in cui viene richiesta una piccola
descrizione ed una foto. Se invece si vuole accedere a servizi di marketing e stampa
aggiuntivi c’è un profilo avanzato con affiliazione annuale.
Ed invece un normale fruitore del vostro portale, un turista ?
E’ comunque gratuita tutta la parte di ricerca delle strutture da noi selezionate anche se
ci saranno presto dei servizi premium a pagamento. Quindi ricapitolando…
Iscrivetevi alla nostra piattaforma Unexpected Italy e scopri con noi l’Italia più
vera ed autentica.
Il nostro obiettivo è creare esperienze che migliorino i luoghi che visitiamo senza
distruggerli. Collaborando con aziende indipendenti e con le istituzioni locali,
possiamo promuovere i valori dell’artigianato, della cucina stagionale e delle
tradizioni locali, sconosciuti alla gran parte dei turisti che visitano il nostro paese.