Incuriosita da questa nuova professione ho chiesto a Daniela Francabadera, barese, bancaria da 37 anni di rispondere ad alcune domande per far conoscere alle lettrici di dol’s questo nuovo ambito professionale.
Mi chiamo Daniela Francabandera ho 63 anni e sono bancaria da 37 anni ma da qualche anno sono anche consulente di relazione felina. Ho conseguito il diploma presso il prof Marchesini e un ulteriore specializzazione in comunicazione e comportamento felino presso progetto miciolandia.
Chi è un consulente di relazione felina? E’ un po’ gattara, un po’ animalista, un po’ psicologa (sia di gatti e spesso anche dei proprietari), un po’ mediatore di relazioni (tra gatti, tra cani e gatti, tra animali ed essere umani), un po’ architetto (casa a misura di gatto) e tanto altro.
Perché il gatto? Perché pur essendo numericamente superiore al numero dei cani presenti nelle nostre case e’ meno compreso, meno studiato ma soprattutto ci sono tante leggende metropolitane sui gatti senza alcun fondamento scientifico.
Il mio obiettivo è far conoscere questa mia figura professionale affinché possa diffondere una cultura felina al momento scarsa e carente. Ho pubblicato in self qualche ebook sul comportamento e la comunicazione felina ora su Amazon per spiegare quanto lavoro ci sia ancora da fare.
iI mio approccio é etologico comportamentale ma soprattutto vivace, umoristico e divertente.
Cosa vuol dire passare da un lavoro bancario a quello di pratica con gli ANIMALI?
Sono bancaria da 37 anni ed è “il lavoro”…quello imposto dalle leggi economiche, dai dettami e dalle convenzioni sociali; naturalmente è quello che mi da da vivere. Fare la consulente di relazione felina è il lavoro del “cuore”, quel sogno tenuto nel cassetto per tanto tempo, quello dettato dalla passione e dall’amore per i gatti che ahimè non ti consente di guadagnare e di sopravvivere.
Questo lavoro consulenziale mi permette anche di apprezzare i risultati raggiunti e di essere soddisfatta per aver apportato benessere nei proprietari ma soprattutto nei gatti.
Come è nato questa passione e perché?
La passione è sempre stata latente fin dalla giovane età. Nel corso della mia vita ho sempre avuto animali in casa: naturalmente tanti gatti, ma anche cani, pappagalli, conigli e tartarughe.
Attualmente vivo con due cani e un gatto. Un po ‘ insoddisfatta del mio lavoro da bancaria, circa 10 anni fa ho cercato delle alternative. Il settore cinofilo è abbastanza inflazionato, anche se variegato (istruttori, educatori, agility, dogdance ecc). Appena ho trovato qualcosa on line pertinente ai gatti mi sono subito buttata e ho studiato etologia, comunicazione, apprendimento e comportamento dei gatti, conseguendo diplomi ed attestati….e non ho ancora finito di approfondire!?
Che risultati ti aspetti di ottenere?
Naturalmente l’obiettivo immediato che si può raggiungere con una consulenza one-to-one è il veloce benessere di esseri umani e animali.
Nel mio futuro vedo anche divulgazione ed informazione, perché il mio motto è il seguente “Lo ami davvero solo se lo conosci profondamente” e purtroppo il gatto non è ancora molto studiato, non è molto capito e non è affatto compreso nelle sue motivazioni ed emozioni di specie. Inoltre il rapporto con un gatto, se profondo, è molto più gratificante rispetto al rapporto con un cane che, per certi versi, è come un libro aperto e mi piacerebbe farlo comprendere a più persone possibili.
Ma come opera precisamente la consulente felina?
La consulenza felina coinvolge tantissimi aspetti. in primis cercare di capire il gatto approfondendo le sue emozioni e le sue motivazioni, ma anche la sua storia personale già prima della nascita; bisogna inquadrare la personalità ed il carattere di quel specifico gatto.
Poi si deve “inquadrare” anche i proprietari: il loro vissuto, le aspettative, le conoscenze feline (e non puoi immaginare di quante sciocchezze siano convinti), i risultati che anche loro vogliono raggiungere, la loro partecipazione attiva ed l’eventuale coinvolgimento familiare.
Poi si fa un’analisi ambientale: numero delle risorse (lettiere, ciotole, tiragraffi, cucce ecc), il loro posizionamento fisico nelle case cercando di trovare un compromesso tra quello che vorrebbe il gatto e quello che il proprietario è disposto a fare, e l’analisi del rapporto instaurato quindi le dimensioni di relazione attivate e quelle neglette per ristabilire eventuali equilibri.
Faccio un esempio: moltissimi proprietari sono convinti che dar da mangiare e da bere, pulire la cassettina della lettiera sia sufficiente mentre non si rendono conto che si deve attivare una vera e propria relazione (molto simile a quelle umane) oppure che se il gatto fa le fusa è un gatto felice e contento; lo sarà pure ma potrebbe anche trattarsi di un gatto annoiato, stressato, malinconico, depresso…e questo non va bene!
Al termine di questa preliminare fase di raccolta di informazioni che si ottiene con l’invio di questionari, di lunghe chiacchierate con i proprietari e con una lunga visita domiciliare a casa (dal 2020 causa COVID anche online) la consulente prepara un percorso per far combaciare obiettivi del proprietario (di solito facili come eliminare puzze, far fare la pipì e la pupù nel posto giusto o salvaguardare il divano nuovo) con il benessere etologico del gatto (a volte impedito nell’esprimersi etologicamente) e gli eventuali obiettivi del consulente (di solito migliorare le dimensioni di relazione valorizzando i talenti degli esseri umani e dei gatti e fornire informazioni e conoscenze sul mondo dei gatti); proponendo questo percorso da fare insieme, stimato nei tempi e nei costi, si dovrebbero raggiungere i risultati desiderati.
Il mio obiettivo è far conoscere la figura professionale, che può essere di supporto in caso di adozioni di gatto piccolo o adulto, nel corso della convivenza, nell’ipotesi di disturbi comportamentali, di convivenza con altri animali domestici, in casi di traslochi, lutti, gravidanze e qualsiasi altro evento vissuto non serenamente, ma anche di supporto a gattili, volontarie, referenti di colonie feline e perché no anche di medici veterinari che a volte ci considerano come “concorrenti”.
In realtà sarebbe auspicabile una più stretta collaborazione con gli studi medici veterinari: a loro il potere di curare il “corpo” a noi quello di curare le “anime”.